Brexit: il Governo del Regno Unito pronto a spendere 700 milioni di sterline per organizzare la chiusura dei confini con i Paesi UE.
Brexit: quale sarà il costo del divorzio dall’Europa per il Regno Unito?
Di certo, il Governo Johnson spenderà 700 milioni di sterline per organizzare la gestione delle frontiere una volta che ufficialmente il Paese sarà chiuso alle altre nazioni UE.
A meno di sei mesi passati dalla fine dell’adesione transitoria del Regno Unito al mercato unico dell’Unione Europea, i ministri hanno annunciato l’intenzione di spendere centinaia di milioni di sterline in nuove infrastrutture di frontiera.
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Il Regno Unito avrà tutto pronto per il 1 ° gennaio 2021, quando si concluderà l’accordo temporaneo esistente.
Nonostante ancora non si sia trovato un accordo tra Londra e Bruxelles sulle future relazioni commerciali, l’incaricato ai lavori Brexit, Michael Gove, è certo che il piano del Governo funzionerà perfettamente quando sarà il momento.
Nello specifico, i ministri prevedono investimenti pari a 700 milioni di sterline per la gestione frontiere nel post-Brexit, assumendo almeno 500 addetti aggiuntivi e costruendo posti di controllo.
Il pacchetto da 705 milioni di sterline comprende 235 milioni di sterline per il personale e i sistemi IT e 470 milioni di sterline per le infrastrutture portuali e interne, al fine di garantire la conformità con le nuove procedure e i controlli doganali.
Il pacchetto di risorse si riferisce solo all’attuazione del piano per il confine tra Regno Unito e UE e il Governo dovrebbe pubblicare orientamenti e misure specifici per l’Irlanda del Nord entro la fine del mese.
Secondo indiscrezioni, il Governo ha acquistato anche terreni ad Ashford, nel Kent, per trasformarli in un enorme parco di sosta per camion, con lo scopo di gestire gli ingorghi quando le merci verranno controllate al confine.
Ma la nota governativa ha voluto rassicurare sulla questione del controllo, specificando che:
“Quello che vogliamo fare è assicurarci che le merci che viaggiano attraverso il Kent possano arrivare a Dover, sui traghetti e poi in Francia il più rapidamente possibile. Può darsi che, non tanto nel Kent, ma altrove, ci saranno specifiche infrastrutture per facilitare il flusso del traffico.”
La Brexit, dunque, chiama il Regno Unito ad agire, e anche in fretta, soprattutto per una delle questioni più complesse e caratteristiche del divorzio dall’UE: il ripristino delle frontiere. Che avrà si certo un prezzo da pagare.
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