Btp, allarme titoli di Stato italiani. Ecco perché e cosa può succedere

Violetta Silvestri

27/10/2023

Titoli di Stato italiani nel mirino degli analisti: perché preoccupa la loro svendita? Cosa osservare nel mercato obbligazionario dell’Italia, tra tassi Bce e deficit.

Btp, allarme titoli di Stato italiani. Ecco perché e cosa può succedere

Sebbene la Bce abbia in parte placato le turbolenze obbligazionarie, i titoli di Stato in Italia restano in massima allerta.

Gli analisti, infatti, continuano a osservare con preoccupazione gli elevati rendimenti del Btp decennale italiano, che è di poco inferiore al 5% e in lieve calo dopo che ieri la Banca centrale ha offerto una tregua alla sua politica monetaria aggressiva.

Lo spread Btp-Bund viaggia sotto la soglia allarmante dei 200 punti venerdì 27 ottobre in mattinata, ma nei giorni scorsi ha più volte superato il livello di guardia.

C’è da aggiungere, inoltre, che il mercato obbligazionario ha subito una generale svendita nelle ultime settimane, con il Treasury decennale Usa a guidare il balzo del rendimento su nuovi massimi decennali e il tonfo delle obbligazioni dinanzi alla previsione di tassi Fed più alti e più a lungo (una condizione valutata da falco dai mercati).

Per l’Italia, poi, si sono aggiunti il quadro economico deprimente dell’Eurozona, sulla strada della recessione e, soprattutto, l’aumento del deficit presentato nella Nadef. Un mix di fattori che sta facendo suonare - di nuovo - l’allarme sui titoli di Stato italiani.

La svendita dei titoli di Stato in Italia preoccupa. Scatta l’allarme

Il capo economista di Allianz Ludovic Subran non ha usato mezzi termini per presentare un allarme Italia: l’ampliamento dello spread obbligazionario italiano rispetto alla Germania è preoccupante e il nuovo strumento di crisi della Banca Centrale Europea potrebbe essere insufficiente a contenere le turbolenze.

“Vediamo una svendita dei Btp italiani che è inaudita, e che non migliorerà con la credibilità fiscale che questo governo ha scelto”, secondo le parole di Manus Cranny e Dani Burger su Bloomberg Television.

Il rendimento dei titoli decennali italiani è ancora una volta più alto di oltre 200 punti base rispetto al suo equivalente tedesco, superando un livello comunemente visto come una misura di aumento del rischio nella regione. Il pericolo dovrebbe spingere i funzionari della Bce a sottrarsi alla riduzione del loro programma di acquisti di emergenza pandemico, ha osservato Subran.

Il riferimento è al PEPP, strumento pensato e attuato durante la crisi del Covid e che ha consentito alla banca centrale di acquistare obbligazioni statali in un momento critico. L’Italia ne ha molto beneficiato. Ora però, in un contesto economico profondamente mutato, la Bce intende man mano finire i reinvestimenti nel debito degli Stati (secondo quello che è chiamato QT, Quantitative TIghtening). E questo può causare oscillazioni dei rendimenti.

“La mia principale preoccupazione ora è: cosa accadrà al QT – o restrizione quantitativa?”, ha aggiunto. “Il TPI, il Meccanismo di Protezione della Trasmissione, potrebbe non essere sufficiente. Ma il PEPP flessibile potrebbe effettivamente essere la chiave, quindi manteniamo questa soluzione il più a lungo possibile”.

Il bisogno di equilibrare il mercato obbligazionario, evitando balzi troppo forti dei rendimenti e svendite delle obbligazioni proprio ora che le nazioni hanno bisogno di vendere debito, sta emergendo anche a fronte di deficit in aumento.

E di un Patto di Stabilità Ue sospeso e in cerca di una modifica condivisa. Anche Lagarde ha auspicato una veloce riforma delle regole di bilancio, con il desiderio che si torni a una maggiore, seppure più flessibile, austerità o controllo dei conti pubblici.

“Sono molto preoccupato per la traiettoria fiscale che il governo italiano ha scelto, sono anche un po’ preoccupato per la traiettoria fiscale che il mio governo, il governo francese, ha scelto”, ha spiegato l’esperto di Allianz riferendosi alla decisione di aumentare spese in deficit.

In questo complesso scenario di aspettative, il debito italiano sta tornando in primo piano.

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