Borsa di Milano oggi, 22 settembre: il Ftse Mib nonostante un tentativo di recupero chiude la seduta in perdita. A sostenere il listino provvedono i titoli bancari.
Borsa di Milano oggi, 22 settembre: il Ftse Mib non si accende e nonostante alcune oscillazioni chiude a quota 21.800 punti con una perdita di poco superiore al punto percentuale.
Le Borse europee seguono a ruota il tonfo asiatico nella giornata che segue la decisione - in realtà già prevista - della Fed di alzare ancora i tassi di 75 punti base per combattere un’inflazione ancora troppo elevata. Stando alle indicazioni del “dot plot”, i tassi a fine anno potrebbero arrivare al 4,25-4,50% e al 4,50-4,75% nel 2023, il che significa altri due incrementi a novembre e dicembre. Il tutto non sarà neutrale sulle stime di crescita, vista in rallentamento.
Le elezioni sono alle porte, ma più che l’attesa del voto a preoccupare analisti e investitori sono i primi mesi di un nuovo Governo, specialmente se Unione Europea, Pnrr, scostamento di bilancio diventeranno temi caldi e con soluzioni distanti dalla linea di Draghi in un esecutivo di centro-destra.
Lo spread Btp-Bund ha superato i 220 punti, con il rendimento del Btp a dieci anni al 4,15%.
Il tono falco della Fed e le parole di ieri di Putin, tornato minaccioso contro Europa e Occidente, non lasciano grande spazio di ripresa all’euro. La coppia EUR/USD ha cancellato le sue perdite giornaliere ed è diventata positiva, puntando a 0,99 nella sessione europea. L’indice del dollaro Usa si è allontanato dai massimi pluridecennale, aiutando la coppia a mettere in scena una correzione tecnica. Gli investitori attendono la decisione sul tasso della BoE e i dati sul sentiment dei consumatori dell’UE.
Borsa di Milano oggi, 22 settembre aggiornamento delle ore 18.00: Ftse Mib in rosso
Nonostante il rialzo dei titoli bancari il Ftse Mib chiude in leggero negativo con -1,03%. Ottima performance del titolo UniCredit (+5,09% e uno stop per eccesso di rialzo nel corso della seduta). Nel risparmio gestito ottima perfomance di FinecoBank (+4,58%). Valori positivi anche per BPER Banca (+3,07%) e BancoBPM (+1,96%).
Seduta negativa per DiaSorin con -5,8% e ST Micro che scende del -5,76%. Pirelli segna un ribasso del 3,22%.
Aggiornamento delle ore 13.00: bancari spingono Ftse Mib
Alle ore 13.00, il Ftse Mib avanza di +0,06%, con i titoli bancari a sostenere maggiormente il listino. UniCredit è top performer con uno slancio di oltre il 6%. Orcel ha dichiarato che la banca può raggiungere e migliorare i target finanziari per i prossimi esercizi anche in caso di recessione.
Il rendimento del Btp decennale segna un 4,032%, in lieve calo. Le piazze europee principali, da quella tedesca alla francese, fino all’ispanico Ibex 35 e il FTSE 100 continuano a perdere.
Aggiornamento delle ore 9.30: Ftse Mib in perdita
A Milano, il Ftse Mib è in calo di quasi l’1% alle ore 9.30, segnando 21.835,11 punti. Sul listino viaggiano in rosso quasi tutti i titoli, con utilities e società oil che non decollano. Tra i bancari, UniCredit, Banca Mediolanum, Bper Banca, Banco Bpm scambiano sopra la parità.
In Europa, il Dax tedesco affonda dell’1,11% e il Cac francese dell’1,17%. A Londra, il FTSE 100 perde lo 0,76% in attesa delle decisioni odierne della banca centrale.
L’Asia al tappeto
Le Borse asiatiche crollano e chiudono in profondo rosso.
La Borsa di Hong Kong tocca i minimi da dicembre 2011 e in Giappone lo yen sprofonda sul dollaro, come non accadeva dal 1998.
Wall Street non esulta dopo la Fed
Giovedì mattina i futures sulle azioni statunitensi sono scesi dopo una sessione volatile nelle medie principali, poiché i trader hanno pesato un altro grande aumento dei tassi da parte della Federal Reserve.
Durante la sessione regolare di mercoledì, il Dow Jones Industrial Average è diminuto di 522 punti, o dell′1,70%, nonostante sia balzato di oltre 300 punti all’inizio della giornata. L’S&P 500 ha perso l′1,71% e il Nasdaq Composite l′1,79%.
La Federal Reserve ha subito un terzo aumento consecutivo di 0,75 punti percentuali. I politici si sono impegnati a continuare ad aumentare i tassi fino al 4,6% nel 2023 prima di ritirarsi nella lotta contro l’inflazione, alimentando i timori a Wall Street che l’economia possa cadere in una recessione.
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