Titoli di stato fuori dal calcolo dell’Isee, il governo ci ripensa: se ne continuerà a tener conto per valutare il diritto all’Assegno di inclusione e al Supporto per la formazione e il lavoro.
La novità introdotta dalla legge di Bilancio 2024 riguardante all’esclusione dall’Isee degli investimenti in titoli di Stato italiani - come pure dei prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato - non verrà per alcuni bonus.
A prevederlo è la bozza del decreto Pnrr che nella giornata di oggi, lunedì 26 febbraio 2024, è atteso in Consiglio dei ministri, con il quale il governo ha deciso di rivedere parzialmente la norma che esclude fino a 50 mila euro di investimenti dal patrimonio mobiliare ai fini Isee.
Una novità che era stata accolta con entusiasmo dalle famiglie, molte delle quali sono state incentivate a investire i propri risparmi per assicurarsi un Isee più basso e il conseguente diritto a un maggior numero di agevolazioni, che tuttavia sta riscontrando più di un intoppo.
Nelle scorse settimane, ad esempio, l’Inps ha chiarito che nonostante questa novità decorra dal 2024, attualmente non è ancora possibile escludere dall’Isee gli investimenti i titoli di Stato (come Btp e Bot) e altri prodotti finanziari (come quelli di raccolta del risparmio fiscale). Come specificato nel messaggio Inps n. 165 del 12 gennaio scorso, infatti, tale esclusione non è immediata essendo subordinata all’approvazione delle modifiche al regolamento recante la disciplina dell’Isee (Dpcm n. 159 del 2013).
Modifica che è in arrivo, ma non per tutti: differentemente da quelle che erano le anticipazioni, si terrà comunque conto dei suddetti investimenti ai fini della verifica dei requisiti di accesso all’Assegno di inclusione (Adi) e al Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl).
Btp e altri investimenti fuori dall’Isee, perché non vale per Adi e Sfl
Buone notizie per chi spera in una riduzione dell’Isee grazie all’esclusione dei suddetti investimenti: è in arrivo la tanto attesa modifica al regolamento così da rendere operativa la novità introdotta in legge di Bilancio 2024.
Tuttavia, nel decreto Pnrr che verrà approvato in queste ore dal Consiglio dei ministri viene chiarito che l’esclusione non varrà per Assegno di inclusione, la misura che ha preso il posto del Reddito di cittadinanza, né per il Supporto per la formazione e il lavoro, il bonus di 350 euro al mese che spetta ai disoccupati.
Come si legge nella bozza del provvedimento, tale esclusione è necessaria al fine di consentire solamente alle categorie più vulnerabili di accedere ai suddetti strumenti, escludendo le famiglie che seppure con reddito basso hanno un patrimonio investito che potrebbe essere sufficiente per vivere senza dover pesare sulle casse statali.
Il governo ha preso in giro le famiglie?
Va detto che la considerazione fatta dal governo è ragionevole: d’altronde l’Assegno di inclusione, come pure il Supporto per la formazione e il lavoro, sono misure pensate per quelle famiglie e persone che si trovano in uno stato economico di profonda difficoltà.
Serve dunque che l’Isee - che già ha lo svantaggio di guardare alla situazione reddituale e patrimoniale aggiornata a due anni prima - fotografi esattamente la realtà dei fatti, senza esclusioni immotivate come quella che riguarderebbe gli investimenti.
Tuttavia ci chiediamo: perché precisarlo solamente adesso? È vero che una famiglia che potenzialmente rientra nella platea dei potenziali percettori di Assegno di inclusione e Supporto per la formazione lavoro raramente ha un patrimonio da poter investire, ma pensiamo a quelle poche che invece si trovano in questa situazione.
Seppur in un numero ridotto, appreso di una tale possibilità potrebbero aver investito un piccolo tesoretto con la speranza di poter rientrare tra i beneficiari di una tra le suddette misure, salvo poi scoprire solamente in un secondo momento che è stato tutto inutile.
Limite patrimonio mobiliare per Assegno di inclusione e Sfl
Ricordiamo che tanto per l’Assegno di inclusione quanto per il Supporto per la formazione e il lavoro è necessario che il patrimonio mobiliare - che a questo punto terrà conto anche dei risparmi investiti - non deve superare la soglia dei 6 mila euro.
Questo limite può essere accresciuto di 2 mila euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo, fino a un massimo di 10 mila euro. Inoltre, è prevista un’ulteriore maggiorazione di 1.000 euro per ogni minorenne successivo al secondo; e ancora, per ogni componente con disabilità si aggiungono 5 mila euro, 7.500 euro se la disabilità è grave (o comunque in caso di non autosufficienza).
Se quindi una persona sola ha, ad esempio, un reddito pari a zero ma 7 mila euro sul conto corrente, non potrà comunque accedere alla misura. E se prima si poteva pensare di investirli, ad esempio acquistando Btp, per stare al di sotto del limite, con la novità attesa nel decreto Pnrr non sarà così.
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