Quali sono gli immobili esclusi dall’obbligo di ristrutturazione che potrebbe essere introdotto con la nuova direttiva Ue sulle case green?
La direttiva europea sulle case green deve ancora iniziare il suo iter al Parlamento Ue, ma già fa discutere. Il governo italiano contesta il rischio di dover ristrutturare milioni di edifici, a un costo elevatissimo, per permettere alle abitazioni di essere in linea con le nuove regole comunitarie nel 2030.
In attesa di scoprire come si evolverà la direttiva e come, alla fine, verrà approvata, si può iniziare a cercare di capire quali abitazioni non dovranno essere obbligatoriamente ristrutturate per ottenere un miglioramento energetico tale da consentire un passaggio nelle classi energetiche richieste dall’Ue.
Non dovrebbero rientrare nell’ambito di applicazione della norma gli edifici storici o dal particolare valore architettonico, così come gli immobili che si trovano in aree vincolate o protette. E, ancora niente ristrutturazione forzata per le abitazioniche vengono utilizzate per meno di quattro mesi l’anno, quindi le seconde case.
Case green, le eccezioni alle regole Ue
Per il momento il testo è solo in bozza e la discussione al Parlamento Ue potrebbe completamente cambiare le carte in tavola. Ma, come spiega il Sole 24 Ore, attualmente esistono delle eccezioni all’applicazione delle nuove regole: deroghe che sono totali o parziali.
Considerando le diverse versioni del testo - da quello proposto dalla Commissione alle modifiche chieste dall’’Europarlamento - ci sono alcuni elementi comuni riguardanti le eccezioni. Agli Stati membri verrà lasciata la possibilità di decidere se esentare alcune categorie di immobili: per una serie di edifici, quindi, l’Italia può decidere di non introdurre l’obbligo di ristrutturazione.
Quali edifici non dovranno essere ristrutturati
Quali sono le categorie di immobili che potrebbero essere escluse dall’obbligo di ristrutturazione? Innanzitutto ci sono gli edifici sotto tutela, come gli immobili storici o dall’elevato valore architettonico. Deroghe sono previste anche per gli edifici tutelati in quanto si trovano all’interno di alcune aree, per esempio tutte quelle vincolate o protette.
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I vincoli possono essere quelli del Codice dei beni culturali, come le zone costiere, i territori vicini a fiumi e laghi, ma anche a parchi e zone di interesse archeologico. In più potrebbero rientrare anche i centri storici o le aree di notevole interesse pubblico. Queste sono le categorie che possono essere escluse dall’obbligo, ma dipenderà poi dal recepimento della direttiva: alcune di queste aree, per esempio, potrebbero non essere incluse nella lista delle deroghe.
Case green, le seconde case escluse dall’obbligo Ue?
Tra le possibili eccezioni ce n’è un’altra, quella relativa agli edifici residenziali che vengono utilizzati per meno di quattro mesi l’anno o per un periodo limitato, con un consumo energetico inferiore al 25% del consumo che avrebbe durante tutto l’anno. Praticamente vuol dire che sono esenti quelle abitazioni in cui il consumo energetico è basso, anche perché non abitate per gran parte dell’anno.
Con questa definizione vengono comprese tutte le abitazioni diverse da quelle principali, quindi per esempio le seconde case. In Italia parliamo di circa 5,5 milioni di abitazioni, a fronte di 19,5 milioni di abitazioni principali e di 3,4 in locazione. Infine, tra le altre eccezioni possibili ci sono quelle per gli edifici di culto o per le strutture temporanee come gli stabilimenti balneari.
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