Borse di studio università per tutti gli idonei, cosa prevede l’ultima novità del governo Meloni

Ilena D’Errico

26 Settembre 2023 - 17:45

Il governo Meloni ha approvato il finanziamento delle borse di studio per tutti gli studenti universitari idonei che non avevano ricevuto il contributo per la mancanza di fondi.

Borse di studio università per tutti gli idonei, cosa prevede l’ultima novità del governo Meloni

L’ultima novità del governo Meloni: il Consiglio dei ministri approva un finanziamento da più di 17 milioni di euro per le borse di studio universitarie a favore di tutti gli studenti idonei. Si tratta di tutti quegli studenti che hanno raggiunto la graduatoria per ricevere il contributo, dovendosi però accontentare della definizione di “idonei non beneficiari”.

Studenti a cui è stato riconosciuto il possesso dei requisiti, ma che non hanno poi ricevuto alcun contributo per la mancanza di fondi, nonostante fossero stati inseriti nelle graduatorie dagli enti regionali. Con il finanziamento approvato ieri, lunedì 25 settembre, in Cdm dovrebbero ricevere la borsa di studio per l’università tutti gli idonei, che ammontano a poco meno di 5.000.

Borse di studio università per gli idonei, lo stanziamento del governo

Il Consiglio dei ministri ha approvato la norma che prevede lo stanziamento di 17.435.000 euro per le borse di studio, contenuta nel Decreto Energia. Un impegno importante, reso possibile soltanto dalla collaborazione tra il ministero dell’Università e della ricerca e il ministero dell’Economia e delle finanze.

Parte dei fondi, circa 7,5 milioni di euro, sono infatti garantiti dal Mef e dal lavoro portato avanti dal ministro Giorgetti, mentre i restanti 10 milioni di euro provengono dal ministero dell’Università, che li ha recuperati dai finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza che le Regioni non hanno potuto utilizzare, chiedendo agli enti di recuperarli per distribuirli dove necessario.

Tra le Regioni, sono soprattutto il Veneto, la Lombardia, il Molise e la Calabria a necessitare un aumento dei fondi per fronteggiare le domande degli studenti.

Borse di studio per gli universitari, il diritto allo studio contro il caro-vita

Secondo quanto affermato dal ministro dell’Università Anna Maria Bernini, l’approvazione del Fondo integrativo statale da 17,4 milioni di euro da parte del Cdm rientra nel piano di riportare l’attenzione sul diritto allo studio, “una priorità, un diritto che deve essere reale, concreto, fattivo”.

A spingere l’intervento del governo indubbiamente il caro-vita, con i continui rincari che si fanno sentire pesantemente anche sugli studenti universitari, rischiando di minare sempre più la concreta possibilità di dedicarsi all’istruzione anche per chi versa in difficoltà economiche o non produce redditi alti. Gli aumenti di questo 2023, infatti, sono - oltre che sostanziali – arrivati anche in un momento di fragilità in cui le famiglie e le imprese erano già provate duramente, tanto da colpire non solo i ceti più bassi – che sì ne risentono in maggior misura – ma anche chi aveva redditi nella norma.

A chi andranno le borse di studio per l’università

Nel complesso, con l’approvazione del Fondo integrativo le borse di studio dovrebbero raggiungere una platea di 4.947 studenti già definiti idonei nelle graduatorie regionali che stanno frequentando corsi di studi universitari o istituzioni dell’Afam per l’anno accademico 2022/2023.

Non si tratta, infatti, dell’istituzione di una nuova borsa di studio e nemmeno dell’aumento delle soglie di Isee per allargare la platea di beneficiari come è accaduto alla fine del 2022, quando la legge di bilancio ha aumentato di 500 milioni di euro il Fondo per consentire l’aumento del beneficio stanziato dal Pnrr.

Si fa quindi riferimento agli studenti che avevano già presentato la domanda per la borsa di studio ed erano risultati idonei secondo i requisiti dello scorso anno accademico, ma che non hanno ancora ricevuto soldi per la mancanza dei fondi. Tutti gli idonei potranno quindi diventare finalmente beneficiari, secondo le modalità e le disposizioni regionali, e ottenere un contributo per le spese legate all’università (dall’acquisto dei libri scolastici, al pagamento dei trasporti e di una parte dell’affitto per i fuori sede).

L’obbiettivo finale resta comunque di incentivare l’istruzione e tutelare il diritto allo studio, auspicabilmente consentendo a più di 330 mila studenti l’accesso ai corsi. L’Italia, infatti, registra un numero sempre minore di laureati tra le persone di età compresa tra 30 e 34 anni, ben sotto le stime di altri Paesi europei.

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