Cassa integrazione: alcuni lavoratori rischiano di non prenderla per il decreto Ristori bis

Teresa Maddonni

20 Novembre 2020 - 16:50

Cassa integrazione: alcuni lavoratori rischiano di non prenderla e il perché è contenuto nel decreto Ristori bis. Si tratta di coloro che sono stati assunti dopo il 13 luglio.

Cassa integrazione: alcuni lavoratori rischiano di non prenderla per il decreto Ristori bis

Cassa integrazione: alcuni lavoratori rischiano di non prenderla e si tratta di coloro che sono stati assunti dopo il 13 luglio e a prevederlo di fatto è il decreto Ristori bis che apporta modifiche e integrazioni al decreto Ristori che introduce le 6 settimane in più.

A leggere la norma sembra che i lavoratori assunti dopo il 13 luglio, prima del 15 novembre non potranno ottenere la cassa integrazione Covid, un problema che potrebbe riguardare moltissimi in Italia.

Ricordiamo che in ogni caso non solo il decreto n.137/2020, Ristori ha introdotto le 6 settimane di cassa integrazione a partire dal 16 novembre, ma la prossima Legge di Bilancio 2021 introdurrà altre 12 settimane.

Intanto il decreto Ristori bis ha ampliato la platea dei beneficiari delle 6 settimane del decreto Ristori, ma parte di quella platea rischia di rimanere fuori dalla cassa integrazione precedente. Vediamo nel dettaglio cosa succede.

Cassa integrazione: lavoratori assunti dopo il 13 luglio possono non prenderla

La cassa integrazione rischiano di non prenderla i lavoratori assunti dopo il 13 luglio e per il periodo che precede il 15 novembre a causa del decreto Ristori bis. Ma andiamo per gradi.

Il decreto Ristori introduce le 6 settimane di cassa integrazione da utilizzare per periodi di sospensione o riduzione dell’attività che si collocano nell’arco temporale che va dal 16 novembre al 31 gennaio 2021. Il decreto Ristori stabilisce che “i trattamenti d’integrazione salariale di cui all’articolo 12 del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137 sono riconosciuti anche in favore dei lavoratori in forza alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge.”

Questo significa che i lavoratori in forza al 9 novembre (o 29 ottobre questo ancora non è chiaro) assunti quindi dopo il 13 luglio (data in cui scattano le settimane previste dal decreto Agosto) possono godere delle 6 settimane di cassa integrazione del decreto Ristori dal 16 novembre, per le settimane che si collocano dopo il 15 novembre. E per i periodi precedenti?

Come fa notare il noto Consulente del Lavoro Enzo De Fusco su Il Sole 24 Ore, i lavoratori delle aziende che hanno chiuso per effetto di DPCM o ordinanze locali prima del 16 novembre, non lavorano e non ottengono neanche la cassa integrazione.

Restano invece tutelati dalla cassa integrazione senza rischio alcuno di esclusione e per alcun periodo che va tra il 24 febbraio e il 17 marzo 2020 e quelli in forza alla data del 25 marzo, come anche per quelli assunti dopo questo giorno specifico.

Cassa integrazione: cosa cambia per le aziende

Se per la cassa integrazione è stato riscontrato un problema per i lavoratori assunti dopo il 13 luglio, diversa è la situazione generale delle aziende e per le quali nulla cambia dal momento che il quadro sembra più chiaro. Come fa notare sempre il noto consulente del lavoro, l’interpretazione (commi 1 e 2 dell’articolo 12 del decreto Ristori) sembra quella che illustriamo di seguito, salvo chiarimenti successivi INPS:

  • le aziende che non hanno ancora utilizzato tutte le settimane di cassa integrazione del decreto 104/2020 Agosto possono fare domanda e utilizzarle fino al 31 dicembre 2020. Qualora le esauriscano possono richiedere le ulteriori 6 settimane, tutte o parte delle stesse, del decreto Ristori fino a fine anno;
  • le aziende che invece il 15 novembre hanno terminato tutte le 18 settimane del decreto Agosto possono richiedere le 6 settimane del decreto Ristori fino al 31 gennaio;
  • per tutte le aziende ci saranno poi le 12 settimane di cassa integrazione dal 1° gennaio della legge di Bilancio e fino al 31 marzo per la cassa integrazione ordinaria, da utilizzare invece per periodi fino al 30 giugno per quella in deroga e assegno ordinario.

Parte delle 6 settimane di cassa integrazione del decreto Ristori che ricadono per l’azienda nel periodo che parte dal 1° gennaio verranno imputate alle nuove 12 settimane.

Si resta tuttavia in attesa di chiarimenti da INPS riscontrando come sempre il problema della sovrapposizione dei periodi di cassa integrazione che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi di emergenza.

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