C’è un dato allarmante nell’inflazione in Europa

Violetta Silvestri

2 Luglio 2024 - 12:57

L’inflazione in Eurozona è scesa nei dati di giugno preliminari, ma ha anche mostrato un dato ancora poco rassicurante. Quali sono i prezzi elevati che agitano la Bce?

C’è un dato allarmante nell’inflazione in Europa

I dati preliminari sull’inflazione di giugno in Eurozona hanno evidenziato prezzi in rallentamento al 2,5%.

Una notizia attesa e rincuorante, che però ancora nasconde dettagli preoccupanti, soprattutto per le valutazioni della Bce. Una componente fondamentale dei servizi è infatti rimasta ostinatamente elevata, alimentando probabilmente i timori di alcuni responsabili politici della Banca centrale europea sul fatto che le pressioni sui prezzi interni potrebbero rimanere a livelli alti.

Sebbene il prezzo dei beni sia rimasto contenuto per gran parte di quest’anno e anche l’inflazione energetica sia diminuita, i servizi si sono dimostrati rigidi, un fenomeno attentamente monitorato a Francoforte e che sta mettendo in crisi l’Eurotower per le prossime decisioni.

Inflazione in Europa, questi prezzi sono ancora troppo alti

L’inflazione di fondo, escludendo gli effetti volatili di energia, cibo, alcol e tabacco, si è attestata al 2,9% rispetto al mese precedente, mancando di poco il 2,8% previsto dagli economisti.

Anche il tasso di aumento dei prezzi nei servizi non si è mosso, attestandosi al 4,1%. La mancata discesa di queste voci inflazionistiche ha suscitato allerta in Eurozona.

Alcuni sostengono che il settore servizi segua semplicemente con ritardo gli altri componenti e che sia in arrivo una moderazione dei prezzi anche per questo ambito, favorita da una ripresa economica che dovrebbe migliorare la competitività.

Altri, tuttavia, temono che la carenza di manodopera, la rapida crescita dei salari e gli indicatori di produttività scadenti nei servizi possano consolidare una rapida crescita dei prezzi, mantenendo l’inflazione complessiva al di sopra dell’obiettivo per un periodo prolungato.

In un possibile segnale che lo stress del mercato del lavoro persisterà, i dati hanno mostrato che la disoccupazione nella zona euro si è mantenuta stabile a un minimo storico del 6,4% a maggio. Il tasso di disoccupazione è ora più di un punto percentuale in meno rispetto al minimo pre-pandemia, mentre l’occupazione è in aumento.

Tutti questi fattori incrementano l’incertezza sulle prossime mosse Bce. Lagarde ha infatti messo in chiaro che troppi dubbi circondano ancora il potenziale percorso dell’inflazione. E, quindi, dei tagli ai tassi.

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# Bce

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