Rendimento Btp decennale al 4,70% e spread oltre 190 punti: si torna a parlare di allarme debito per l’Italia? Cosa sta succedendo nel mercato obbligazionario e cosa temere.
Titolo di Stato decennale sotto pressione, con il rendimento che si impenna e lo spread Btp-Bund che torna su livelli di allerta.
C’è tensione sul mercato obbligazionario italiano, così come in quello europeo e statunitense, in seguito alla determinazione espressa dalle banche centrali Fed e Bce nel continuare la lotta all’inflazione con tassi di interesse elevati.
Con Lagarde a confermare che l’obiettivo di Francoforte è raggiungere il target inflazione del 2% anche con scelte difficili e impopolari e la banca Usa a ridurre i tagli al costo del denaro per il 2024, i rendimenti delle obbligazioni statali sono schizzati come non accadeva da mesi.
Quando un titolo di Stato rende di più, il suo valore (prezzo) diminuisce poiché si muove in modo opposto. La dinamica, inoltre, significa che cresce l’onere statale da pagare a chi detiene il debito.
In questo contesto, anche lo spread Btp-Bund sta tornano in primo piano, balzando a 192 punti nell’odierna mattinata.
Btp decennale, rendimento sfiora il 4,7%. Spread schizza, cosa succede?
Il titolo di Stato italiano decennale rende il 4,7% nella mattinata del 26 settembre, aumentando bruscamente sulla scia di nuovi record per il Treasury Usa.
Anche il Bund decennale tedesco raggiunge il massimo dal 2011, con il rendimento al 2,8% (+7 punti base). Si impenna anche il titolo di Stato a 10 anni francese, con un rendimento a +3,35%.
Il mercato obbligazionario sta ormai scontando uno scenario di costi di investimenti elevati per un periodo più lungo, sia negli Stati Uniti che in Eurozona.
L’allarme sta già scattando per l’Italia, considerando il suo elevato debito pubblico e, quindi, il peso che può rappresentare per le casse statali il pagamento di cedole più alte.
Da quando il Btp decennale ha mostrato un rendimento sotto il 4%, a giugno 2023, il suo rialzo è stato sempre più marcato, con diverse oscillazioni. Complici la politica dei tassi della Bce, che ha alzato in modo marcato il costo del denaro (ora la 4,50%) e l’incertezza sulla crescita, con le criticità sul Pnrr e sulla crisi energetica, l’Italia ha vissuto un’estate tutto sommato sotto controllo, ma con l’allerta debito/crescita mai spenta.
Dal 3,92% di giugno, il rendimento del decennale è ora passato un picco di giornata di 4,72%.
Di conseguenza, lo spread Btp-Bund è salito a un massimo di mattinata di 192 punti. Al momento in cui si scrive viaggia sui 190 punti, tornando quindi su livelli di allerta. Il mese di settembre era iniziato a 165 punti e per vedere il differenziale tra i due titoli di Stato decennali a 192 punti occorre tornare a marzo 2023, all’indomani di una riunione Bce che aveva alzato i tassi di 50 punti base (innervosendo il Governo Meloni).
Le sfide per il debito italiano. Chi compra Btp?
Il rendimento del Btp decennale è osservato da vicino da analisti e politici italiani. Con la politica Bce orientata alla stretta creditizia, infatti, gli acquisti di debito pubblico nazionale da parte di Francoforte e della Banca d’Italia si ridurranno sempre di più.
Come suggerito da Fubini sul Corriere della Sera, per l’Italia è ora fondamentale “trovare investitori che comprino buoni del Tesoro a rendimenti sostenibili per lo Stato. In particolare è essenziale averne per l’aumento del flottante, cioè la quota di nuovi titoli da finanziare sul mercato in un anno.”
I numeri, in questo ambito, sono importanti: nel 2024 si aspettano circa 130 miliardi di nuovi bond da vendere. Chi li comprerà e con quali tassi da pagare da parte dello Stato? L’emissione di debito è vitale per le casse pubbliche che devono coprire il deficit di esercizio previsto nel 2024.
In questo scenario, Fubini ha ricordato che sono questi “i veri grattacapi del Tesoro”, non le misure della manovra.
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