Tre anni di Brexit hanno cambiato l’economia del Regno Unito? Il bilancio finora è amaro e mette in evidenza più perdite che guadagni per la nazione. Perché l’uscita dall’Ue appare come un insuccesso?
Chi fine ha fatto la Brexit? A tre anni dall’uscita dall’Unione Europea, la Gran Bretagna deve ancora beneficiare del dividendo promesso per la sua economia.
La nazione risulta in ritardo rispetto ai suoi pari su più fronti, inclusi commercio e investimenti. Le ultime previsioni aggiornate del FMI sulla crescita del 2023 a livello mondiale, mostrano che solo il Regno Unito è stimato in contrazione tra le economie più importanti.
La Gran Bretagna è uscita dall’Ue il 31 gennaio 2020, sebbene sia rimasta nel mercato unico e nell’unione doganale per altri 11 mesi. Diverse analisi e numeri suggeriscono che il percorso di indipendenza dall’Unione Europea è stato finora poco agevole per la nazione, con un bilancio triennale che non può dirsi positivo.
Molti economisti affermano, in realtà, che l’uscita dall’Ue non è l’unica causa dei guai della Gran Bretagna - il paese è stato duramente colpito dalla pandemia e dall’aumento dei prezzi del gas dopo l’invasione russa dell’Ucraina - ma è un fattore che può aiutare a spiegare la recente sottoperformance.
Dopo tre anni di Brexit il Regno Unito non gode di ottima salute economica.
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Così la Brexit sta danneggiando il Regno Unito
La Brexit sta costando all’economia del Regno Unito 100 miliardi di sterline all’anno (124 miliardi di dollari), con effetti che vanno dagli investimenti aziendali alla capacità delle aziende di assumere lavoratori.
Un’analisi di Bloomberg Economics tre anni dopo che la Gran Bretagna ha lasciato l’Unione Europea dipinge un quadro desolante del danno causato dal modo in cui la scissione è stata attuata dal governo conservatore.
Gli economisti Ana Andrade e Dan Hanson ritengono che l’economia sia più piccola del 4% rispetto a quanto avrebbe potuto essere, con gli investimenti delle imprese in forte ritardo e la carenza di lavoratori dell’Ue in aumento.
Si stima, per esempio, che nel Regno Unito ci siano 370.000 lavoratori europei in meno rispetto a quanto sarebbe stato se la Gran Bretagna fosse rimasta nel mercato unico, una cifra solo parzialmente compensata dall’arrivo di cittadini extracomunitari.
“La scarsità di manodopera si aggiunge alla pressione inflazionistica a breve termine e limita ulteriormente la crescita potenziale”, hanno scritto gli economisti. “Questa non è una buona notizia per un’economia che affronta prospettive desolate a lungo termine, con una crescita tendenziale di poco superiore all’1%.”
I dati sul commercio e sugli investimenti indicano altri problemi legati alla Brexit. Le esportazioni, soprattutto di merci, hanno deluso negli ultimi tre anni, nonostante le grandi speranze di un riequilibrio dell’economia con la Global Britain. Le esportazioni totali, compresi i servizi, sono cresciute meno di quelle di qualsiasi altro paese del G7 dalla fine del 2019.
Boris Glass, economista senior presso l’agenzia di rating S&P Global, ha affermato che l’aumento della burocrazia nel commercio tra Regno Unito e Ue ha danneggiato la competitività soprattutto dei produttori britannici più piccoli, poiché hanno meno risorse per affrontarla.
“Vale la pena notare che il Regno Unito ha più piccoli esportatori rispetto, ad esempio, alla Francia o alla Germania. Quindi, da questo punto di vista, sono svantaggiati”, ha affermato Glass. “Se sei un esportatore con 20 dipendenti, l’onere di compilare questi moduli è molto costoso. Alcuni di loro non possono assolutamente competere.”
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Anche gli investimenti delle imprese sono cresciuti meno dal referendum sulla Brexit del giugno 2016 che negli Stati Uniti, in Francia o in Germania, secondo un’analisi Reuters dei dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
I risultati sembrano quindi mandare in frantumi l’affermazione del primo ministro Rishi Sunak secondo cui la Brexit è una “grande opportunità” per il Regno Unito che sta iniziando a realizzarsi. Tagliare i legami con l’Ue consente alla Gran Bretagna di creare porti franchi per stimolare il commercio e riformare le regole dei servizi finanziari a vantaggio delle banche della City di Londra.
L’economista sostenitore della Brexit Gerard Lyons ha affermato che è sbagliato dare la colpa dei problemi della Gran Bretagna all’uscita dell’Ue.
I problemi risalgono a prima della Brexit, ha evidenziato, indicando i tassi di investimento cronicamente bassi in Gran Bretagna. “Il raggiungimento dei vantaggi della Brexit dipende in gran parte dalla realizzazione... di un piano di crescita: come puoi utilizzare le tue leve dopo la Brexit.”
Forse ci vorrà ancora del tempo per vedere dei vantaggi. E la capacità politica di costruire una nuovo Regno Unito sarà determinante, aldilà delle incerte condizioni mondiali.
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