BRICS, chi sono i 6 nuovi membri dal 1° gennaio 2024 e cosa cambia per il mondo

Violetta Silvestri

27/12/2023

Il gruppo BRICS si allarga e dal 1° gennaio 2024 comprenderà altri 6 Paesi: quali sono e cosa significa questa espansione del blocco guidato da Cina e Russia?

BRICS, chi sono i 6 nuovi membri dal 1° gennaio 2024 e cosa cambia per il mondo

Il blocco dei Paesi BRICS si allarga dal 1° gennaio 2024, ammettendo ufficialmente 6 nuovi Stati come membri del gruppo di economie emergenti, sempre più desiderose di creare un fronte - anche politico - alternativo all’Occidente.

L’espansione è stata decisa durante il 15° vertice del gruppo che si è svolto in Sud Africa nell’agosto scorso. La mossa, che si trasformerà in atto concreto con l’arrivo del nuovo anno, ha lo scopo palese di rafforzare innanzitutto il peso economico dei BRICS, i cui attuali membri sono la Cina, la seconda economia più grande del mondo, il Brasile, la Russia, l’India (la nazione più popolosa a livello globale) e il Sud Africa. L’ambizione è anche di accelerare l’affermazione del club come protagonista e punto di riferimento nel Sud del mondo.

Tuttavia, l’allargamento a 6 nuovi Stati potrebbe anche acuire le tensioni di lunga data tra i membri che vogliono trasformare il gruppo in un contrappeso all’Occidente – in particolare Cina, Russia e ora Iran – e quelli che continuano a coltivare stretti legami con gli Stati Uniti e l’Europa. Inoltre, in un contesto di frammentazione geopolitica e di polarizzazione del mondo con Usa e Cina nemiche in ogni settore, il rafforzamento del blocco BRICS assume una rilevanza strategica globale, dai risvolti per ora sconosciuti.

BRICS, chi sono i 6 nuovi membri

Dal 1° gennaio 2024 il gruppo BRICS si allarga ufficialmente a questi 6 nuovi Stati, che diventano membri: Argentina (poi ritirata dal presidente Milei), Egitto - la seconda economia più grande dell’Africa - Etiopia - una delle economie in più rapida crescita nella regione - e i giganti petroliferi Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

Gli attuali membri del blocco rappresentano circa il 42% della popolazione mondiale e più di 27mila miliardi di dollari di Pil accumulato. Il gruppo allargato rappresenterà il 46,5% della popolazione mondiale e, utilizzando i dati sul Pil del 2022 del FMI, possiamo calcolare che rappresenterà oltre 30.000 miliardi di dollari dei 100.000 di Pil globale.

Secondo diversi analisti, inoltre, non si può ignorare che i membri del BRICS allargato detengono il 45% della produzione mondiale di petrolio e possiedono importanti settori di minerale di ferro, carbone e bauxite, oltre a giocare un ruolo chiave nell’agricoltura mondiale.

Da un punto di vista strategico e di alleanza, i Paesi invitati ad aderire riflettono il desiderio dei singoli membri di portare alleati nel club. Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha fatto forti pressioni per l’inclusione della vicina Argentina, mentre l’Egitto ha stretti legami commerciali con Russia e India.

L’ingresso delle potenze petrolifere dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti evidenzia il loro allontanamento dall’orbita degli Stati Uniti e l’ambizione di diventare a pieno titolo dei pesi massimi globali.

Russia e Iran hanno trovato una causa comune nella loro lotta condivisa contro le sanzioni guidate dagli Stati Uniti e l’isolamento diplomatico, con i loro legami economici che si sono approfonditi in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca.

Cosa cambia con l’allargamento BRICS per il mondo?

Una lettura approfondita di questo allargamento, comunque, spiega che esistono pagine non ancora chiare su cosa potrà significare l’allargamento BRICS. Le relazioni complesse e spesso ostili tra tutti i membri dal 1 gennaio non sono di buon auspicio per la possibilità che gli 11 Paesi raggiungano un consenso su questioni chiave.

Egitto ed Etiopia, ad esempio, sono in trattative tese sulla Grande Diga Rinascimentale Etiope sul Nilo Azzurro, un affluente del fiume Nilo. L’Arabia Saudita e l’Iran, rivali regionali con una storia lunga e fratturata, solo di recente hanno ristabilito i rapporti diplomatici in un accordo difficile mediato dalla Cina.

Sembra improbabile che un blocco così discordante sia in grado di creare un nuovo ordine mondiale, ma l’esistenza stessa di questa strana combinazione di Paesi dimostra che esiste un interesse per allineamenti multilaterali guidati da Paesi non occidentali, ha commentato Anjali Bhatt su The Diplomat.

Il gruppo BRICS allargato si inserisce, infatti, in un contesto mondiale molto complesso e in trasformazione. La guerra in Ucraina, la rivalità commerciale, tecnologica e politica tra Usa e Cina e, in ultimo, il conflitto in Israele che si sta ampliando al Mar Rosso suggeriscono che l’Occidente non è più l’unico punto di forza mondiale. Altre potenze stanno avanzando, soprattutto sotto il mantello cinese.

L’equilibrio è davvero fragile e complicato, anche all’interno del gruppo. Iran, Cina e Russia hanno i loro contrasti con gli Stati Uniti. Ma l’Egitto, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno stretti legami di sicurezza con Washington, anche se meno stabili di un tempo.

L’India fa parte del patto di sicurezza “Quad” con Stati Uniti, Australia e Giappone. E proprio di recente al vertice del G20 a Nuova Delhi, India, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti hanno firmato un Memorandum d’intesa con gli Stati Uniti e i partner europei per un corridoio economico India-Medio Oriente-Europa. Brasile e Argentina stanno cercando di bilanciare le loro relazioni con Stati Uniti e Cina, mantenendo i legami con entrambi importanti partner commerciali.

Un intreccio di interessi e ambizioni rende poco chiaro il futuro dei BRICS. Tuttavia, quello che appare certo, è che la frammentazione geopolitica sarà un tema caldo del 2024. I 6 nuovi membri del blocco lo confermano.

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