Si apre la strada al check-in a distanza, da remoto, per i contratti di affitto brevi. Il Ministero degli Interni propone il riconoscimento biometrico o l’uso di codici OTP.
Check-in a “distanza" per gli affitti brevi già da Pasqua, novità dal Ministero degli Interni per la semplificazione dell’identificazione.
L’identificazione dei soggetti quando vi sono contratti di affitto brevi è essenziale per la sicurezza soprattutto in un periodo come questo, Giubileo 2025 e una situazione internazionale piuttosto instabile. L’esigenza di sicurezza si scontra però con l’esigenza di efficienza nei servizi resi e velocizzazione. Proprio per questo motivo il check-in da remoto con strumenti tecnologici ha avuto un percorso piuttosto difficile.
Ecco le soluzioni proposte per coniugare la semplicità dell’identificazione a distanza con il check-in da remoto e la sicurezza.
Keybox con check-in da remoto: bocciate dal Ministero degli Interni.
Nei mesi passati si sono diffuse le Keybox, cioè delle casseforti all’esterno dei B&B in cui sono custodite le chiavi degli alloggi a cui accedere attraverso un check-in da remoto.
In occasione del G7 Turismo viene però segnalato un problema di sicurezza. Il Ministro del Turismo, Daniela Santanché concorda con l’allarme lanciato dalla sindaca di Firenze Sara Funaro e annuncia un suo intervento presso il Viminale.
Il Viminale adotta una circolare firmata dal capo della Polizia e indirizzata a tutte le Prefetture in cui si precisa che la “identificazione da remoto” degli ospiti nelle strutture ricettive a breve termine non rispetta i requisiti di sicurezza stabiliti dalla legge.
Si ritiene che con il check-in a distanza possa verificarsi che
dopo l’invio dei documenti in via informatica, la struttura possa essere occupata da uno o più soggetti le cui generalità restano ignote alla Questura competente, comportando un potenziale pericolo per la sicurezza della collettività.
Questo il motivo per cui nei mesi passati l’identificazione da remoto è stata vietata. Il porsi della questione non è però scevra di conseguenze, ecco perché nel frattempo sono continuati i lavori e gli studi per rendere l’identificazione da remoto sicura e sembra che si sia ormai arrivati alla quadra.
Ministero degli Interni propone soluzioni condivise per il check-in da remoto per gli affitti brevi
Il passo successivo è stato compiuto il 23 dicembre 2024 quando il Ministero degli Interni ha aperto alla strada per un’identificazione diversa/alternativa rispetto a quella “de visu”. Le associazioni di categoria hanno a loro volta sollecitato l’adozione di un regolamento che desse la giusta rilevanza alle evoluzioni tecnologiche applicabili al settore.
La soluzione sembra essere arrivata dall’incontro del 20 marzo tra i rappresentanti del Ministero degli Interni, guidato dal Ministro Piantedosi, e le associazioni di categoria tra cui Confedilizia, AIGAB (Associazione italiana gestori affitti brevi), FIAIP (Federazione italiana agenti immobiliari professionali), Airbnb, Booking ed Expedia.
Al termine il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha sottolineato che l’incontro è stato proficuo e si va verso una soluzione di buon senso volta a modernizzare l’identificazione “de visu”.
Il Presidente di AIGAB ha, invece, sottolineato l’esigenza di provvedere nel più breve tempo possibile a introdurre il check-in da remoto “affinché gli operatori più strutturati possano avvalersi di strumenti avanzati e i piccoli proprietari abbiano a disposizione soluzioni più semplici”. Tra le soluzioni prospettate vi è l’uso di sistemi avanzati per le strutture più avanzate, come il riconoscimento biometrico o i codici OTP, mentre per i piccoli proprietari dovrebbero essere previsti strumenti più semplici.
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