Nel 2011 aveva soltanto 18 mesi quando la mamma venne uccisa da suo padre nel bosco di Colle San Marco, in provincia di Teramo.
Il 18 aprile 2011 Vittoria aveva soltanto 18 mesi. Si trovava insieme alla madre Melania e al padre Salvatore nel bosco di Colle San Marco, in provincia di Teramo. Qualche giro nelle giostre e poi la lite tra i due per motivi sentimentali. Salvatore Parolisi intratteneva una relazione extraconiugale con una sua allieva soldatessa presso la caserma di Ascoli Piceno. Relazione scoperta dalla moglie. La piccola si trovava in auto seduta nel seggiolone e forse dormiva quando Parolisi, stando ai 3 gradi di giudizio, raggiunse la moglie Melania in una zona isolata e la uccise con 35 coltellate, diverse alla schiena. Dopodiché disegnò sul suo corpo una svastica e gli conficcò una siringa, forse nel tentativo di depistare le indagini.
Fu lui stesso a denunciare la scomparsa della moglie. Tempo due giorni e il corpo senza vita venne ritrovato dopo una segnalazione anonima. Fin da subito i sospetti degli inquirenti si concentrarono sulla figura del caporal maggiore dell’Esercito. Alcune incongruenze nell’interrogatorio, la relazione extraconiugale con la ragazza che chiedeva a Parolisi di lasciare Melania, le sue parole captate da una intercettazione ambientale all’interno della sua vettura dove Parolisi sembrava fare mea culpa.
Salvatore Parolisi viene arrestato il 19 luglio 2011 con l’accusa di omicidio volontario. In primo grado i giudici lo condannano all’ergastolo. Pena poi ridotta a 30 anni in secondo grado e a 20 anni in Cassazione. Oggi il caporal maggiore sta scontando la sua pena nel carcere di Bollate. L’altra pena, quella morale, la sta scontando sua figlia Vittoria che oggi ha 13 anni.
Cosa fa oggi
Vittoria è cresciuta e oggi è diventata adolescente. È cresciuta tra l’amore dei suoi nonni materni e di suo zio Michele che si sono presi cura di lei fin dai primi momenti dopo la tragedia di mamma Melania. È cresciuta con un pallino fisso, quello di togliere il cognome del padre. E ci è riuscita nel 2020 quando ha ottenuto il via libera per il cambio cognome. Suo zio Michele ha raccontato che era il suo desiderio più grande che sancisce la fine di ogni collegamento con suo padre Salvatore che, a seguito della condanna, ha perso la patria potestà.
Vittoria vive nel paese natale di mamma Melania insieme ai nonni e a suo zio. Sempre suo zio ha raccontato che l’amore in cui è cresciuta sta dando i suoi frutti tanto che Vittoria non dà problemi: è bravissima a scuola e sta dando grosse soddisfazioni. È determinata e forte.
Sono anni che non vede suo padre e da quando la condanna a 20 anni è passata in giudicato non sente neanche la sua voce. Il Tribunale per i minori di Napoli ha dichiarato Salvatore Parolisi «decaduto dalla civile responsabilità genitoriale sulla figlia». I nonni e lo zio hanno fatto e stanno facendo un grande lavoro per la sua crescita e va bene così.
Incontri, visite, telefonate tra lei e il papà non potranno più esserci. Non lo vuole lei e non lo consente più la legge, data la gravità dei comportamenti avuti dal papà Salvatore. Con il cambio cognome ogni legame con chi l’ha tolta dall’amore di sua madre è svanito.
© RIPRODUZIONE RISERVATA