Chi è Pavel Durov: perché il fondatore di Telegram è stato arrestato in Francia

Alessandro Cipolla

29 Agosto 2024 - 10:26

Pavel Durov dopo l’arrestato in Francia è stato liberato dietro pagamento di una cauzione da 5 milioni, ma non potrà lasciare il Paese: chi è il CEO di Telegram e di cosa è accusato.

Chi è Pavel Durov: perché il fondatore di Telegram è stato arrestato in Francia

Chi è Pavel Durov? Perché è stato arrestato in Francia? La vicenda riguardante il fermo del fondatore e CEO di Telegram è ancora tutta da chiarire e sta assumendo sempre più il contorno dell’intrigo internazionale.

Dopo lunghi interrogatori, Durov è stato ufficialmente incriminato venendo poi liberato dietro il pagamento di una cauzione di 5 milioni di euro: per lui c’è l’obbligo di presentarsi in commissariato due volte alla settimana e il divieto di lasciare la Francia.

I motivi dell’arresto di Pavel Durov sono legati a Telegram: l’imprenditore è accusato di non aver fatto nulla per impedire che sull’app da lui ideata si commettessero dei reati.

Pavel Durov ha incassato subito la solidarietà di Elon Musk che ha definito i tempi attuali “pericolosi”, dando ragione poi a chi ipotizza che dopo Telegram sarà X - l’ex Twitter ora di proprietà del magnate sudafricano - a essere colpita. Per Matteo Salvini invece “in Europa siamo ormai alla censura, alla puzza di regime”.

Cerchiamo di capire allora chi è Pavel Durov dando uno sguardo alla sua biografia e perché questo imprenditore è stato arrestato come ha messo piede in Francia, scatenando le ire della Russia e del web con il lancio sui social dell’hashtag #FreePavel.

La biografia di Pavel Durov, il fondatore di Telegram

Pavel Durov è un imprenditore nato a San Pietroburgo, in Russia, che compirà 40 anni il prossimo 10 ottobre. Figlio di un latinista, da giovane si è trasferito a Torino dove è rimasto fino al 2001 prima di tornare in patria dove poi si è laureato con una tesi in filologia.

Di idee da sempre libertarie, della sua vita privata sappiamo che ha due figli ma non è sposato. Nel 2006 ha lanciato in Russia il social VK che però, come ha preso piede, è finito nel mirino delle autorità di Mosca tanto da decidere prima di vendere le proprie quote e poi di dire addio alla società.

Fuori da VK, Durov dopo aver ottenuto la cittadinanza di Saint Kitts e Nevis - un arcipelago caraibico - ha deciso di fondare nel 2013 insieme al fratello Telegram, la popolare app di messaggistica istantanea considerata come la grande rivale di WhatsApp.

Pavel Durov attualmente è il CEO di Telegram che, senza essere quotata in Borsa, al momento riuscirebbe a fatturare centinaia di milioni di dollari dalla pubblicità in virtù dei suoi 900 milioni di utenti. Stando a quanto affermato dallo stesso imprenditore, potenziali investitori hanno offerto alla società valutazioni da più di 30 miliardi di dollari.

Perché Pavel Durov è stato arrestato

Pavel Durov ha cittadinanza anche francese e, lo scorso 24 agosto, è stato arrestato all’aeroporto Le Bourget - fuori Parigi - mentre scendeva dal suo jet privato dopo un volo dall’Azerbaijan.

Il mandato d’arresto in Francia è stato spiccato in quanto Durov si sarebbe rifiutato di collaborare con le autorità: i procuratori francesi infatti sostengono che la crittografia di Telegram e l’inadeguata moderazione dei contenuti costituiscono complicità in terrorismo, spaccio di droga, frode, riciclaggio di denaro e altri reati.

Alla fine Pavel Durov è stato incriminato per sei capi di imputazione. Oltre all’accusa di essere complice dei reati compiuti dagli utenti dell’app, c’è anche un fascicolo su delle presunte violenze su uno dei suoi figli. Al vaglio però ci sarebbero anche i suoi rapporti con il Cremlino, in passato di certo non idilliaci.

Come noto Telegram ha la crittografia end-to-end delle comunicazioni. A differenza delle piattaforme concorrenti, che spesso sono state criticate per lo sfruttamento commerciale dei dati personali, l’app ha adottato un approccio diverso alla riservatezza degli scambi e dei dati degli utenti, impegnandosi a non divulgare mai informazioni sui propri utenti. Una scelta che sarebbe alla base del fermo di Durov.

Telegram nella giornata di ieri ha dichiarato di essere conforme alle leggi dell’Unione europea, incluso il Digital Services Act, che la moderazione soddisfa gli standard del settore venendo costantemente migliorata e che è assurdo affermare che la piattaforma o il suo proprietario siano responsabili del suo abuso.

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