Chi deve mantenere i figli?

Simone Micocci

4 Maggio 2018 - 14:03

L’obbligo di mantenimento e assistenza nei confronti dei figli spetta, come stabilito dall’articolo 147 del Codice Civile, ai genitori. Ciò vale anche in caso di divorzio e per i figli maggiorenni.

Chi deve mantenere i figli?

Secondo uno studio di Federcosumatori mantenere un figlio fino alla maturità si spendono più di 170mila euro. Ma a chi spetta questo (oneroso) compito?

Il Codice Civile - nell’articolo 147 - impone ad ambedue i coniugi di “mantenere, istruire e assistere moralmente i figli nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni”.

L’obbligo dell’assistenza nei confronti dei figli non si estingue con il divorzio: anche in caso di estinzione del matrimonio, infatti, i genitori hanno il dovere di mantenere i figli avuti con l’ex coniuge.

Non ci sono dubbi sul fatto che sono i genitori a dover mantenere i figli, adempiendo - nel limite delle loro possibilità - a tutti gli obblighi descritti dall’articolo 147 del Codice Civile.

Riguardo al mantenimento dei figli, però, ci sono alcune fattispecie che meritano di essere affrontate separatamente. Ad esempio, c’è chi si chiede se quest’obbligo viene meno con il raggiungimento della maggiore età del figlio, altri che invece hanno dei dubbi su cosa succede in caso di divorzio o separazione.

Inoltre, proprio in questi giorni la Corte di Cassazione si è espressa in merito al ruolo dei nonni, facendo chiarezza su quando questi hanno il dovere di assistere e mantenere i loro nipoti.

Ma partiamo con l’analizzare il primo dubbio, ovvero quello che riguarda l’obbligo di assistenza e mantenimento nei confronti dei figli maggiorenni.

I genitori devono mantenere un figlio maggiorenne?

L’articolo 147 del Codice Civile non prevede una scadenza per il dovere di assistenza e mantenimento nei confronti dei figli.

Per questo motivo è lecito chiedersi se quest’obbligo si estingue con il compimento della maggiore età oppure se anche in tal caso il genitore ha il dovere di assistenza.

A fare chiarezza è intervenuta la legge 54/2006 che nell’articolo 155-quinquies ha stabilito che spetta al giudice valutare - una volta prese in considerazione tutte le circostanze - se riconoscere al figlio maggiorenne non indipendente economicamente un assegno periodico corrisposto dai genitori.

A tal proposito la Cassazione in diverse sentenze (come ad esempio la 1773/2012) ha dichiarato che lo status di indipendenza economica si considera raggiunto quando il figlio riesce ad ottenere un lavoro tale da consentirgli un reddito corrispondente alla sua professionalità, oltre ad un’appropriata collocazione nel contesto economico-sociale.

Viene meno l’obbligo di assistenza qualora il mancato raggiungimento dell’indipendenza economica non dipenda da negligenza o da un fatto imputabile al figlio.

Quindi anche nei confronti dei figli maggiorenni - se non indipendenti - vige l’obbligo di assistenza e mantenimento che vale tanto per le spese ordinarie della vita quotidiana (dai costi per l’alimentazione a quelli per l’acquisto di abbigliamento) che quelle relative all’istruzione (come ad esempio l’Università).

Il genitore separato deve mantenere il figlio?

Come anticipato il dovere di assistenza non viene meno con la fine del matrimonio e allo stesso tempo vale anche nei confronti dei figli nati al di fuori delle nozze.

Per questo motivo una volta pronunciata la sentenza di divorzio il giudice stabilisce che il genitore che smette di vivere nella casa coniugale (che solitamente è il padre) deve corrispondere ai figli un assegno di mantenimento mensile, un contributo fisso quantificato a seconda delle esigenze dei figli e del reddito del genitore.

Anche per il genitore divorziato vale quanto detto in precedenza: l’assegno di mantenimento va corrisposto anche nei confronti dei figli maggiorenni, purché questi non abbiano raggiunto un’indipendenza economica.

A tal proposito il Tribunale di Como ha ricordato che il coniuge che continua a vivere con il figlio ha il dovere di informare l’altro dei redditi che questo percepisce. Questo aggiornamento in merito agli sviluppi lavorativi dei figli va fatto, secondo i giudici, almeno ogni tre mesi.

I nonni devono mantenere i nipoti?

Con la sentenza 10419/2018 la Cassazione ha fatto chiarezza sull’obbligo di mantenimento da parte dei nonni.

In questa pronuncia, infatti, gli ermellini hanno ricordato che i doveri descritti dall’articolo 147 del Codice Civile valgono prioritariamente per i genitori.

Ad esempio, se uno di questi non adempie - per mancata voglia o per legittimo impedimento - ai suoi doveri genitoriali, è l’altro a dover far fronte per intero alle esigenze dei figli, “sfruttando tutta la propria capacità di lavoro”.

Solo nel caso in cui nessuno dei due genitori possa mantenere i figli si potrà fare ricorso al sostegno dei loro ascendenti; allora sì che i nonni, nel limite delle loro capacità economiche - dovranno contribuire al mantenimento dei nipoti.

Per capire meglio l’importanza di questa pronuncia della Cassazione prendiamo come esempio una donna che guadagna circa 1.500€ che deve mantenere da sola il figlio perché il suo ex compagno si rifiuta di farlo. In tal caso la Cassazione potrebbe giudicare lo stipendio della donna come sufficiente per mantenere il figlio e quindi questa non potrebbe chiedere alcun contributo ai genitori del suo ex compagno, nonché i nonni del figlio.

Sono i genitori quindi a dover mantenere i figli, mentre i nonni intervengono solo in via sussidiaria e in stato di bisogno.

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