Carta Dedicata a te stop improvviso, perché rischia di non essere più pagata

Simone Micocci

7 Novembre 2023 - 10:29

Carta Dedicata a te, a rischio la conferma per il 2024: il Servizio bilancio del Senato ha posto dei dubbi sulla copertura. Ecco cosa può succedere adesso.

Carta Dedicata a te stop improvviso, perché rischia di non essere più pagata

A rischio la conferma per il 2024 della Carta acquisti Dedicata a te: come abbiamo già avuto modo di spiegare, infatti, nella legge di Bilancio vengono stanziati 600 milioni di euro utili a finanziare una nuova fase di assegnazione della suddetta carta, coinvolgendo probabilmente altrettante famiglie (1 milione 300 mila quelle che ne hanno goduto nel 2023) a fronte di un importo di circa 460 euro da poter utilizzare per fare la spesa, acquistare carburante o sottoscrivere un abbonamento ai mezzi pubblici.

Tuttavia, adesso che il testo della legge di Bilancio 2024 è passato al Senato per la prima fase di approvazione parlamentare - che ricordiamo dovrà concludersi entro la fine dell’anno - sono emersi dei dubbi sulla possibilità che la Carta Dedicata a te possa essere effettivamente confermata.

Il problema è legato alle risorse, in quanto, come ricordato dal Servizio bilancio del Senato, i 600 milioni stanziati dalla manovra per rifinanziare questa carta acquisti erano destinati ad altri scopi.

Carta Dedicata a te, problema risorse

Nel dettaglio, il Servizio bilancio del Senato ha scritto al governo (la nota di lettura è stata pubblicata sul sito di Palazzo Madama) facendo notare che i 600 milioni di euro in questione sono stati presi dalla contabilità speciale alimentata dall’importo dei conti correnti e dei rapporti bancari dormienti: il problema è che queste risorse erano destinate a legislazione vigente ad alimentare il fondo per gli indennizzi ai risparmiatori, il quale si rivolge a coloro che nell’ambito di un investimento nel mercato finanziario sono stati vittime di frodi finanziarie e che hanno sofferto un danno ingiusto non altrimenti risarcito.

Fondo che, come ci ricorda Il Fatto Quotidiano, la maggioranza decise di chiudere lo scorso anno, salvo poi approvare un aumento dal 30% al 40% del risarcimento già ottenuto dagli azionisti delle banche “risolte”: ma servono le risorse per farlo, le quali rischiano di essere completamente svuotate dalla conferma della Carta Dedicata a te.

Cosa può succedere adesso?

È ancora presto per fare previsioni anche perché il Servizio bilancio di Palazzo Madama stesso non ha ancora tratto le conclusioni. Nella nota viene infatti chiesto al governo di fornire le prove necessarie a verificare la congruità della copertura per la conferma della Carta Dedicata a te, il quale dovrà quindi dare dimostrazione del fatto che per coprire l’indennizzo in favore dei risparmiatori frodati ci sono già sufficienti disponibilità.

A seconda di quella che sarà la risposta del governo potrebbero così verificarsi diversi scenari:

  • nessun problema laddove verrà data prova del fatto che le risorse sono sufficienti tanto per l’indennizzo quanto per la conferma della Carta Dedicata a te per il 2024;
  • nel caso contrario, ossia qualora il governo non abbia fatto i conti con il fondo indennizzi, c’è il rischio che il tesoretto a disposizione per la conferma della Carta Dedicata a te si riduca, limitando così beneficiari e importi rispetto a quanto successo nel 2023, o che peggio si azzeri.

Laddove dovesse concretizzarsi il secondo scenario il governo dovrebbe rinunciare alla conferma della Carta Dedicata a te come pensata ab origine, o in alternativa cercare altrove le risorse. L’impressione è che in ogni caso verrà fatto il possibile per riconoscere, senza alcuna differenza rispetto a oggi, la Carta anche nel 2024 in quanto il governo la ritiene come uno strumento fondamentale per sostenere il reddito di quelle famiglie più bisognose che pagano le peggiori conseguenze dell’inflazione.

Va ricordato comunque che i beneficiari sarebbero diversi rispetto a quelli attuali: per la corresponsione della Carta Dedicata a te per il 2024, infatti, si procederà con una nuova tranche di assegnazione sulla base dei dati contenuti nella Dsu ai fini Isee relativa al 2024.

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