Il caso Huawei si estende: secondo il WSJ alcuni istituti britannici sono stati utilizzati dal gigante tech per trasferire illegalmente denaro dall’Iran. Il punto
Il caso Huawei non smette di sorprendere.
Secondo le ultime indiscrezioni del WSJ, alcune banche britanniche sarebbero state tratte in inganno e utilizzate per effettuare transazioni illecite di denaro dall’Iran.
Un nuovo colpo di scena che ha riportato il caso Huawei sulla bocca di tutti. Già nella giornata di ieri il mondo intero è tornato ad interrogarsi sulla vicenda, nel momento in cui la Cina ha convocato l’ambasciatore USA a Pechino per protestare contro l’arresto della Cfo, Meng Wanzhou.
Il coinvolgimento delle banche britanniche, nello specifico HSBC e Standard Chartered, ha aggiunto un nuovo tassello ad una situazione già complessa.
Caso Huawei: il ruolo delle banche britanniche
Secondo quanto riferito dal Wall Street Journal che ha citato fonti a conoscenza della materia, le banche britanniche sono state ingannate da Huawei per effettuare e incanalare transazioni illecite dall’Iran.
Il colosso cinese avrebbe utilizzato come intermediario una piccola società tecnologica con sede a Hong Kong chiamata Skycom, con lo scopo di dirigere i pagamenti tra la stessa Huawei e Teheran.
Standard Chartered ha preferito non commentare, ma ha chiarito di non essere stata coinvolta in nessuna delle indagini attuali contro Huawei. Anche HSBC ha evitato commenti ma ha ribadito la sua estraneità alle indagini.
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