Il crollo di Evergrande non sarà un’altra crisi di Lehman Brothers, ma l’economia cinese subirà un lento declino nel lungo termine.
I problemi strutturali della Cina sono molto più profondi di quanto molti abbiano realizzato, ha affermato Charlene Chu, osservatrice di Autonomous Research. Chu, ex analista di Fitch’s Rating, ha condotto una lunga intervista con Barron’s sulle difficoltà economiche della Cina.
La continua deflazione, la diminuzione dell’attività commerciale, il crollo della domanda interna e, come ciliegina sulla torta, una crisi immobiliare potrebbero segnalare che la Cina ha effettivamente fermato la sua leggendaria crescita economica.
Con il crollo di Evergrande, il più grande produttore immobiliare cinese, molti si chiedono se ci sarà un “effetto Lehman Brothers” sull’economia del paese. Chu non crede che sia così.
«Negli ultimi anni, sei società fiduciarie hanno dichiarato fallimento senza causare una crisi sistemica,», ha detto Chu, «Non vi è alcuna indicazione che questa volta vedremo problemi più grandi.»
Tuttavia, il crollo di Evergrande , abbinato al calo della domanda, diminuirà la fiducia con nei comuni cittadini. Gli investitori ci penseranno due volte prima di immettere il proprio denaro nei fondi fiduciari e potrebbero persino iniziare a ritirarli dagli istituti finanziari. L’esatto contrario di ciò che vuole un governo dopo due anni di pandemia.
Società fiduciarie come Zhongrong e Zhongzhi, la cui importanza nell’economia cinese è pari se non maggiore di quella di Evergrande, hanno dichiarato che è sempre più difficile saldare le proprie obbligazioni.
Il loro default, secondo Chu, causerà un effetto a catena nell’economia cinese. Tuttavia, un collasso improvviso e immediato come quello della crisi Lehman è improbabile. Ciò che ha causato lo scoppio della bolla del 2008 è stata una sistematica mancanza di fiducia tra le banche, qualcosa di molto più controllato in Cina poiché ogni istituzione finanziaria risponde direttamente allo Stato.
In ogni caso, l’impatto di una crisi cinese sull’economia globale sarà “modesto”. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, le istituzioni occidentali hanno esaminato la loro esposizione in ogni mercato chiave e hanno analizzato ogni possibile rischio.
La fine del miracolo economico cinese
Charlene Chu è fermamente convinta che la crescita fulminea della Cina sia finita. Il Paese non tornerà mai ai livelli di crescita pre-pandemici, seguendo un percorso simile a quello del Giappone e dei suoi “decenni perduti” dopo il boom del dopoguerra.
In effetti, sostiene Chu, l’arresto della Cina sarà molto più significativo di quello del Giappone. La Cina è un paese molto più grande con un PIL pro capite incredibilmente basso: 13,721 dollari, più basso della Costa Rica e appena più alto dell’Argentina. La sua crisi demografica è molto più grave di quella del Giappone e la guerra commerciale degli Stati Uniti sta isolando tecnologicamente la Cina.
Secondo Chu, ci saranno ancora alcuni momenti ciclici in cui la crescita riprenderà, ma le prospettive generali saranno al ribasso.
La particolare struttura dell’economia statale cinese probabilmente eviterà un collasso improvviso, ma gli effetti a lungo termine non saranno molto diversi.
Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2023-08-30 10:43:50. Titolo originale: Insight: China’s economy will not go out with a bang but will keep declining, expert says
© RIPRODUZIONE RISERVATA