Caldaie a gas, da quando parte lo stop e conseguenze per chi ce l’ha

Alessandro Nuzzo

9 Dicembre 2023 - 14:30

Trovato l’accordo sulla direttiva europea che mira a case sempre più green e a zero emissioni. Vediamo le principali novità.

Caldaie a gas, da quando parte lo stop e conseguenze per chi ce l’ha

È stato trovato l’accordo tra Parlamento, Consiglio, Commissione e gli Stati europei per la direttiva EPBD, Energy Performance of Buildings Directive, che mira a case green e a zero emissioni in tutta l’Unione Europea. Dopo un lungo tira e molla e le ostilità sopratutto di quei paesi che non hanno una cultura pronunciata del green (come ad esempio l’Italia), sembra che la quadra sia stata trovata. L’accordo trovato lo scorso 7 dicembre è ancora provvisorio e va ancora approvato e adottato formalmente da Parlamento e Consiglio, ma ormai la quadra è stata trovata e difficilmente verranno modificate le direttive sugli argomenti più importanti.

L’obiettivo dell’Europa è avere edifici sempre più green e per questo si punta a ridurre le emissioni domestiche che incidono per il 36% sull’immissione di gas serra nell’atmosfera. Vediamo cosa cambierà nei prossimi anni, sopratutto per le caldaie a gas ritenute molto inquinanti che tra qualche anno cesseranno di essere prodotte e commercializzate. Ecco le principali novità.

Stop alle caldaie a gas: ecco da quando

Per ridurre le emissioni si deve passare ovviamente a fonti energetiche rinnovabili a discapito dei combustibili fossili. Per questo motivo nel mirino sono finite le caldaie a gas. Nel testo originale si parlava di divieto dal 2035 ma in sede di colloqui questa data è stata spostata al 2040. Per quanto riguarda le caldaie autonome, stop agli incentivi dal 2025.

Chi ha una caldaia a gas in casa può però stare tranquillo perché tale divieto non comporterà l’illegalità di possederne una. La direttiva indica che dal 2040, chi deve comprare un nuovo sistema di riscaldamento, o per sostituire quello vecchio o per installarlo in un nuovo edificio, non troverà più le caldaie a gas che cesseranno di essere prodotte e commercializzate. La fase intermedia sarà lo stop agli incentivi per comprarle. E questa scatterà dal 2025.

Inoltre gli edifici residenziali più inquinanti all’interno dell’Unione europea avranno 7 anni di tempo per ridurre il consumo medio di energia primaria del 16%. Quindi fino al 2030, poi la percentuale salirà al 20-22% entro il 2035. Per gli edifici non residenziali, il limite è sempre del 16% entro il 2030 ma sale al 26% entro il 2033.

Dal 2030 tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti a emissioni zero. Per gli edifici pubblici l’obbligo, invece, partirà dal 2028.

Addio anche all’accordo che prevedeva l’obbligo di installare pannelli solari su tutti gli edifici. L’obbligo resta solo per i nuovi edifici, gli edifici pubblici e quelli non residenziali molto grandi ma esce per le abitazioni. Toccherà poi al governo fare un censimento per capire quali edifici vanno ristrutturati, entro quando e quanto si vorrà risparmiare in termini di consumi. Il 55% della riduzione energetica dovrà essere ottenuta attraverso la ristrutturazione degli edifici con le performance peggiori.

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