Chernobyl, un fungo cresciuto nel disastro potrebbe permettere i viaggi su Marte

Mario D’Angelo

26/07/2020

Scienziati scoprono che un fungo cresciuto vicino Chernobyl è in grado di assorbire radiazioni pericolose all’essere umano

Chernobyl, un fungo cresciuto nel disastro potrebbe permettere i viaggi su Marte

Uno dei più grossi ostacoli alle missioni su Marte è capire come proteggere l’equipaggio delle astronavi dai raggi cosmici pericolosi per l’organismo. In questi giorni, diversi scienziati sembrano aver trovato una soluzione: costruire degli scudi con un fungo capace di assorbire le radiazioni, cresciuto nei pressi della centrale nucleare di Chernobyl.

Scudo anti-radiazioni con un fungo cresciuto all’ombra di Chernobyl

Dopo un piccolo test effettuato sulla Stazione Spaziale Internazionale, riporta il New Scientist, il fungo è stato capace di bloccare raggi cosmici. Il risultato ha dato speranza per i futuri viaggi spaziali verso Marte e la possibilità di istituire colonie sul pianeta rosso.

Lo studio è stato pubblicato online la settimana scorsa dagli scienziati della Johns Hopkins University e di Stanford, che hanno condotto la ricerca ISS.

I ricercatori hanno scoperto che un piccolo campione del fungo Cryptococcus neoformans è stato in grado di bloccare il 2% delle radiazioni che lo hanno colpito sulla Stazione. Non abbastanza per proteggere gli astronauti, ma secondo gli scienziati basterebbe uno scudo dallo spessore di 21 centimetri.

La speciale muffa, d’altronde, è riuscita a crescere in un ambiente ostile come quello del disastro nucleare di Chernobyl, avvenuto il 26 aprile 1986.

La caratteristica migliore dello scudo anti-radiazioni realizzato con il fungo sarebbe, secondo gli scienziati, la possibilità di rigenerarsi. “Ciò che rende ottimale il fungo è che c’è bisogno solo di qualche grammo per iniziare”, afferma il coautore dello studio Nils Averesch. “Si replica e guarisce da solo, quindi anche se c’è un’eruzione solare che danneggia lo scudo anti-radiazioni in maniera significativa, esso sarà capace di ricrescere nell’arco di qualche giorno”, spiega il ricercatore.

Gli scienziati hanno parlato anche della possibilità di realizzare un tessuto per la tuta spaziale con il fungo.

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