Il terzo trimestre 2023 non sarà facile per il mercato azionario, ma anche il 2024 potrebbe riservare brutte sorprese. Ecco quali scenari si prospettano secondo gli analisti.
Dopo una lunga corsa al rialzo delle azioni nel 2023, il mercato finanziario globale si trova di fronte a una sfida imminente: tassi di interesse più alti e per un periodo prolungato. Molti analisti vedono una fase di «stallo» per le azioni, ma cosa ci riserva il futuro? In questo articolo, esamineremo le prospettive del mercato azionario in luce degli aumenti dei tassi di interesse e delle previsioni degli esperti.
Stallo in arrivo? Un Déjà-vu del 1994
Nel terzo trimestre 2023 le azioni hanno perso lo slancio dei mesi precedenti. Secondo alcuni esperti, nonostante una robusta economia, l’incremento dei costi di finanziamento e il rialzo dei fattori di sconto potrebbero ridurre il valore degli asset, generando un quadro simile al 1994. Quell’anno, un contesto di rialzo prolungato dei tassi di interesse ha portato a un mercato azionario sostanzialmente piatto, con l’indice S&P 500 che ha chiuso l’anno leggermente in ribasso dell’1,5%. Chen Zhao, capo stratega globale di Alpine Macro, suggerisce che la storia potrebbe ripetersi nel 2024. Secondo Zhao, “Abbiamo un’economia in crescita e resiliente, su questo non ci sono dubbi... Ma allo stesso tempo, ci sono costi di finanziamento in aumento, fattori di sconto in aumento che di fatto riducono il valore degli asset”. Questo “stallo” potrebbe diventare una realtà, con azioni che faticano a vedere significativi progressi mentre i multipli scendono. Tuttavia, Zhao prevede che questa fase laterale possa concludersi nella prima metà del 2024, a condizione che siano soddisfatte alcune condizioni cruciali.
Previsioni degli analisti per il 2024
Secondo le analisi di Chen Zhao, la fase di trading laterale potrebbe protrarsi fino alla prima metà del 2024. Zhao esclude che il rapido aumento dei tassi di interesse possa portare a un atterraggio duro per l’economia e le azioni come accadde nel periodo 1981-1982 quando le azioni crollarono dopo i rapidi aumenti dei tassi negli anni ’80, che hanno portato alla recessione. Le aspettative per i prossimi mesi sono dunque di “stallo”, ma non di recessione.
In ogni caso, la chiave per sbloccare questa situazione è il taglio dei tassi da parte della Fed che sarà possibile solo nel caso di un calo dell’inflazione più rapido rispetto alle aspettative di mercato.
Le prospettive potrebbero però essere meno rosee di quanto ci si possa aspettare: Hugh Gimber, stratega del mercato globale presso JPMorgan Asset Management, sottolinea che i tagli dei tassi previsti per il 2024 potrebbero essere un segnale di preoccupazione. Gimber afferma che “il motivo per cui la Fed taglia il prossimo anno non è perché l’inflazione è semplicemente tornata dolcemente al livello target. Piuttosto è perché iniziamo a vedere delle crepe nelle prospettive di crescita.” Questa prospettiva potrebbe indicare un periodo difficile per le azioni, soprattutto considerando le aspettative di crescita degli utili del 12% per l’intero S&P 500 nel 2024.
Tuttavia, esiste una contraddizione interessante tra le previsioni degli analisti e le proiezioni della Fed. Mentre gli analisti prevedono una crescita degli utili, i mercati dei tassi di interesse scontano una probabilità superiore al 55% di un taglio degli interessi nel luglio 2024. Secondo Gimber, queste discrepanze non possono coesistere a lungo.
Brutte notizie fino al 2024 (almeno)
Un altro strategist di JPMorgan, Marko Kolanovic, ha espresso preoccupazioni simili suggerendo di ridurre l’esposizione in azioni. Kolanovic mette in guardia sul surriscaldamento della relazione tra tassi di interesse e multiplo azionario, evidenziando una sopravvalutazione di circa il 2,7x. Una visione simile ma più drastica di quella di Hugh Gimber di JPMorgan Asset Management, secondo cui eventuali tagli dei tassi nel 2024 potrebbero coincidere con una flessione degli utili aziendali, creando ulteriori ostacoli per le azioni.
Gli ultimi dati sull’inflazione Usa non sono stati incoraggianti. A settembre l’indice dei prezzi si è attestato al 3,7% (sopra le attese fissate al 3,6% e al massimo da 14 mesi), con l’indice core, al netto delle componenti più volatili quali cibo ed energia, salito al 4,3% (da 4,1%) a livello tendenziale. Questi dati, uniti a un mercato del lavoro stabile, rendono meno scontata la possibilità che la Fed mantenga invariati i tassi, optando per un nuovo aumento nel prossimo meeting in programma il 31 ottobre e 1 novembre.
Il futuro del mercato azionario rimane incerto mentre si affrontano tassi di interesse più elevati e prospettive di crescita variabili. In conclusione, il contesto attuale dei tassi di interesse più alti rappresenta una svolta significativa per il mercato azionario. Gli esperti concordano nell’anticipare un periodo di stagnazione, con la prospettiva di tagli dei tassi solo nel 2024.
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