Cresce il numero di case di riposo aperte da privati mentre il pubblico sembra quasi scomparire. A registrare i dati è l’UECOOP, che sottolinea l’importanza di un sostegno economico alle famiglie.
Sono sempre di più le case di riposo aperte da privati e stando ai dati Istat il trend è destinato a salire.
A fornire i dati è l’Unione europea delle cooperative UECOOP sulla base dei dati Sistan in relazione all’ultimo Rapporto Istat sulla popolazione italiana.
Il numero di posti letto di case di riposo private è aumentato del 40% negli ultimi dieci anni e in parallelo è aumentata ed è destinata a salire ulteriormente la domanda di assistenza da parte di anziani.
A fronte di un fenomeno non certo nuovo quello che stupisce è il progressivo venir meno di un sistema di welfare pubblico: lo Stato è pressoché assente nei servizi necessari per l’assistenza alla popolazione anziana.
I cittadini over 65 sono oggi 13,5 milioni e il numero arriverà a 20 milioni entro il 2020. L’assistenza agli anziani rappresenta una vera e propria sfida per l’Italia che necessita non soltanto di investimenti per la formazione di personale specializzato ma anche di una politica di welfare che affianchi le famiglie.
Case di riposo, 7 posti letto su 10 sono gestiti da privati
I dati dell’UECOOP parlano chiaro: ad oggi lo Stato sembra pressoché assente nella messa a punto di un sistema di assistenza per gli anziani che, a fronte del progressivo calo delle nascite, saranno sempre di più nei prossimi anni e necessitano di professionalità specifiche.
Nonostante ciò ad oggi il pubblico pare non investire nell’assistenza agli anziani e, al contrario, sono i privati ad aver intercettato una delle domande più urgenti per la società.
Nel corso degli ultimi dieci anni la creazione di nuovi posti letto in case di riposo da parte di privati è cresciuta dai 159.851 del 2006 ai 233.800 del 2016, con un aumento di quasi 64.000.
Al contrario, il saldo è negativo se si prendono a riferimento i posti nelle case di riposto pubbliche: la diminuzione è del 15%, con una perdita di oltre 15.700 posti letto.
Insomma, 7 posti letto su 10 sono gestiti da privati.
A livello di servizio globale però, sottolinea UECCOP:
“l’assistenza nelle case di riposo è cresciuta per quasi 50mila nuovi posti e le strutture a disposizione degli anziani sono passate da 5.691 a 7.398 con un aumento del 30% nel decennio, con una quota di 319 residenze a gestione mista pubblico-privata.”
Case di riposo, servono fondi per le famiglie e personale specializzato
L’invecchiamento progressivo della popolazione pone la sfida di un’assistenza di qualità e a lungo termine anche fuori dalla famiglia.
Questo è quanto sottolinea l’Unione euorpea delle cooperative, la quale ribadisce l’importanza di potenziare il sistema di welfare e di promuovere l’integrazione tra pubblico e privato e mondo cooperativo che già oggi fornisce assistenza e cura con oltre 328 mila addetti sul territorio nazionale.
Maggiore attenzione è necessario rivolgere agli anziani non autosufficienti, già oggi 2,5 milioni e che raddoppieranno nel 2030: servono sia fondi da destinare alle famiglie che alla formazione di personale specializzato.
Considerando che le famiglie spesso devono farsi carico della spesa per la retta della casa di riposo, è necessario che ad intervenire sia lo Stato con un sistema di welfare che valorizzi il mondo cooperativo che, pur nascendo dal privato “svolge da sempre e per tradizione un compito al servizio delle comunità e dei territori, dando risposte ai bisogni della gente e al tempo stesso promuovendo il lavoro e l’occupazione”.
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