Bonus vacanze, arrivano dalle associazioni di categorie svariate segnalazioni di tentativi di truffa, sia da parte delle strutture che aumentano i prezzi dei soggiorni che da parte dei contribuenti: ecco a cosa fare attenzione.
Bonus vacanze, non solo i rischi di truffa, ma anche l’aumento inaspettato dei prezzi proposti dalle strutture ricettive.
Il tax credit vacanze si sta avviando a pieno regime e già iniziano le complicazioni. Sono infatti arrivate segnalazioni di comportamenti scorretti sia da parte dei contribuenti che da parte delle strutture.
Alcuni contribuenti infatti provano a convincere le strutture a fare “fifty-fifty” con il bonus ottenuto dall’Agenzia delle Entrate. Ci sono poi delle strutture che, una volta ricevuta la prenotazione dal cliente e scoperta la volontà di utilizzare il bonus vacanze, emettono un secondo preventivo con prezzi maggiorati.
Bonus vacanze, aumento dei prezzi nelle strutture: ecco a cosa fare attenzione
Il bonus vacanze è in vigore dal 1° luglio, e dopo nemmeno un mese dalla data di partenza già iniziano i problemi e i tentativi di aggirare la legalità.
Nato come opportunità destinata alle famiglie con Isee fino a 40.000 euro, come sostegno per qualche giorno di vacanza, e allo stesso tempo come incentivo al turismo presso strutture ricettive in Italia, già arrivano segnalazioni di comportamenti scorretti.
A non seguire le regole sono entrambe le parti in causa: sia le strutture che i contribuenti. Secondo le segnalazioni arrivate all’Unione per la Difesa dei Consumatori dell’Emilia Romagna, sono svariate le strutture che prima si accordano per un preventivo, e alla richiesta del cliente di utilizzare il bonus il prezzo cambia, aumentano il prezzo in maniera proporzionale rispetto all’importo del bonus.
Ricordiamo che l’importo del bonus viene modulato in base al numero di componenti del nucleo familiare (ma si può utilizzare anche per andare in vacanza da soli).
Scrive U.Di.Con sul proprio sito:
“Pur riconoscendo le difficoltà del settore turistico, riteniamo che sia inaccettabile e un vero e proprio furto approfittare in questa maniera dei turisti che utilizzano il bonus. La misura è stata pensata dal governo per permettere a coloro che sono in difficoltà di potersi godere qualche giorno di vacanza e allo stesso tempo favorire il settore turistico.”
Le strutture non sono obbligate ad accettare il bonus vacanze: non è corretto però che quelle che decidono di farlo adottino questo tipo di comportamento.
Bonus vacanze e la truffa del “fifty-fifty”
A onor del vero, segnaliamo che anche i contribuenti non si stanno comportando nel più corretto dei modi.
All’Abbac, l’associazione delle strutture extralberghiere campane, sono arrivate molte segnalazioni su diversi casi di truffa: è lo stesso cliente a proporre, senza troppi giri di parole, di dividere il bonus ricevuto a metà con la struttura, senza però soggiornarvi.
La proposta quindi è quella di fingere di passare la vacanza in una struttura, che spesso (secondo le ammissioni stesse dei clienti che hanno suggerito la truffa) è vicino casa.
Questo tipo di comportamento mostra due cose: da un lato, non sono abili truffatori a fare queste proposte. Dall’altro lato è anche indice della disperazione della gente: il bonus arriva a un massimo di 500 euro per i nuclei familiari composti da più di 3 persone.
Dalle ricerche effettuate dall’Abbac, non si tratta di episodi isolati, poiché diversi associati dell’ente avrebbero ricevuto la stessa proposta. Per gli alberghi il risparmio sarebbe minimo, visto che recuperano lo sconto effettuato sottoforma di credito d’imposta.
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