Bonus ristrutturazione al 50% anche nel 2025, le novità della Manovra

Patrizia Del Pidio

17 Ottobre 2024 - 14:58

Confermata la proroga per il bonus ristrutturazioni al 50% anche nel 2025, ma con dei limiti. Vediamo le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025.

Bonus ristrutturazione al 50% anche nel 2025, le novità della Manovra

Il bonus ristrutturazione è confermato, dalla Legge di Bilancio 2025, con aliquota al 50% anche per il prossimo anno. Il bonus edilizio, che è tra quelli più utilizzati dagli italiani negli interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria dell’immobile, in base alla tabella di marcia definita dalla legge dovrebbe scendere al:

  • 36% per il triennio 2025/2027;
  • al 30% da gennaio 2028, (dovrebbe restare invariato fino al termine del 2033).

La manovra di fine anno, però, interviene anche sull’incentivo edilizio prorogando l’aliquota al 50% solo per alcune fattispecie di edifici.

Bonus ristrutturazione al 50% anche nel 2025?

Il destino del bonus ristrutturazione sembrava ormai scritto con le diminuzioni previste nel 2025 e nel 2028, ma l’intenzione è quella di lasciare una possibilità di ristrutturare a prezzi contenuti almeno una parte dei contribuenti e la Legge di Bilancio 2025 interviene proprio in questo senso. Quello destinato alle ristrutturazioni al 50%, infatti, è sicuramente il beneficio edilizio più accessibile e maggiormente utilizzato visto che comprende:

  • manutenzione ordinaria;
  • manutenzione straordinaria;
  • restauro;
  • risanamento conservativo;
  • ristrutturazione edilizia.

Fino a qualche giorno fa il passaggio dell’aliquota dal 50% al 36% dal 1° gennaio 2025 sembrava una certezza che ora resta, però, soltanto per le seconde case. La manovra di fine anno, infatti, prevede di lasciare che la versione potenziata del bonus ristrutturazione possa essere prorogata anche nel 2025.

Detrazione al 50% anche il prossimo anno?

La proroga alla detrazione al 50% con il bonus ristrutturazione sarà limitata alle abitazioni principali.

L’aliquota, pertanto, resta al 50% per le prime case, mentre per chi ristruttura case diverse dall’abitazione principale si potrà fruire di una detrazione al 36%.

Il bonus ristrutturazione nel 2025 sarà così strutturato:

  • detrazione al 50% su un tetto di spesa massimo di 96.000 euro per le abitazioni principali;
  • detrazione al 36% su un tetto di spesa massimo di 48.000 euro per le seconde case.

La Legge di Bilancio, tra le altre cose, proroga anche il bonus mobili, trainato dal bonus ristrutturazioni, per il 2025 con detrazione al 50% su acquisti di mobili ed elettrodomestici destinati all’arredo della casa ristrutturata. Nel caso del bonus mobili la proroga era necessaria visto che non era una misura strutturale.

Perché serve una proroga?

Il bonus ristrutturazioni è senza ombra di dubbio una delle agevolazioni maggiormente utilizzate visto che tra i lavori ammessi al beneficio rientrano anche interventi minori come:

  • installazione di ascensori e scale di sicurezza;
  • ristrutturazione dei servizi igienici;
  • installazione climatizzatori con pompa di calore;
  • sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande;
  • interventi che portano l’immobile ad avere un risparmio energetico;
  • interventi di bonifica dall’amianto;
  • interventi sul rifacimento del sistema elettrico.

Una cosa da tenere presente è che nel 2025 non sarebbe cambiata solo l’aliquota di detrazione, ma anche il tetto di spesa ammesso al beneficio. Oggi il 50% può essere fruito su una spesa massima di 96.000 euro, mentre dal 2025 la misura sarebbe tornata all’aliquota e al tetto di spesa originariamente previsti, ovvero 36% su un tetto massimo di 48.000 euro.

Con la proroga si permette, quindi, ai proprietari di abitazioni principali di continuare a fruire del bonus ristrutturazione come nel 2024, senza nessuna décalage (prevista, però, per le seconde case).

La proroga dell’aliquota al 50% potrebbe avere anche un fine secondario: se i proprietari di casa dovessero accollarsi la spesa per le ristrutturazioni (anche in vista delle riqualificazioni richieste per la direttiva case green) con una agevolazione al 36%, molto probabilmente gli interventi sulle case diminuirebbero drasticamente e la cosa potrebbe investire l’intero reparto dell’edilizia e, di conseguenza, portare anche a un arresto della crescita del Pil.

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