Cedolare secca per tutti? Novità sugli affitti e sull’artigianato

Rosaria Imparato

19 Luglio 2021 - 13:36

Un disegno di legge propone l’applicazione della cedolare secca alle imprese artigiane: un primo step verso l’estensione a tutti, negozi compresi?

Cedolare secca per tutti? Novità sugli affitti e sull’artigianato

Potrebbero esserci importanti novità sulla cedolare secca, la tassazione agevolata sugli immobili in affitto.

Secondo le anticipazioni del Messaggero, è stato presentato un disegno di legge in Senato con la firma di esponenti di tutti i gruppi parlamentari.

L’obiettivo è quello di estendere la tassazione agevolata anche agli immobili delle imprese artigiane.

Cedolare secca per tutti? Novità sugli affitti e sull’artigianato

Periodicamente si torna a parlare della cedolare secca: secondo le ultime anticipazioni, i gruppi parlamentari hanno presentato un disegni di legge al Senato per allargarne la portata.

Nel dettaglio, i nuovi beneficiari sarebbero le imprese artigiane, che così potrebbero applicare la tassazione agevolata al 10% sui redditi per le locazioni dell’affitto.

Considerando che l’aliquota applicata ad oggi oscilla tra il 30 e il 40%, senza contare le addizionali locali, si tratterebbe di una novità fiscale di grande vantaggio per le imprese artigiane.

Cedolare secca, i vantaggi dell’applicazione ad ampio raggio

Per ora, la tassazione agevolata (al 21% o al 10% per gli affitti a canone concordato) viene applicata solo agli immobili a uso abitativo.

Estendere l’agevolazione alle imprese artigiane potrebbe essere il primo step verso un’applicazione ad ampio raggio della cedolare secca, comprendendo quindi anche negozi, studi professionali e uffici.

Sono tanti i vantaggi che l’applicazione della tassazione agevolata sugli affitti avrebbe, non soltanto dal punto di vista di risparmio per i proprietari degli immobili. Per esempio:

  • si potrebbe arginare il problema della desertificazione urbana, conseguenza della pandemia;
  • si ridurrebbe l’evasione fiscale nel settore.

Quest’ultimo punto è testimoniato anche dalle analisi del Governo relative agli affitti per le case dal 2011, anno in cui la cedolare secca è stata applicata agli immobili a uso abitativo.

Seguendo questa logica, sottolinea il Messaggero, verrebbe “riparata” anche l’iniziale perdita di incasso dello Stato (35 milioni di euro per il passaggio all’imposta sostitutiva al 10% per i poco più di 618.000 immobili appartenenti al gruppo catastale C/3), importi che comunque verrebbero recuperati con l’emersione di quanto attualmente nascosto al Fisco.

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