Bonus asilo nido, quando verranno sbloccate le domande? L’Inps risponde: tra fine febbraio e l’inizio di marzo.
Siamo al 17 febbraio 2023 e ancora non si hanno notizie certe sul bonus nido, ossia il contributo con cui lo Stato sostiene le famiglie con figli che frequentano gli asili nido pubblici e privati autorizzati, come pure in caso di figli affetti da gravi patologie croniche per i quali è necessario ricorrere a forme di assistenza domiciliare.
Ad oggi, infatti, non è ancora possibile inviare domanda per il bonus nido 2023, visto che la procedura non è stata attivata. L’ultima domanda utile è stata quindi quella (da inviare entro la fine dell’anno scorso) riferita ai periodi compresi tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2022, per i quali l’Inps proprio in questi giorni sta provvedendo agli ultimi rimborsi.
Tra le famiglie l’attesa è molta anche perché si vuole fare in fretta visto che il bonus nido viene erogato fino a esaurimento delle risorse. C’è la voglia di evitare lo scenario che si è concretizzato nel 2022, quando molte domande sono state congelate perché l’Inps non aveva sufficienti risorse per erogare i rimborsi a tutte le famiglie che ne avevano fatto richiesta: fortunatamente, dopo un periodo di stallo, c’è stata l’iniezione di nuove risorse e lo sblocco delle domande presentate, ma per diversi mesi l’arrivo del rimborso è stato una grande incognita.
A tal proposito, ci ha pensato l’Inps - sui propri canali social ufficiali - a fare chiarezza su quando si potrà fare domanda per il bonus nido 2023, dando una prima indicazione su quando saranno sbloccate le procedure per le nuove richieste.
Bonus nido 2023 confermato
Il bonus nido (qui la guida aggiornata allo scorso anno) è una misura strutturale: non serve quindi confermarlo ogni anno, anche se resta compito del governo decidere se stanziare ulteriori risorse laddove quelle a disposizione dovessero non bastare per tutti.
Nessun timore quindi: il bonus nido 2023 ci sarà e potrà essere sfruttato per tutto il periodo che va dal 1° gennaio al 31 dicembre prossimo, quindi anche per quei figli che inizieranno il nido nel settembre 2023.
Gli importi sono gli stessi dello scorso anno. A seconda dell’Isee (serve l’Isee minorenni 2023), quindi, spetta un rimborso della quota mensile pagata, compresa di mensa, fino a un massimo di:
- Isee fino a 25 mila euro: 272,73 euro per 11 mensilità, per un budget annuo quindi di 3.000 euro;
- Isee tra i 25 mila e i 40 mila euro: 227,27 euro per 11 mensilità, con un budget annuo di 2.500 euro;
- Isee superiore a 40 mila euro o comunque attestazione Isee non richiesta: 136,37 euro per 11 mensilità, a fronte di un budget complessivo di 1.500 euro.
Non viene rimborsata la quota d’iscrizione, tuttavia tale certificazione esclusivamente negli asili nido pubblici rappresenta un valido giustificativo per poter presentare la domanda del bonus. Ciò significa che già al momento dell’iscrizione al nido è possibile fare richiesta del contributo, assicurandosi così il diritto al rimborso prima di un eventuale esaurimento delle risorse.
Quando si potrà fare domanda?
Per il momento l’Inps è in linea con i tempi: anche se il bonus nido decorre dal 1° gennaio di ogni anno, infatti, l’Istituto impiega sempre un po’ di tempo per aggiornare i propri sistemi in modo da permettere l’invio delle nuove richieste.
Ad esempio, nel 2022 la procedura è stata sbloccata il 24 febbraio e quest’anno tutto lascia pensare che - giorno più o giorno meno - lo stesso calendario venga rispettato. A tal proposito, nel rispondere a degli utenti su Facebook, la pagina Inps per la famiglia ha chiarito che il via libera - che verrà comunicato con apposita circolare - dovrebbe arrivare tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo 2023.
Ancora pochi giorni, quindi, e si potrà fare domanda per il bonus nido: nel frattempo, consigliamo d’iniziare a raccogliere la documentazione necessaria ai fini della richiesta. Ricordiamo, infatti, che per fare domanda del bonus nido serve allegare la documentazione che dimostra il pagamento della retta relativa ad almeno un mese di frequenza. Nel caso di asili pubblici, dove il pagamento delle rette è posticipato rispetto al periodo di frequenza, basterà allegare la documentazione da cui risulti l’iscrizione o l’avvenuto inserimento in graduatoria.
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