Che fine faranno gli aiuti del decreto Ristori 5 con la crisi di governo e Mario Draghi come premier? Ecco gli scenari possibili.
Da quando si è aperta la crisi di governo il decreto Ristori 5 è in stallo. Cosa succederà adesso agli aiuti economici promessi, alla proroga della cig e delle cartelle esattoriali?
Le misure del quinto decreto Ristori sono in bilico: il governo dimissionario difficilmente potrà intervenire su un tema così delicato e non è detto che il nuovo governo tecnico, guidato da Mario Draghi, scelga di seguire i passi dell’esecutivo che lo ha preceduto.
In queste ore cruciali, il Presidente Mattarella è al lavoro per individuare un premier e una squadra di governo che guidi il Paese e adotti i provvedimenti economici necessari a ristorare imprese, lavoratori autonomi, ristoratori e gli altri settori danneggiati. Sul destino del Ristori 5 è possibile fare qualche anticipazione, ecco cosa potrebbe succedere.
Crisi di governo: che succede al decreto Ristori 5
Nonostante le rassicurazioni dei ministri Boccia e Lamorgese, non ci sono tracce del testo ufficiale (e nemmeno della bozza) del decreto Ristori 5, originariamente atteso entro la fine di gennaio. Ed è certo ormai che la sua emanazione non ci sarà nel breve termine.
Con le dimissioni di Giuseppe Conte, i lavori del Consiglio dei Ministri sulle misure del Ristori 5 hanno subito una battuta di arresto, cosa che ha fatto sfumare la promessa dei contributi a fondo perduto, bonus Partite Iva, la proroga della cassa integrazione e le altre novità per finanziare le quali si è reso necessario lo scostamento di bilancio di 32 miliardi di euro, il quinto in un anno.
Tuttavia tra i poteri del governo dimissionario - ovvero il disbrigo degli affari correnti - accanto all’ordinaria amministrazione, rientrerebbero anche i decreti motivati da ragioni di necessità e urgenza, quindi anche il decreto Ristori 5. Così è stato precisato da autorevoli fonti istituzionali la scorsa settimana, eppure, fino ad ora, sul fronte dei ristori non ci sono novità.
Sembrerebbe che il governo dimissionario abbia intenzione di affidare la “patata bollente” al nuovo esecutivo, che però tarda ad arrivare.
Che succede al Ristori 5 con il governo Draghi?
In queste ore si affaccia la possibilità di un governo tecnico, di alto profilo istituzionale, guidato da Mario Draghi. Anche se non sono ancora noti i nuovi ministri, il nodo Ristori 5 sarà senza dubbio tra le proprietà del nuovo esecutivo.
Questo, però, non significa che il governo tecnico sia vincolato alle scelte di quello dimissionario: Draghi potrebbe apportare modifiche (più o meno incisive) allo scheletro del decreto oppure emanare un nuovo provvedimento che non abbia nulla a che vedere con i precedenti Ristori.
Ciò che è certo - e di questo possiamo tranquillizzare le categorie danneggiate - è che l’obiettivo primario del nuovo governo sarà quello di erogare aiuti economici adeguati nel più breve tempo possibile, attraverso il decreto Ristori 5 o altri strumenti previsti dalla legge.
A cambiare potrebbe essere il mezzo utilizzato ma non il suo contenuto: ristorare i settori più colpiti dalle chiusure, intervenire in materia di cassa integrazione e licenziamenti, bloccare le cartelle esattoriali e ridefinire il calendario delle vaccinazioni.
Per averne la certezza si dovrà aspettare la decisione di Mattarella.
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