Secondo la Cassa Forense in alcune zone d’Italia ci sono troppi avvocati e ciò influisce negativamente sia sul numero delle cause che sui redditi dei professionisti.
C’è una correlazione tra il numero degli avvocati e quello delle cause? Secondo l’analisi delle Cassa Forense, i cui risultati sono stati riportata da Italia Oggi, sì dal momento che nelle zone in cui il numero degli iscritti è molto alto anche le cause sono di più.
Il guadagno degli avvocati, invece, è molto inferiore rispetto a quello dei legali che operano nelle zone in cui c’è il minor numero di iscritti.
Secondo questa statistica, quindi, anche gli avvocati così come le amministrazioni, il fisco, le banche e le assicurazioni contribuiscono a rendere molto alto il numero delle cause in Italia.
Paradossalmente, analizzando i risultati dell’analisi della Cassa Forense, emerge una correlazione inversa tra la l’offerta di legalità e la domanda. È come se il numero delle cause fosse la conseguenza dell’alta concentrazione di avvocati in una zona, quando in realtà dovrebbe essere il contrario.
A quanto pare per risolvere il problema delle troppe cause bisognerebbe ridurre il numero di avvocati, oppure effettuare una redistribuzione spostando i legali da quelle zone in cui c’è una massima concentrazione. Ma quali sono queste zone? Vediamolo di seguito analizzando quanto rilevato dalla Cassa Forense.
Cassa Forense: troppi avvocati in alcune zone d’Italia. La classifica
In base a quanto riportato da Italia Oggi possiamo stilare una classifica delle zone in cui c’è il maggior numero di avvocati e di cause. In prima posizione troviamo Reggio Calabria dove pensate ci sono 8 avvocati ogni 1.000 abitanti, ovvero 1 ogni 125. Al centro delle accuse della Cassa Forense ci sono anche Catanzaro e Messina, così come Roma e Napoli.
Province | Numero avvocati (ogni 1000 abitanti) | Numero cause (ogni 1000 abitanti) |
Reggio Calabria | 8 | 72 |
Catanzaro | 6,2 | 83 |
Messina | 5,9 | 78 |
Roma | 5,9 | 72 |
Napoli | 5,8 | 76 |
Tra i fori più virtuosi, invece, ci sono Trieste, Torino, Venezia e Brescia, mentre in prima posizione c’è Trento con 1,7 avvocati ogni 1000 abitanti a fronte di 46 cause iscritte.
Quel che fa riflettere è che nelle zone in cui c’è la minore concentrazione di avvocati le cause sono di meno ma gli stipendi sono più alti.
Infatti, mentre in media a Trento gli avvocati dichiarano 61.334 euro l’anno, a Reggio Calabria si scende a 16 mila euro l’anno. L’eccezione è rappresentata Roma dove nonostante l’alta concentrazione di avvocati il reddito medio è comunque molto alto (47.653 euro l’anno). Questo però dipende dall’alto numero degli studi legali d’affari che si trovano nella Capitale.
Troppe cause in Italia? La colpa non è solo degli avvocati
Tuttavia, ci sembra inopportuno dare la colpa solamente agli avvocati per le troppe cause in Italia. Infatti, ci sono diversi enti che contribuiscono ad incrementare questo problema:
- le amministrazioni che per il riconoscimento di alcuni diritti dei cittadini hanno bisogno di una causa;
- il fisco che per la cancellazione di cartelle prescritte ha comunque bisogno di una sentenza del giudice;
- le assicurazioni che anziché risarcire subito i propri assistiti preferiscono affrontare una lunga causa.
Insomma, i motivi per cui in Italia ci sono troppe cause sono diversi ma non possiamo non essere d’accordo con quanto rilevato dalla Cassa Forense. Più è maggiore la concorrenza, infatti, e più gli avvocati sono alla ricerca di una causa da assistere. Anche al costo di ridurre le loro tariffe.
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