In Romania si costruiscono rifugi vicino al confine con l’Ucraina e nelle Filippine gli Usa ampliano la propria base navale: l’Occidente si prepara alla terza guerra mondiale?
L’olezzo della terza guerra mondiale aleggia nell’aria dal 24 febbraio 2022, giorno in cui Vladimir Putin ha deciso di dare il via alla sua “operazione speciale” con la Russia che ha invaso l’Ucraina rompendo di fatto quella sorta di equilibrio con gli Stati Uniti che durava da oltre mezzo secolo.
La guerra in Ucraina da mesi è in una fase di stallo che neanche la controffensiva lanciata da Kiev a inizio giugno è riuscita a scalfire, il tutto mentre si avvicina sempre di può la stagione autunnale - o peggio quella invernale - che di fatto andrà quasi a “congelare” le operazioni militari sul campo vista la grande difficoltà che avranno le truppe ad avanzare in un terreno fangoso.
Tregua o terza guerra mondiale, questo sembrerebbe essere l’amletico bivio che si sarebbe palesato davanti al giardino sempre ben curato della Casa Bianca: non ce ne voglia Volodymyr Zelensky, ma le sorti del conflitto sono tutte in mano a Joe Biden.
Oltreoceano sono convinti che, una volta entrati nella campagna elettorale per le elezioni Usa 2024, Biden “suggerirà” al suo omologo ucraino di iniziare a trattare una tregua con Putin, il tutto per non presentarsi al voto con una controversa guerra ancora in corso.
Questo però significherebbe concedere una sorta di vittoria alla Russia, visto che Mosca con una “soluzione coreana” andrebbe a mantenere buona parte dei territori che ha conquistato durante questo anno e mezzo di guerra, senza contare poi la Crimea annessa de facto dal 2014.
L’alternativa per gli Usa però non sembrerebbe essere edificante: aumentare ancora di più - se è possibile senza fornire direttamente proprie truppe, ovvero quelle Nato - il supporto militare all’Ucraina accrescendo al tempo stesso i rischi di una terza guerra mondiale.
Il futuro del mondo è nelle mani di sleepy Joe, con le ultime notizie che arrivano dai vari continenti che non sembrerebbero essere particolarmente tranquillizzanti.
L’Occidente si prepara alla terza guerra mondiale?
L’episodio dei frammenti di drone russo - ma made in Iran - recuperati in territorio rumeno ci fa capire come da tempo stiamo ballando lungo il sempre più sottile filo che ci separa da una terza guerra mondiale potenzialmente anche nucleare.
Sempre dalla Romania è arrivata la notizia di come l’esercito di Bucarest abbia iniziato a costruire dei rifugi per la popolazione nelle vicinanze di Plauru, piccola località che si trova di fronte al porto ucraino di Izmail da settimane oggetto degli attacchi russi.
Sempre a Est, la Nato è impegnata in una serie di esercitazioni militari per simulare la risposta nel caso in cui la Russia dovesse attaccare un Paese facente parte dell’Alleanza atlantica.
Poco più a Ovest e più precisamente nei Balcani, è fallita l’ennesima mediazione dell’Unione europea tra Kosovo e Serbia con la situazione tra i due Paesi che rimane sempre tesa, per non parlare di quella pentola a pressione sempre sul punto di esplodere che è la Bosnia.
Spostandoci più a meridione, l’Africa è sconvolta a Nord dalle calamità naturali tra terremoti e inondazioni che hanno aumentato l’instabilità della zona, mentre nella parte più continentale il recente colpo di Stato in Niger ha spinto i Paesi filo-occidentali a valutare l’intervento militare contro i golpisti - considerati vicini a Mosca - che ora comandano a Niamey.
In Asia le cose non vanno di certo meglio. Kim Jong-un ha celebrato il suo viaggio in Russia lanciando qualche missile verso il Mar del Giappone e promettendo sine die il sostegno a Vladimir Putin.
Gli Usa però nel Pacifico non stanno di certo con le mani in mano: in accordo con le Filippine, Washington ha pianificato il potenziamento di una base navale proprio nelle vicinanze di Taiwan, isola che nei giorni scorsi è stata quasi accerchiata dall’aviazione cinese.
Infine in Siria nella travagliata zona di Deir ez Zor da giorni sono in corso violenti scontri tra esercito regolare e oppositori di Bashir al-Assad, ferreo alleato di Vladimir Putin. Per l’Onu ci sarebbero delle avvisaglie preoccupanti.
Sono tutti segnali di come stiamo lentamente scivolando verso una guerra mondiale? Fino a quando non arriverà un cessate il fuoco in Ucraina, il sentore è che nessun analista scommetterebbe un solo penny contro l’ipotesi di una escalation.
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