Il vertice di maggioranza deve sciogliere alcuni nodi della Manovra che vanno dalla riduzione del canone Rai al taglio delle tasse per il ceto medio. Cosa serve per sbloccare la Legge di Bilancio?
Le decisioni da prendere sulla Legge di Bilancio 2025 sono legate al nodo degli emendamenti e alle misure da attuare per mantenere le promesse fatte. L’accordo potrebbe essere trovato già all’inizio della prossima settimana per sbloccare la Manovra e il decreto fiscale collegato.
Le proposte di modifiche della maggioranza, però, sono diverse e tutte abbastanza pesanti, proprio per questo è necessario trovare un accordo su quali realizzare e come. La maggioranza, però, sembra essere ottimista che i nodi saranno sciolti a breve e che l’accordo si troverà abbastanza facilmente.
Legge di Bilancio 2025: dalle modifiche ai nodi da sciogliere
Le modifiche in ballo sono molteplici, ma tutte hanno un costo molto elevato.
Taglio Irpef ceto medio
La prima riguarda il taglio delle tasse per il ceto medio che ha un costo di 2,5 miliardi di euro. L’intervento è legato al gettito del concordato preventivo biennale.
La proposta che era stata avanzata dallo stesso ministro Giorgetti qualche settimana fa era di tagliare il secondo scaglione dell’Irpef rimodulandone l’aliquota che oggi è al 35%. L’idea è quella di abbassare l’aliquota di uno e due punti percentuali e portarla al 34% o al 33% e al tempo stesso agire sulla platea dei destinatari portando lo scaglione di reddito dagli attuali 50.000 euro a 60.000 euro.
Il ministro dell’Economia, però, aveva subordinato questo intervento all’andamento del concordato preventivo biennale, i cui termini di adesione, ricordiamo, sono stati riaperti fino al 12 dicembre.
Canone Rai a 70 euro
La Lega insiste sul Canone Rai. Nel testo della Manovra, infatti, non c’è nessun intervento che confermi il taglio dell’abbonamento da 90 a 70 euro. L’intervento avrebbe un costo di 430 milioni di euro.
Nel corso della della conferenza->article154293] stampa del 16 ottobre,. che illustrava la manovra, il ministro Giancarlo Giorgetti, rispondendo alla domanda di un giornalista, aveva affermato che il canone Rai sarebbe rimasto a 70 euro, ma nel testo della Manovra la proroga del taglio non compare.
A risolvere il problema è l’emendamento presentato dalla Lega per confermare a 70 euro anche il canone Rai del 2025, ma la proposta deve ancora essere discussa.
Flat tax forfettari
Un altro nodo da sciogliere riguarda la flat tax per i forfettari il cui rafforzamento richiederebbe una spesa di 300 milioni di euro.
Attualmente la flat tax per i contribuenti forfettari è applicata solo per redditi entro gli 85.000 euro l’anno. Il tetto per pagare l’imposta sostitutiva al 15% vuole essere innalzato dalla Lega a 100.000 euro l’anno. La misura potrebbe essere ostacolata, però, dalla mancanza di coperture che l’intervento richiederebbe. Per alzare il tetto, infatti, si dovrebbe usare il gettito derivante dal concordato preventivo che, però, dovrebbe servire a coprire anche il taglio dell’Irpef per il ceto medio.
Un’altra proposta avanzata negli ultimi giorni vorrebbe anche un aumento del limite di reddito da lavoro dipendente consentito per permanere nel regime forfettario che dovrebbe passare da 30.000 a 50.000 euro.
Bonus scuola da 1.500 euro per chi frequenta le paritarie
Un emendamento. presentato dal deputato di Fratelli d’Italia Lorenzo Malagola. prevede per il 2025 alle famiglie con reddito fino a 40.000 euro sia riconosciuto un bonus scuola, sotto forma di voucher, da spendere esclusivamente nelle scuole paritarie. L’importo annuale massimo è di 1.500 euro per ogni studente con un finanziamento complessivo di 65 milioni di euro l’anno. Per l’attuazione della misura, in ogni caso, servirà un decreto del Ministero dell’Istruzione.
Si tratta di una misura che ha suscitato non poche polemiche perché incentiverebbe le famiglie alla scelta della scuola paritaria a discapito di quella statale, già profondamente penalizzata dai tagli ai fondi e ai posti di organico del personale.
In una nota degli esponenti del Movimento 5 Stelle in Commissione Cultura si legge:
“Pensavamo che con i tagli alla scuola pubblica ed ai posti in organico del personale scolastico in questa manovra si fosse già toccato il fondo, ma con gli emendamenti della maggioranza si sta iniziando a scavare. Il messaggio che stanno dando è fin troppo chiaro: da un lato con le misure di Valditara e proposte come queste affossano la scuola pubblica, dall’altro foraggiano quelle private sia direttamente che indirettamente incentivando le famiglie ad iscrivere lì i propri figli per avere il voucher”
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Gli altri nodi da sciogliere
Le modifiche alla Manovra ancora in discussione sono molte e riguardano altri interventi come:
- rateizzazione degli acconti Irpef, con un costo di 300 milioni di euro. La misura, però, dovrebbe confluire nel decreto fiscale e non nella Legge di Bilancio;
- fondi da stanziare per la Metro C di Roma;
- fondi da stanziare per il Ponte sullo stretto (in questo caso servirebbero 2 miliardi di euro);
- l’Ires premiale richiesta dalle imprese.
Gli emendamenti alla Legge di Bilancio
Dei 4.562 emendamenti presentati alla Manovra, circa 1.200 sono stati presentati dalla maggioranza e tra essi spicca il bonus scuola da 1.500 euro che si affianca a quello che propone la rottamazione quinquies, tra i più interessanti.
L’iter parlamentare della Legge di Bilancio 2025 è ancora agli inizi: gli emendamenti devono essere valutati e votati dalla Camera, prima di votare il testo, blindarlo e passarlo al Senato (si prevede che arrivi alla seconda camera solo verso la fine di novembre). Su cosa si deve prendere una decisione? Aumento pensioni minime, riduzione del canone Rai, assunzioni nella pubblica amministrazione e tagli dell’Irpef per il ceto medio e ancora su rottamazione quinquies e bonus scuola, ma queste sono solo alcune delle richieste avanzate.
Andiamo a vedere quelli che sono gli emendamenti di maggiore impatto che sono stati presentati quest’anno.
Cosa vogliono i sindacati?
I sindacati sono molto critici sulle misure contenute nella Legge di Bilancio 2025. Proprio per questo le richieste sindacali sono molteplici. La Cgil insieme alla Uil ha indetto uno sciopero generale per il 29 novembre per contestare la Legge di Bilancio chiedendone il cambiamento radicale che porti:
- un aumento del potere di acquisto per dipendenti e pensionati;
- un aumento delle risorse stanziate per sanità, istruzione e politiche industriali.
La Uil, inoltre, chiede anche la detassazione degli aumenti contrattuali.
Più moderata la Cisl che insiste sull’aumento delle pensioni minime e sulla riduzione delle tasse al ceto medio.
Dall’automotive alla sanità
Uno dei punti che stanno più a cuore a Movimento 5 Stelle e Pd è la sanità per il quale sono stati denunciati i tagli. Gli emendamenti che saranno presentati, quindi, tenteranno di portare più risorse al settore per investire nella salute dei cittadini. Questo per fare in modo che la salute continui a essere un diritto garantito che l’autonomia differenziata potrebbe mettere a rischio.
Allo stesso tempo le due forze politiche premono anche per salvare il fondo automotive che è stato ridotto a 4,5 miliardi di euro. Il sostegno tolto all’industria automobilistica, che sta vivendo una crisi a livello europeo, rischia di mettere ancora più in crisi non solo un settore importantissimo per l’economia italiana, ma anche il posto di lavoro di migliaia di dipendenti.
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