Renato Brunetta si è incatenato per protesta

Marco Ciotola

01/12/2019

Lo ha fatto per esprimere la sua contrarietà alla nascita di una discarica a Falcognana, nella periferia romana

Renato Brunetta si è incatenato per protesta

Ha destato più di qualche interrogativo in rete l’immagine del deputato di Forza Italia Renato Brunetta incatenato ad un cancello. Il tema che ha spinto il politico al simbolico gesto è quello dei rifiuti, particolarmente sentito a Roma, dove si è svolta la protesta.

Brunetta si è infatti incatenato al cancello dell’Ecofer, deposito di parti di auto che si trova a Falcognana, nella periferia romana. Qui potrebbe sorgere una nuova discarica utile a contenere i rifiuti urbani della capitale.

L’ipotesi ha spinto migliaia di residenti della zona a esprimere pubblicamente la loro contrarietà con una manifestazione che si è svolta nella giornata di ieri, e alla quale hanno preso parte anche diverse figure politiche.

Brunetta, che possiede un’azienda agricola proprio nella stessa zona, ha dichiarato che la nascita di una discarica significherebbe penalizzare la quotidianità di centomila abitanti:

“Se Salvini ha bloccato i camion a Civitavecchia, io mi posso incatenare perché realizzare una discarica qui significa gettare nella disperazione centomila abitanti del quartiere. Siamo a pochi metri dal santuario del Divino Amore”.

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Renato Brunetta si è incatenato per protesta

Il sito, nei pressi del Divino Amore, è tra quelli citati durante l’ultimo tavolo tecnico svoltosi dopo l’ordinanza regionale sull’emergenza rifiuti.

Virginia Raggi, sindaco di Roma, ha tempo fino al 10 dicembre per prendere una decisione in merito, considerando che la chiusura della discarica di Colleferro ha complicato non poco uno scenario già difficoltoso.

L’ordinanza regionale a firma del governatore Nicola Zingaretti vincola infatti all’indicazione di un sito pronto ad accogliere gli scarti dei rifiuti urbani romani in uscita dai Tmb; in caso di mancato rispetto della deadline, scatterà il commissariamento del Comune.

La discarica dovrà essere predisposta ad accogliere 2.000 tonnellate di scarti al giorno, ovvero il quantitativo che al momento va al sito di Colleferro, che va verso la chiusura definitiva del 15 gennaio 2020.

Brunetta ha marciato al fianco dei residenti della zona per comunicare la sua contrarietà all’ipotesi di una discarica a Falcognana, incatenandosi poi in maniera simbolica ai cancelli dell’Ecofer, società che attualmente gestisce il sito:

“Dopo sei anni siamo qui a ribadire il nostro no. Dirottare su Falcognana per la realizzazione di una discarica è solo il frutto delle incapacità e dell’inerzia del Comune e della Regione, che sembrano lavorare contro gli interessi dei cittadini e contro la legge”.

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