Buoni fruttiferi postali dematerializzati o cartacei, quale scegliere

Violetta Silvestri

9 Novembre 2024 - 10:37

Buono fruttifero postale cartaceo o dematerializzato? Le differenze tra i due titoli e come orientarsi per scegliere uno o l’altro.

Buoni fruttiferi postali dematerializzati o cartacei, quale scegliere

Meglio i Buoni fruttiferi postali dematerializzati o quelli cartacei?

Il risparmiatore che sceglie di investire in questi titoli di debito garantiti dallo Stato, molto apprezzati proprio per il loro basso livello di rischio di perdita del capitale, spesso non sa bene quale opzione preferire. Quale prodotto di investimento scegliere?

Le differenze tra i Buoni fruttiferi postali dematerializzati e cartacei riguardano esclusivamente la forma e le modalità di sottoscrizione e riscossione degli interessi, ma non divergono per quanto riguarda i vantaggi di tipo remunerativo e il loro generale funzionamento.

La scelta tra l’uno o l’altro, quindi, dipende esclusivamente dalle abitudini dell’investitore nel gestire i propri conti, finanze e risparmi.

I buoni fruttiferi postali dematerializzati e quelli cartacei, infatti, presentano specifiche caratteristiche. Di seguito, una semplice guida per orientarsi nella scelta tra queste due modalità di investimento in titoli di debito emessi da Cassa Depositi e Prestiti, distribuiti da Poste Italiane con garanzia dello Stato.

Cosa sono i Buoni fruttiferi postali

Innanzitutto occorre precisare che, in generale, per Buono fruttifero postale si intende un titolo di debito garantito dallo Stato ed emesso da Cassa depositi e prestiti S.p.A. Poste Italiane si occupa della loro distribuzione attraverso gli Uffici postali e i canali digitali.

Le operazioni di sottoscrizione e rimborso sono a costo zero, fatti salvi gli oneri fiscali, la loro tassazione è agevolata al 12,5% e i rendimenti sono fissi.

I Buoni fruttiferi postali possono essere rimborsati al 100% in qualsiasi momento. I risparmiatori, quindi, hanno la possibilità di recuperare totalmente quanto investito in qualsiasi momento. Il valore del rimborso non sarà mai inferiore al valore nominale del buono.

Buoni fruttiferi postali dematerializzati: come funzionano?

I Buoni fruttiferi postali in forma dematerializzata si sottoscrivono con una scrittura contabile effettuata sul Libretto di risparmio postale o sul conto corrente Bancoposta.

L’intestazione del Buono deve corrispondere a quella del conto di regolamento. Nel caso in cui il possessore di tale titolo richieda il rimborso anticipato o a scadenza, Poste Italiane provvederà all’accredito del suo valore con gli eventuali interessi maturati sul conto di regolamento scelto per l’intestazione in modo automatico.

Anche in questa forma dematerializzata, i Buoni fruttiferi postali vengono emessi in tagli da 50 euro e multipli. Essi possono essere rimborsati anticipatamente sia per il valore sottoscritto, in modo parziale o nel rispetto del taglio minimo e multipli.

Pro e contro dei Buoni fruttiferi postali dematerializzati

Perché scegliere di sottoscrivere Bfp in forma dematerializzata?

I vantaggi sono almeno due:

  • il rimborso - alla scadenza o anticipato - è emesso in modo automatico sul conto di regolamento e quindi non si rischia la prescrizione del Bfp;
  • la gestione del Buono dematerializzato avviene online, senza recarsi fisicamente in Ufficio postale. Tramite il sito poste.it o in App BancoPosta si può acquistare e controllare il titolo

Rispetto alla forma cartacea, quindi, il Buono fruttifero postale digitalizzato ha il grande pregio di non prescriversi e quindi di garantire sempre il rimborso poiché questo avviene in automatico sul conto. Il titolare non deve ricordarrsi della scadenza del titolo e recarsi in Ufficio postale: pensa a tutto l’emittente pagando sul conto.

Lo svantaggio può essere rappresentato dal fatto che il Libretto di risparmio o il conto collegato non possono essere estinti fino a quando sarà collegato al Buono fruttifero postale dematerializzato.

È evidente che questa forma di Bfp è indicata soprattutto per chi è pratico nella gestione digitale di conti, finanze, risparmi. Un investitore abituato a utilizzare App, magari scaricate sullo smartphone, è agevolato e si sente più sicuro nella sottoscrizione di un Buono fruttifero postale digitalizzato.

Buoni fruttiferi postali cartacei: come funzionano?

I Buoni fruttiferi cartacei sono quelli più conosciuti tra gli investitori italiani, poiché presentano modalità di funzionamento classiche.

In sostanza, il risparmiatore deve recarsi fisicamente in Ufficio postale per la sottoscrizione. Il titolo è quindi consegnato in forma di documento cartaceo e per il rimborso è obbligatoria la presentazione dello stesso, altrimenti il pagamento non può avvenire.

L’investitore, quindi, ha la piena responsabilità della custodia del Bfp. Tali Buoni sono emessi in tagli da 50 euro e multipli.

Pro e contro dei Buoni fruttiferi postali cartacei

Nel dubbio su quale forma di Buono fruttifero postale scegliere, la prima considerazione da fare sul titolo cartaceo è che esso presenta un grande svantaggio: il rischio di prescrizione e di perdita del rimborso.

Cosa significa? Lo spiega il sito di Poste:

I Buoni Fruttiferi Postali diventano infruttiferi dal giorno successivo alla scadenza. Per i Buoni Fruttiferi Postali rappresentati da documenti cartacei, trascorsi 10 anni dalla data di scadenza, i diritti dei titolari alla restituzione del capitale sottoscritto e alla corresponsione degli interessi maturati si prescrivono.

In parole più semplici: il titolare di un buono cartaceo deve necessariamente andare di persona alle Poste entro il tempo di scadenza del Bfp. Se dimentica la data di scadenza e non si reca fisicamente in tempo allo sportello perde tutto.

Inoltre, il Buono fruttifero postale va mantenuto integro. La responsabilità di custodia del titolo, quindi, è fondamentale. Capita, a volte, che i titolari di Bfp dimentichino in un cassetto il documento o lo ritrovino rovinato.

Il vantaggio di sottoscrivere un Buono fruttifero postale cartaceo risiede essenzialmente nel garantire gli investitori più tradizionali, abituati ad avere un rapporto personale e di fiducia con gli addetti dell’Uffio postale. Chi non è avvezzo alla gestione finanziaria su App o attraverso siti internet - che richiedono password e una certa capacità di navigare sul web - preferisce la forma cartacea.

Si può sostituire un Buono cartaceo con uno dematerializzato?

Nel timore di perdere o vedere andare distrutto per qualsiasi motivo il proprio Buono fruttifero postale cartaceo, il possessore potrebbe chiederne la trasformazione in uno dematerializzato.

La sostituzione del suddetto titolo può realizzarsi nelle modalità indicate dall’Ufficio postale e solo nel caso che l’intestatario del titolo sia uguale a quello del conto di regolamento in cui registrare la scrittura contabile, ovvero Libretto di risparmio postale o conto corrente Bancoposta.

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