Che fine ha fatto tutto il gas russo?

Alessandro Nuzzo

29/06/2023

Dopo lo stop delle forniture di gas all’Europa, la Russia si è ritrovata senza il maggior acquirente e milioni di metri cubi invenduti. Ecco le vie alternative.

Che fine ha fatto tutto il gas russo?

Prima dello scoppio della guerra in Ucraina la Russia, nazione con la più grande riserva di gas al mondo, aveva nell’Europa il miglior partner per quanto riguarda l’esportazione. Nel 2021 ha pompato 150 miliardi di metri cubi di gas in Europa tramite gasdotti, quanto bastava per soddisfare il consumo annuo di Germania, Francia e Austria. I due terzi delle esportazioni di gas russo finiva in Europa. Poi, con l’invasione dell’Ucraina e l’inizio della guerra, questo scenario è improvvisamente cambiato.

L’Europa unita in modo unanime nel sanzionare la nazione guidata da Putin, ha deciso di ridurre le importazioni di gas dalla Russia fino ad arrivare allo zero assoluto. Lo ha fatto concludendo accordi con altri paesi esportatori, sopratutto Stati Uniti e nazioni nordafricane. Nello stesso periodo anche la Russia ha minacciato di non pompare più il proprio gas verso quelle nazioni ostili alla guerra in Ucraina. L’esplosione misteriosa al gasdotto Nord Stream ha finito per azzerare completamente le forniture aumentando il costo del gas a prezzi folli, come abbiamo assistito lo scorso anno. Per fortuna l’inverno mite a cui abbiamo assistito ha permesso alle nazioni europee di superare i mesi più difficili senza particolari problemi di fornitura.

In questo modo la Russia si è ritrovata quest’anno con 90 miliardi di metri cubi di gas invenduto. Il calo del prezzo all’ingrosso ha finito per abbassare ulteriormente i guadagni. I ricavi del gas sono diminuiti di quasi il 45% tra gennaio e maggio rispetto allo stesso periodo del 2022. Anche la produzione è scesa del 13% rispetto ai primi 5 mesi dello scorso anno. C’era bisogno di una soluzione e la Russia l’ha trovata aumentando le esportazioni verso la Cina (non facile soprattutto per problemi logistici) e aumentando la fornitura interna.

Il gas russo verso la Cina

Venendo meno il maggior partner per l’esportazione di gas russo, Putin ha iniziato a guardare verso Est cercando di aumentare le esportazioni in Cina. Ma non è facile, innanzitutto per motivi logistici. Gran parte delle infrastrutture dedite all’esportazione di gas al di fuori della Russia è posizionata verso Ovest, ovvero verso l’Europa. Per incrementare le esportazioni verso Est e quindi verso la Cina c’è bisogno di costruire nuove infrastrutture e nuovi gasdotti e non è facile farlo nel breve periodo. Già quest’anno la fornitura di gas verso la Cina è in aumento è vero, siamo a 22 miliardi di metri cubi e un +42%. Ma per raddoppiare i flussi serve la costruzione di un nuovo gasdotto Power of Siberia 2 che potrebbe entrare in funzione almeno tra 5 anni.

Poi troviamo il leader cinese Xi Jinping che non sembra avere fretta di negoziare e concludere accordi per aumentare l’acquisto di gas russo dall’amico Putin.

Aumentare le forniture interne

La Russia ha fretta di trovare soluzioni anche perché non può permettersi elevate riduzioni dei ricavi provenienti dalla vendita del proprio gas. Si trova in una fase economia già pesantemente compromessa dalle sanzioni e dall’embargo dei pesi Nato. Se aggiungiamo anche la riduzione di questi ricavi, si rischia davvero il default. L’altra soluzione percorsa da Putin prevede l’aumento della fornitura interna raggiungendo quei territori ancora non forniti.

Putin ha detto lo scorso anno che «ovunque sia possibile, il gas, gasdotto o liquefatto, deve raggiungere un consumatore». L’ambizione è aumentare il tasso nazionale di accesso al gas all’83% entro il 2030 dal 73% dello scorso anno. Per farlo dovrà costruire nuovi collegamenti verso quelle zone più remote dove ad oggi il gas non arriva.

Il gas russo potrà mai ritornare in Europa?

Molti esperti sono convinti che prima o poi ci sarà una ripresa parziale dell’esportazione di gas russo in Europa. Anche se la guerra dovesse finire domani non è detto che l’Europa riprenda le forniture dalla Russia. La maggior parte delle nazioni europee hanno voltato pagina decidendo di vietare, chi totalmente chi parzialmente, l’importazione di gas russo.

Ciò che sembrava essere un grave problema è stato superato abbastanza agilmente concludendo accordi con altre nazioni, soprattutto Stati Uniti che è andata a nozze in questo caso. La Russia sta cercando di rientrare nel mercato europeo tramite la Turchia concludendo accordi commerciali. E il presidente Erdogan ha accolto con favore la volontà di Putin di creare un hub commerciale in Turchia per commercializzare gas russo.

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