Cina choc, confermata distruzione di un gasdotto nel Baltico

Alessandro Nuzzo

23 Agosto 2024 - 22:54

L’ammissione è arrivata 11 mesi dopo: a tranciare il gasdotto una nave cinese dopo aver gettato l’ancora.

Cina choc, confermata distruzione di un gasdotto nel Baltico

Risolto il mistero del gasdotto Balticconnector, distrutto nel mar Baltico ad ottobre 2023 assieme a due cavi sottomarini che rifornivano Estonia, Finlandia e Svezia di gas e Internet. Dopo 11 mesi e diversi sospetti, la Cina ha ammesso che si è trattato di un incidente e che a procurarlo è stata la nave mercantile cinese, Newnew Polar Bear.

A dire il vero i sospetti sulla nave cinese erano sopraggiungi praticamente subito. Analizzando l’area dell’incidente, si scoprì che in quei giorni e a quell’ora erano presenti soltanto due navi: una rompighiaccio russa e appunto una grande nave mercantile cinese, la Newnew Polar Bear.

Quindi a causare la rottura del gasdotto e dei cavi era stata una delle due. Le due imbarcazioni tra l’altro, dopo l’incidente, abbandonarono in fretta e furia la zona. La rompighiaccio si diresse in Russia, la nave mercantile cinese che navigava sotto bandiera di Hong Kong, si diresse verso la Cina, dove è ancora parcheggiata nel porto di Tianjin vicino a Pechino.

A causarlo un errore dell’equipaggio

Lo scorso lunedì, quasi 11 mesi dopo l’incidente, le autorità cinesi hanno finalmente ammesso la propria responsabilità. Hanno dichiarato che si è trattato di un incidente: durante una forte tempesta, l’equipaggio aveva gettato l’ancora finendo proprio sul gasdotto e i cavi distruggendoli.

L’indagine interna che ha portato alla scoperta di tale incidente con la conseguente tesi è confermata anche dalle autorità finlandesi che già pochi giorni dopo l’incidente si accorsero che l’ancora era sulla scena del crimine e inoltre c’era una lunga scia di trascinamento sul fondale marino.

C’è grande frustrazione in Europa, sopratutto per le nazioni coinvolte, visto che le autorità cinesi non hanno ammesso subito la responsabilità e anzi, non hanno inviato alcuna documentazione ai colleghi europei. Il governo estone ha detto che «la dichiarazione della Cina non può servire come prova in un processo penale». Quindi si rischia che il tutto resti impunito.

Già mesi fa Svezia, Finlandia ed Estonia avevano presentato richieste di assistenza legale per poter indagare personalmente sul «Newnew Polar Bear» ma non hanno ricevuto risposta.

Vedremo ora con l’ammissione dell’incidente da parte del Governo cinese, in che modo cambiano le cose. Se la Cina si trincererà dietro l’incidente ma ammettendo le sue colpe o se la nave mercantile potrà essere condannata come responsabile della rottura del gasdotto e pagarne le conseguenze. La proprietaria dell’imbarcazione è la società cinese NewNew Shipping Line. «L’indagine è ancora in corso e le conclusioni definitive sulle cause del danneggiamento possono essere tratte solo dopo che tutte le necessarie misure investigative saranno state finalizzate, e questo richiederà ancora del tempo», ha sottolineato Zareff, responsabile delle comunicazioni dell’Nbi, l’ufficio investigativo finlandese.

Il danno non fu da poco ad ottobre dello scorso anno. Inizialmente si pensava ad un sabotaggio e c’erano pochi dubbi che la rottura del gasdotto fu provocato da un impatto meccanico o da una distruzione meccanica e non da una esplosione. Per limitare la perdita di gas, la conduttura fu immediatamente chiusa ma non ci furono problemi all’approvvigionamento di gas da parte della Finalandia, garantita dal terminale di Gnl.

Il Balticconnector è stato costruito nel 2018 per trasportare gas naturale dalla Finlandia all’Estonia e in tutta l’Europa continentale. È entrato in funzione nel 2020 e la sua importanza è diventata strategica dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e le conseguenti sanzioni contro la federazione russa.

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