Il capo della diplomazia cinese Wang Yi è in tour in Europa e ha incontrato il ministro Tajani e il presidente Mattarella: l’obiettivo dell’Italia è spingere Pechino a fermare la Russia.
Il governo Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella spingono la Cina per fare pressione sulla Russia e convincerla ad avviare un tavolo di pace “sostenibile” con l’Ucraina. Il capo della diplomazia cinese Wang Yi è in tour in Europa e ha incontrato il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il presidente Mattarella. A quasi un anno dall’inizio del conflitto a Kiev e dintorni l’esercito di Mosca è in difficoltà e prepara una controffensiva, mentre gli ucraini dicono di essere a corto di munizioni.
L’idea dell’Italia è che questo sia il momento più adatto per provare un’azione diplomatica che scongiuri ciò che è stato ventilato da Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, cioè una guerra di logoramento che dura anni.
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Oggi il presidente francese Emmanuel Macron, poco prima di partecipare alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha spiegato che “nessuno può cambiare la geografia della Russia e nessuno può cambiare il fatto che la Russia è parte dell’Europa”. Parole che provano a calmare le acque, seguite da un nuovo invito alla pace, anche se lo stesso numero uno dell’Eliseo ha spiegato che realisticamente “questa non è ancora l’ora del dialogo” e che “l’Europa è pronta a un conflitto lungo”.
La strategia dell’Italia per far intervenire la Cina e fermare la guerra in Ucraina
L’obiettivo italiano è in parte smarcarsi dalla Nato e dagli Stati Uniti, con un’operazione che piace anche alla Germania di Olaf Scholz, invitando Pechino ad essere più presente per la risoluzione della crisi. Mattarella ha spiegato a Wang Yi che la Cina dovrebbe assumersi la responsabilità di un’azione incessante a favore della pace in Ucraina. Anche perché, ha detto Mattarella all’inviato di Pechino, la guerra in Ucraina è un fattore devastante, destabilizzante non solo per il continente europeo.
L’occasione è stata sfruttata anche per parlare dei rapporti commerciali tra Italia e Cina. La diplomazia di Pechino fa sapere che il Paese del Dragone è pronto a rilanciare i rapporti con l’Italia nell’ambito della Via della Seta, con l’intensificazione degli scambi commerciali e il rafforzamento delle importazioni da Roma, anche tramite nuovi collegamenti tra Italia e Cina.
Nel 2022 le esportazioni italiane in Cina sono aumentate del 5% rispetto all’anno precedente e oggi Pechino è il primo partner commerciale del nostro Paese in Asia.
Cosa vuole la Cina dall’Italia
A Tajani e Mattarella Wang Yi (che ha invitato il secondo a Pechino) ha spiegato che il presidente cinese Xi Jinping farà un discorso di pace in occasione dell’anniversario del primo anno di guerra in Ucraina. Il vero obiettivo della visita cinese in Italia, però, è provare a convincere il governo Meloni a non uscire dalla Via della Seta entro la fine del 2023.
Su questo fronte Tajani avrebbe rassicurato l’omologo cinese, ma contemporaneamente gli ha detto con nettezza, come ha spiegato lui stesso in conferenza stampa, che la tensione con Taiwan non deve degenerare. “La situazione nell’Indo-Pacifico - ha spiegato - non è così distante da ciò che sta accadendo in Ucraina: non devono esserci tentazioni di fare in altri paesi quello che la Federazione Russa ha fatto nei confronti di Kiev”.
Le possibili mosse del Parlamento Ue e dell’Onu
Tutto questo avviene mentre si muove anche Bruxelles, con una risoluzione che potrebbe essere proposta al Parlamento europeo per esortare i Paesi membri a fornire a Kiev più armi pesanti, tra cui jet da combattimento. Lo scopo non sarebbe solo far difendere Kiev dagli attacchi subiti, ma anche riconquistare i territori perduti.
A una risoluzione, ma solo di pace, si lavora anche in sede Onu. Il 22 e 23 febbraio nel Palazzo di Vetro di New York ci sarà un appuntamento decisivo, con i ministri degli Esteri di molti paesi europei, prima della riunione del Consiglio di sicurezza del 24 febbraio.
La risoluzione è stata pensata per ottenere il consenso del numero maggiore di Stati membri: si ribadisce la necessità di salvaguardare la sovranità, l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, facendo riferimento alla Carta delle Nazioni Unite, e spingendo per una pace giusta. Per ottenere più consensi sono state smussate alcune delle posizioni più dure dei punti presentati dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
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