Caso Ilva ed effetti sullo spread: cosa aspettarsi? Le previsioni per l’Italia e la manovra
Il caso Ilva e gli effetti sullo spread italiano: cosa aspettarsi? Sono giorni di alta tensione nel governo, a causa dell’incapacità di trovare una via d’uscita sull’acciaieria.
Le prospettive per l’Italia si fanno, quindi, più pessimiste. L’influenza di questo clima negativo comincia a pesare anche sul differenziale tra BTP e Bund decennale.
La credibilità sulla ripresa economica e la stabilità del nostro Paese è davvero a rischio. Se l’insediamento del governo Conte-bis aveva lasciato sperare in condizioni favorevoli per l’Italia, ad oggi i segnali sono di nuovo di grave incertezza.
Il caso dell’acciaieria di Taranto è sotto i riflettori. Le trattative tra l’esecutivo e i vertici di ArcelorMIttal non sembrano trovare punti di incontro.
Gli analisti cominciano a riflettere sul caso Ilva e gli effetti sullo spread. Cosa aspettarsi? Lo scenario non è rassicurante.
Caso Ilva ed effetti sullo spread: cosa aspettarsi sulla manovra
Negli ultimi giorni si sono di nuovo accesi i riflettori sullo spread italiano, che è arrivato a toccare i 170 punti.
Sono diversi i motivi che stanno causando l’oscillazione del differenziale tra i titoli di stato decennali d’Italia e della Germania. Tra questi, sicuramente, sta assumendo un ruolo cruciale il caso Ilva.
La complessa vicenda dell’acciaieria di Taranto, infatti, ha gettato ombre sulla capacità di crescita economica italiana. E, soprattutto, ha evidenziato nuovamente la fragilità dell’esecutivo, oltre rendere concreto lo scenario di licenziamenti e arresto di una produzione chiave per il Paese quale quella siderurgica.
La perdita per il PIL nazionale sarebbe ingente. Questa è l’unica visione condivisa da tutte le forze politiche. Intanto, però, senza una soluzione davvero efficace sul tavolo lo spread vola e la fiducia dei mercati verso l’Italia scende.
Le conseguenze potrebbero già riversarsi sulla manovra. I conti di Gualtieri per quanto riguarda i risparmi sulla spesa degli interessi per i prossimi anni, infatti, si riferivano ad un livello di spread più favorevole.
Il Ministro dell’Economia aveva stabilito la riduzione di ben 2 miliardi di euro nei costi degli interessi già per quest’anno. La prospettiva di spesa diminuiva ancora di più per il 2020, con risparmi pari a 6,7 miliardi. Un’ipotesi fattibile con uno spread di almeno 150 punti.
Se, dunque, il differenziale BTP/Bund non troverà un nuovo assestamento più favorevole, probabilmente occorrerà rivedere le condizioni della manovra. Con un peggioramento per i conti italiani.
Vicenda ArcelorMittal: le novità
Alla base dell’andamento dello spread c’è la credibilità di tutto il sistema Italia. La battaglia in corso con ArcelorMittal, purtroppo, sta mimando proprio la fiducia nei confronti della solidità italiana.
Le ultime notizie che vengono da Taranto non sono positive. La multinazionale indiana, infatti, ha già programmato lo spegnimento degli altoforni. Una decisione pesantissima, che significa arresto della produzione almeno per sei mesi.
Secondo le parole dell’amministratrice delegata di ArcelorMittal Lucia Morselli, gli altoforni saranno spenti dal 13 dicembre al 15 gennaio. L’operazione così programmata rappresenterebbe un danno ingente per l’acciaieria. Riattivare gli impianti, infatti, richiede interventi molto complessi e costosi.
Il governo, con il Presidente del Consiglio Conte, ha già annunciato una battaglia legale sull’annunciato recesso contrattuale. Intanto, però, lo spread oscilla e l’Italia diventa più fragile.
Al momento in cui si scrive, il differenziale BTP/Bund è a 165,5 punti.
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