Sanità in crisi? Il governo punta a far lavorare di più chi c’è già introducendo un bonus straordinari.
Il bonus straordinari in busta paga potrebbe essere la soluzione pensata dal governo Meloni per contrastare la crisi delle corsie degli ospedali italiani.
Contro l’allungamento delle liste di attesa il governo pensa a una soluzione che tuttavia non soddisfa i sindacati: incentivare gli straordinari, riducendo l’aliquota Irpef che si applica sull’emolumento accessorio. Quindi “anziché assumere il governo punta a far lavorare di più chi c’è già”, spiega Anaao (il principale sindacato degli ospedalieri), secondo il quale il bonus straordinari in busta paga non rappresenta la soluzione ai problemi della Sanità italiana.
Ed è proprio Anaao a fare i conti in tasca alla misura pensata dal governo facendo chiarezza su quale sarebbe il guadagno per i medici italiani laddove effettivamente dovesse esserci un abbattimento dell’aliquota Irpef applicata sui compensi accessori.
Bonus straordinari in busta paga, come funziona?
Semplicemente, per il personale medico il governo potrebbe introdurre una sorta di flat tax, ossia un’aliquota Irpef fissa e uguale per tutti, per i soli emolumenti accessori riconosciuti per le ore di lavoro straordinario.
Nel dettaglio, dalle aliquote Irpef attuali si passerebbe a un 15%: a parità di compenso, quindi, ci sarebbero molte meno imposte da versare e di conseguenza crescerebbe l’importo accreditato direttamente al professionista.
Bonus straordinari in busta paga, quando guadagna un medico
Piero Di Silverio, segretario di Anaao, fa una prima stima di quelli che potrebbero essere gli effetti della flat tax sugli straordinari. Nel dettaglio, va ricordato che per i 130 mila medici ospedalieri oggi impiegati in Italia le ore di straordinario possono essere di vario tipo: in alcuni casi, ad esempio, gli straordinari vengono retribuiti con i fondi di risultato, in altri con la produttività aggiuntiva (che da contratto costa alle Asl un minimo di 60 euro l’ora con alcune Regioni che la portano persino a 100 euro per alcuni reparti in crisi) e in altri ancora non vengono proprio pagati.
La stima proposta da di Silverio è di una media di 8 ore a settimana di straordinario retribuito (in aggiunta quindi alle 34 ore previste dal contratto e agli straordinari non retribuiti) a fronte quindi di un’entrata di 480 euro in più che tuttavia equivale a un netto di circa 240 euro. Passando a una flat tax del 15% l’incremento sarebbe notevole visto che nelle tasche del medico entrerebbero ben 408 euro.
Nonostante un vantaggio innegabile, il bonus straordinari non piace ad Anaao: anziché spendere 100 milioni per detassare gli straordinari, il governo dovrebbe infatti stanziarne 300 milioni per “defiscalizzare l’indennità di specificità”. Trattandosi di una parte fissa dello stipendio, ci sarebbe così il riconoscimento di un aumento di stipendio indipendente dallo svolgimento di più ore di straordinario, valorizzando così il lavoro svolto dai nostri medici.
Aumento di stipendio anche per gli infermieri
Il bonus straordinari in busta paga non sarebbe limitato ai medici in quanto spetterebbe a tutto il personale contrattualizzato con il Ccnl Sanità. Anche gli infermieri quindi, per i quali ad esempio un’ora di straordinario è retribuita a 17 euro per i turni diurni feriali, 22 euro per i festivi e notturni.
Come spiegato da Cgil Funzione Pubblica è molto complicato fare una media delle ore di straordinario effettuate dai circa 280 mila infermieri del sistema pubblico, tuttavia possiamo comunque fare un esempio prendendo in esame la stessa media indicata per i medici pari a 8 ore settimanali. Con la retribuzione minima significa un’entrata settimanale lorda di 136 euro, che con un’aliquota del 15% sarebbe pari a circa 120 euro netti.
Tuttavia, anche Cgil ritiene come Anaao che detassare gli straordinari non è la soluzione migliore: vero che c’è un problema rappresentato dagli stipendi molto bassi, ma già oggi il personale è chiamato a svolgere un carico di lavoro enorme.
Se si vogliono risolvere i problemi della Sanità pubblica, quindi, bisogna puntare a nuovi ingressi non a chiedere di più a chi già si dedica con il massimo impegno alla propria professione.
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