Il governo cinese sta cercando di evitare il peggio. Sfortunatamente, la crisi di Evergrande potrebbe essere troppo grande perché il PCC possa fermarla.
Il governo cinese è intervenuto per rilanciare i mercati alle prese con la deflazione. Lunedì, il Partito Comunista Cinese (PCC) ha annunciato il dimezzamento della imposta di bollo necessaria per commerciare sui mercati cinesi.
Inoltre, Pechino ha aperto 37 fondi al dettaglio per rilanciare sia i mercati che il settore immobiliare.
Lunedì lo Shanghai Composite è salito dell’1,13% dopo l’annuncio, mentre l’indice blue-chip cinese (CSI) ha registrato un rally dell’1,17%. Shanghai è la borsa valori interna della Cina, a differenza di Hong Kong che si concentra sui titoli offshore.
Anche i mercati europei e americani hanno avuto una risposta positiva. L’S&P 500 e il Dow Jones sono aumentati rispettivamente dello 0,67% e dello 0,73%; mentre l’indice STOXX Europe 600 ha registrato un rally dello 0,44%.
Tuttavia, gli analisti ritengono che le nuove misure non siano sufficienti per fermare la crisi cinese. Il drago orientale è caduto nella deflazione poiché la crescita economica non è riuscita a soddisfare le aspettative del mercato post-Covid.
Il PIL della Cina è cresciuto meno del previsto nel secondo trimestre, mentre le attività commerciali sono crollate agli stessi livelli della pandemia.
A luglio il PCC aveva promesso di rilanciare il mercato con delle nuove misure. Tuttavia, il principale colpevole di questa crisi risiede nella guerra commerciale degli Stati Uniti contro Pechino.
Le restrizioni tecnologiche ed economiche nei confronti della Cina hanno costretto Pechino a concentrarsi sulla domanda interna. Il “Made in China” non esiste più, con le sue conseguenze sia in patria che all’estero.
La crisi Evergrande
L’altra spina dorsale dell’economia cinese è il colosso immobiliare Evergrande. Lunedì, in seguito all’annuncio ufficiale del suo fallimento, le azioni di Evergrande sono scese del 80%.
La crisi di Evergrande è iniziata nel 2021 quando la società ha rivelato che i suoi asset non erano sufficienti a coprire il proprio debito. Da allora, il governo cinese ha cercato di controllare il crollo dell’Evergrande senza sconvolgere l’economia.
Sfortunatamente, sembra che la strategia non abbia funzionato poiché il debito di Evergrande ha continuato ad aumentare ed è sempre più difficile vendere gli asset rimanenti.
Alla fine, la società ha presentato istanza di fallimento in un tribunale statunitense.7
Il mercato immobiliare rappresenta il 30% dell’economia cinese, con alcuni analisti che prevedono una piccola crisi “Lehman Brothers” per il paese.
Altri promotori immobiliari come Country Garden hanno segnalato la loro incapacità di saldare i propri debiti.
Molti esperti temono che la crisi di Evergrande segnali l’inizio di un rallentamento economico per la Cina, simile a come l’economia giapponese è rimasta piatta dopo due decenni di miracolo economico.
I tentativi egemonici della Cina (come l’espansione dei BRICS) potrebbero essere vanificati dalla stagnante economia del paese. Oppure, nel peggiore dei casi, potrebbero essere rafforzati se Pechino ritenesse che la causa della crisi siano gli Stati Uniti.
In ogni caso, si prospettano tempi bui per l’economia cinese e, forse, mondiale. Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2023-08-28 13:30:54. Titolo originale: China tries to revive markets, but the Evergrande crisis continues
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