Chi è Mohammad Abedini e perché il suo arresto sembra correlato a quello di Cecilia Sala? Ecco cosa sappiamo.
Cresce la preoccupazione per la giornalista Cecilia Sala ancora detenuta in Iran, mentre le vaghe circostanze dell’arresto danno spazio a congetture e ipotesi. In queste ore non si fa altro che parlare di un altro arresto, quello del cittadino iraniano Mohammad Abedini, avvenuto in Italia pochi giorni prima della presunta ritorsione di Teheran. Le coincidenze, non soltanto temporali, sembrano puntare su un legame tra i due eventi. Dall’Iran non è arrivato nessun chiarimento in proposito, mentre il governo italiano ha negato l’idea. Ci sono, tuttavia, diversi elementi che vale la pena affrontare in questa situazione delicata per provare a comprendere meglio le fragili dinamiche internazionali che oggi si ripercuotono sulla giornalista.
Chi è Mohammad Abedini e perché è stato arrestato?
Mohammad Abedini Najafabad è un cittadino iraniano, fermato all’aeroporto di Malpensa il 16 dicembre 2024. L’uomo, tecnico informatico di 38 anni, è accusato dalla procura della Corte federale di Boston di aver violato le leggi statunitensi sul controllo delle esportazioni e sulle relative sanzioni. In particolare, Mohammad avrebbe esportato componenti elettronici dagli Stati Uniti all’Iran insieme a Mahdi Mohammad Sadeghi, cittadino statunitense-iraniano di 42 fermato negli Usa.
Le accuse che pendono sui due uomini sono piuttosto pesanti: associazione a delinquere con finalità terroristiche. Secondo la giustizia americana, infatti, avrebbero supportato il Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica, considerata dagli Stati Uniti un’organizzazione terroristica. Il contributo materiale di Abedini avrebbe inoltre portato all’uccisione dei tre militari statunitensi uccisi dall’attacco di un drone in Giordania.
Nei bagagli di Abedini a Malpensa sono stati rinvenuti diversi elementi sospetti, tra componenti elettronici, diversi dispositivi e materiale bancario e commerciale in supporto cartaceo. Secondo l’avvocato difensore Alfredo De Francesco, tuttavia, la sua posizione è meno grave di quanto potrebbe sembrare. La difesa ha inoltre dichiarato che l’assistito respinge ogni accusa, tanto da non comprendere le ragioni dell’arresto.
In ogni caso, al momento Mohammad Abedini si trova al carcere milanese Opera in regime di stretta sorveglianza, una misura necessaria prevista dalla Corte d’appello di Milano per tutelarlo e impedire tentativi di fuga. Il tribunale dovrà ora valutare la richiesta di estradizione degli Stati Uniti in base alla documentazione ricevuta dalla procura di Boston e, in caso affermativo, passare la decisione finale al ministero della Giustizia.
Cosa c’entra con l’arresto di Cecilia Sala?
La correlazione tra l’arresto di Cecilia Sala, giornalista italiana, in Iran e quello di Mohammad Abedini è un’ipotesi sempre più convincente. Nulla di ufficiale, naturalmente, ma le circostanze sono piuttosto suggestive. Intanto, c’è il tempismo quanto meno equivoco. La giornalista è stata arrestata il 19 dicembre, 4 giorni dopo il fermo di Abedini e un giorno prima del rientro in Italia, con accuse a dir poco vaghe. Si parla infatti di presunti “comportamenti illegali” che non sono stati specificati dalle autorità italiane, perlomeno non pubblicamente.
Oltretutto, Sala è attualmente detenuta nel carcere di Evin a Teheran, ben noto per la carcerazione di dissidenti politici e cittadini stranieri, peraltro in condizioni a dir poco inumane. Di motivazioni controverse che potrebbero nascondersi dietro l’arresto della giornalista, tuttavia, ce ne sono diverse. Cecilia Sala si è occupata di molte tematiche delicate, intervistando anche membri delle Guardie rivoluzionarie.
Non bisogna tuttavia dimenticare che in seguito all’arresto di Abedini le autorità iraniane hanno presentato una protesta formale contro il governo italiano e quello statunitense. L’idea che abbiano “colto la palla al balzo” è quindi verosimile, anche se bisogna vedere come proseguiranno le trattative per la liberazione di Cecilia Sala. La correlazione è stata però negata dal viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, che si dice “cautamente ottimista” sulla liberazione di Sala. Quando ad Abedini, il ministro Nordio sta valutando la situazione, anche se sembrano esserci i presupposti per l’estradizione.
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