Il suo nome è legato ad uno degli omicidi più efferati avvenuti in Italia, quello di Melania Rea. Oggi sta scontando la sua pena in carcere.
Ci sono degli episodi di cronaca nera che hanno avuto ampio risalto sui media italiani e l’omicidio di Melania Rea è uno di questi. La storia di Melania, la sua brutale uccisione e la condanna del marito Salvatore Parolisi hanno toccato nel profondo diverse persone. La vicenda ha avuto inizio il 18 aprile 2011 quando Melania Rea, 28enne originaria di Somma Vesuviana, sposata e madre di una bambina, viene trovata senza vita a Ripe di Civitella in provincia di Teramo, nel bosco di Colle San Marco.
Ad ucciderla con 35 coltellate, secondo 3 gradi di giudizio, fu il marito Salvatore Parolisi in seguito ad una lite scoppiata per motivi di gelosia, visto che l’uomo intratteneva da tempo una relazione extraconiugale con una sua allieva soldatessa presso la caserma di Ascoli Piceno.
Secondo la ricostruzione dell’accusa il 18 aprile 2011 Melania, Salvatore e la figlia, che all’epoca aveva 18 mesi, si trovavano al parco di Colle San Marco per una gita fuori porta. Improvvisamente tra i due scoppiò una lite per motivi sentimentali e Melania si allontanò. Fu lo stesso Parolisi a denunciare la scomparsa della moglie non vedendola rientrare. Il corpo verrà ritrovato soltanto due giorni dopo a seguito di una segnalazione anonima. Il cadavere presentava profonde ferite alla schiena, almeno 35 coltellate, sulla sua pelle era stata disegnata una svastica e conficcata una siringa. Per l’accusa tentativi questi per depistare le indagini.
L’autopsia accertò che sul corpo di Melania Rea il suo aggressore si accanì anche dopo la sua morte. Circa 2 giorni dopo l’omicidio e quindi poco prima del ritrovamento, per l’accusa Parolisi si recò di nuovo sulla scena del delitto ed infierì nuovamente sul cadavere.
Sin da subito i sospetti si concentrarono sul marito, caporal maggiore dell’Esercito. Parolisi venne accusato di omicidio volontario aggravato e arrestato il 19 luglio 2011. Il 26 ottobre del 2012, il Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Teramo, dopo circa tre ore di camera di consiglio, lo condannò all’ergastolo.
Il processo d’Appello ebbe inizio il 25 settembre 2013 e ridusse la condanna a 30 anni di reclusione. Il successivo ricorso in Cassazione si concluse con la condanna definitiva il 13 giugno 2016 a 20 anni di carcere per Salvatore Parolisi, ritenuto colpevole dell’omicidio della moglie Melania Rea.
Dove si trova oggi
Salvatore Parolisi si trova rinchiuso nel carcere di Bollate, nel milanese, dove sta scontando i primi 12 dei 20 anni di reclusione. Qualche mese fa aveva ottenuto dei permessi premio. Ma nel corso di un’intervista rilasciata alla trasmissione Chi l’ha Visto, ha continuato a ribadire la sua innocenza mettendo in discussione le prove a suo carico e le varie decisioni dei tribunali che l’avevano a lungo seguito nella vicenda. Per queste sue dichiarazioni il Tribunale di Sorveglianza ha deciso di negargli i permessi. Parolisi ha ribadito varie volte di voler rivedere sua figlia, ma Vittoria, che oggi ha 13 anni, vive insieme allo zio e ai nonni materni. Ha deciso di cambiare cognome ed ha espresso la sua volontà di interrompere qualsiasi legame fisico e anagrafico con colui che l’ha tolta dall’amore di sua madre.
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