Una carta di credito utile a finanziare tutte le imprese italiane, aiutandole a coprire parte delle proprie imprese. Un’idea immediatamente applicabile.
Le aziende in Italia sono circa 6.500.000, ognuna con un proprio fatturato. Oltre a tutti “cahiers de doléances” (quaderni delle lamentele) che conosciamo perfettamente, sarebbe possibile trovare una soluzione per finanziarle tutte?
Qui una proposta: si potrebbe mettere a disposizione di ogni singola azienda una «Recovery Card», una carta di credito con l’obiettivo di coprire parte delle spese.
I calcoli per l’importo si potrebbero effettuare sul fatturato, in relazione al mese di chiusura sull’anno precedente, al netto dei dipendenti (oneri compresi), così da inglobare anche chi ha un’azienda che lavora stagionalmente. La carta servirebbe per pagare i fornitori, le tasse, i mutui e così via e come tutte le carte vi sarebbe tracciabilità delle operazioni. La Recovery Card, come qualsiasi carta di credito, paga solo su fattura con il bonifico e/o il POS.
Faccio riferimento alle parole di disponibilità della Presidente BCE Christine Lagarde: “sempre pronti a spendere di più” - la Banca Centrale Europea con la sua imponente capacità di finanziare i mercati e le banche potrebbe, in questo momento di grave crisi, appoggiare l’utilizzo della carta di credito per ogni azienda che ne facesse richiesta alla propria banca, per un finanziamento che sia in linea con le perdite derivate dal periodo di lockdown.
Se siamo concordi nell’affermare che la carta di credito non è un mezzo di pagamento, ma di differimento del pagamento, potremmo fare in modo che gli Stati (sempre attraverso le banche) garantiscano, anche con una fedeiussione il finanziamento, procedendo al rimborso della emissione delle carte di credito anziché dopo un mese, dopo almeno due anni o più.
Le motivazioni sono molto semplici:
- non ho nessun debito per tutto il periodo in cui ci sarà questo prolungamento nel rimborso;
- le aziende avranno anche la possibilità di rimborsare quanto speso non solo in una unica soluzione, ma anche in più anni (10 o oltre);
- avremmo una nuova circolazione monetaria nei vari Stati, in tutta l’Europa e ne gioverebbe molto il PIL e l’occupazione.
La positività di una eventuale emissione la ritroviamo nel fatto che vengono sostenute tutte le aziende (grandi, medie o piccole) e escluse totalmente quelle che fanno un fatturato in nero.
Semplice? Non lo so, ma può essere un’idea immediatamente applicabile.
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