Borsa di Milano oggi 23 gennaio: il Ftse Mib chiude in lieve rialzo, in una giornata scandita soprattutto dalle dichiarazioni dei membri della Bce. Spread stabile sui 184 punti.
Borsa di Milano oggi 23 gennaio: il Ftse Mib chiude al di sopra dei 25.775 punti di chiusura degli scambi di venerdì 20 gennaio.
In Italia, lo spread è stabile a quota a 184 punti e il Btp decennale, in aumento, rende il 4% sostanzialmente invariato. In focus ci sono soprattutto questioni internazionali ed europee: dalle riflessioni sulle prossime mosse della Bce, attesa a inizio febbraio con un aumento di almeno 50 punti base dei tassi, alla guerra in Ucraina. La pressione è sull’invio di carri armati a Kiev, con la Germania che tentenna.
Stamane la Camera dei deputati italiana è attesa approvare il decreto legge per prolungare per tutto l’anno in corso l’autorizzazione all’invio di armi in Ucraina. In Senato è già arrivato il sì.
Il Ftse Mib comincia gli scambi sopra la parità, ma poi cambia direzione e rimane in rosso, appesantito dai tonfi di Enel, Saipem, Snam, Tenaris. Acquisti rilevanti, invece, su A2a, Intesa Sanpaolo, Italgas, Leonardo, tutti in rialzo di oltre l’1%.
In Europa, le principali piazze sono miste. Il Dax tedesco, il Cac francese e il Ftse 100 londinese sono in rialzo.
Borsa di Milano oggi 23 gennaio aggiornamento ore 18.00: Ftse Mib ancora in calo
Il Ftse Mib guadagna lo 0,18% e chiude a 25.821,45. Tim sale dell’1,88% dopo aver collocato un bond da 850 milioni di euro a tasso fisso offerto agli investitori istituzionali. Il titolo ha scadenza a febbraio 2028, con cedola del 6,875%. Molto bene anche Leonardo (+3,46%) e Intesa Sanpaolo (+2,71%).
In coda, poi, Enel (-3,26%) e Snam (-2,72%), nella giornata di stacco delle cedole, pari rispettivamente a 0,2 euro e a 0,11 euro ad azione.
Aggiornamento ore 13.00: Ftse Mib ancora in calo
Il Ftse Mib resta sotto la parità e perde lo 0,45%. Il listino milanese subisce i tonfi di Buzzi Unicem a -1,27%, Enel a -3,80%, Iveco Group a -2,08%, Snam a -3,40%, Tenaris a -1,12%.
Guadagnano oltre l’1% Italgas a +2,99%, Leonardo a +1,37%, A2a a +1,87%, Campari a +1,41%, Hera a +1,24%, Intesa Sanpaolo +2,29%.
Aggiornamento ore 10.20: Ftse Mib in calo
Il Ftse Mib perde lo 0,28% e sul listino pesano anche gli stacchi dell’acconto del dividendo di Snam e Enel, rispettivamente di 0,2 euro e di 0,11 euro. I due titoli sono i peggiori, con perdite pesanti. Enel scende del 3,34% e Snam del 2,89%.
Tra i bancari, spicca il rally di Intesa Sanapaolo a +2,16%, dopo aver comunicato nella serata di venerdì 20 gennaio che: “il Common Equity Tier 1 ratio fully loaded del Gruppo è atteso collocarsi al 31 dicembre 2022 su livelli nell’ordine del 13% e successivamente su livelli che rispettino ampiamente l’obiettivo superiore al 12% nell’orizzonte del Piano di Impresa 2022-2025 secondo le regole di Basilea 3 / Basilea 4, tenendo conto di tutti gli impatti regolamentari previsti e dell’esecuzione del buyback per il restante ammontare di 1,7 miliardi di euro autorizzato dalla BCE, in merito alla quale il Consiglio di Amministrazione deciderà entro il 3 febbraio prossimo, e senza considerare circa 120 centesimi di punto di beneficio derivante dall’assorbimento delle imposte differite attive (DTA), di cui circa 35 nell’orizzonte del Piano di Impresa 2022-2025.”
Iveco, Moncler, Stellantis, Tenaris, UniCredit vanno sotto la parità.
Futures Usa incerti, il focus è sempre sulla Fed
Con le principali Borse asiatiche chiuse per il Capodanno lunare, il primo piano è sui futures sulle azioni Usa che scambiano oscillando.
Venerdì 20 gennaio, le principali medie si sono rafforzate. Il Nasdaq ha registrato un leggero guadagno per la settimana. Tutte le principali medie rimangono comunque in territorio positivo per il mese. Il Nasdaq è in testa agli altri con un guadagno del 6,44% dall’inizio dell’anno.
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Gli investitori hanno valutato la possibilità che la Fed si stia preparando a rallentare il ritmo dei suoi aumenti dei tassi per combattere l’inflazione dopo che i dati economici della scorsa settimana hanno mostrato un calo dei prezzi all’ingrosso e delle vendite al dettaglio. Stanno anche assorbendo i commenti fatti venerdì dal governatore della Fed Christopher Waller, che ha affermato di essere favorevole a un aumento del tasso di un quarto di punto percentuale alla prossima riunione.
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