Caro bollette, rischio tasse più alte e servizi pubblici tagliati: salgono Irpef, Tari, Ici e Tasi nelle città?

Giacomo Andreoli

31/01/2023

Il caro energia colpisce duramente le città italiane: in un anno hanno subito una stangata da 1 miliardo di euro e ora, a corto di risorse, potrebbero aumentare le imposte locale e ridurre i servizi.

Caro bollette, rischio tasse più alte e servizi pubblici tagliati: salgono Irpef, Tari, Ici e Tasi nelle città?

La crisi energetica sta mettendo in crisi i comuni italiani, che ora rischiano il definitivo collasso. Per questo, dopo gli aumenti dei prezzi del trasporto pubblico e di altri servizi pubblici, ora alcuni di questi potrebbero essere tagliati e potrebbero salire le imposte locali in maniera generalizzata.

Insomma, il prezzo di gas e luce in calo non basta a cancellare le difficoltà di un anno disastroso per i conti pubblici delle città, erosi dal caro bollette. Secondo uno studio di Demoskopika nel 2022 i comuni hanno subito una stangata da 1 miliardo di euro e i soldi messi dal governo Meloni in manovra non sarebbero sufficienti a coprire i costi crescenti.

A questo punto, quindi, le città chiedono con forza nuovi interventi. Se non arriveranno non ci sarà altra possibilità che rivalersi sui cittadini.

Caro energia, stangata da 1 miliardo per i comuni

In tutto nel 2022 i comuni hanno impiegato 959 milioni di euro in più: oltre 3 miliardi contro i 2 del 2021. Costi importanti, non supportati da un corrispettivo aumento sufficiente delle risorse a disposizione.

Lo scorso anno, quindi, in media ogni municipio ha speso 121mila euro in più rispetto all’anno precedente per i costi dell’energia, con un aumento per gas e luce del 46,2%.

Il caro bollette, secondo il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, rischia quindi di scatenare una “guerra tra poveri e nel 2023, senza un corposo intervento dello Stato, i cittadini pagheranno di più o vedranno tagliati alcuni servizi”.

Energia, dove è costa di più tra le città italiane

Andando ad analizzare la situazione Regione per Regione e città per città si va dai 292mila euro in media per i municipi dell’Emilia-Romagna ai quasi 18mila euro per gli enti della Valle d’Aosta. Le situazioni peggiori sono a Bari (con un rialzo della spesa del 216%), seguita dai municipi di Bologna e L’Aquila (rispettivamente con il 165% e il 125%). Sul versante opposto, i comuni meno colpiti dal caro energia si trovano in Valle d’Aosta (con spese maggiori per 18mila euro per comune), in Calabria (con incrementi degli esborsi per 36mila euro) e in Molise (con pagamenti a rialzo pari a 40mila euro).

Quanto alle principali città gli esborsi maggiori ci sono stati per: Bari (11,8 milioni di euro in più), Bologna (19 milioni), L’Aquila (3,2 milioni), Firenze (8,1 milioni) e Milano (38,7 milioni).

L’aumento delle tariffe per i cittadini

Dall’inizio del 2021 alla fine dello scorso anno, quindi, le voci di bilancio dei comuni contenenti le tariffe che i cittadini pagano per i servizi pubblici sono lievitate dell’11,5% (per 1,3 miliardi).

Senza interventi, per Demoskopika non solo i costi dei servizi continueranno ad aumentare nel 2023, ma il rischio è il ritocco delle imposte locali per far fronte agli aggravi di spesa dovuti al caro energia.

Si deve ascoltare il grido di allarme dei sindaci - dice Rio - perché, in caso contrario, i governi locali, con lo scopo di ricavare maggiori entrate per le casse comunali, potrebbero essere costretti, senza un corposo intervento calmierante dello Stato, ad aumentare tributi locali e tariffe dei servizi pubblici a domanda individuale o a tagliare alcuni servizi. In altri termini si potrebbe generare un circuito forzato, dagli effetti imprevisti per poter garantire un volume di entrate tale da contribuire al funzionamento della macchina amministrativa e all’erogazione dei servizi”.

Quali servizi pubblici possono essere tagliati

Tra i servizi pubblici che oggi costano di più: trasporti, parcheggi, servizi scolastici, asili nido, cultura e sport le principali aree. Su questi fronti e sull’illuminazione pubblica, quindi, se non arriveranno nuovi fondi dallo Stato, si potrebbe procedere a dei tagli nel corso dell’anno.

Aumentano Iperf, Ici, Tari e Tasi?

Quanto alle tasse per Demoskopika potrebbero salire, ad esempio, “l’imposta comunale sugli immobili (Ici), l’addizionale comunale (Irpef), la tassa di smaltimento dei rifiuti (Tari) e il tributo per i servizi indivisibili (Tasi)”.

Bilanci comunali in crisi

Secondo Dario Nardella, sindaco di Firenze ed esponente del Pd, chiudere i bilanci del 2023 sarà complicato. “Il governo Meloni - ha aggiunto - si è letteralmente dimenticato dei comuni nella gestione del problema dell’aumento dei costi energetici e purtroppo questi mancati trasferimenti ricadono sui cittadini e sulle imprese”,

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