La guerra dei dazi ha convinto la Cina ad ordinare alle sue compagnie aeree di non ricevere più aerei Boeing di fabbricazione statunitense.
Prosegue la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti. Dopo che il presidente americano Donald Trump ha messo pesanti dazi sui prodotti in arrivo dall’Asia, la Cina non è rimasta a guardare e ha preso le sue contromisure sui prodotti statunitensi. A cadere nel mirino del governo cinese sono stati anche gli aerei Boeing, in particolare i 737 Max.
La Cina avrebbe dato ordine alle sue compagnie aeree di non ricevere più aerei dalla Boieing, azienda statunitense leader al mondo nella costruzione di velivoli. Il segnale è dato da diversi velivoli che sono ritornati negli USA. Alcuni giorni fa un Boeing 737 Max presente presso nel centro di finitura della Boeing a Zhoushan, in Cina, e destinato alla compagnia aerea Xiamen Air, è volato da Zhoushan a Guam, nella prima tappa del suo viaggio attraverso il Pacifico per fare ritorno a casa, secondo i dati di FlightRadar24.
Ma questo non è l’unico perché ci sarebbero almeno altri due aerei a Zhoushan in attesa di essere restituiti. Insomma il governo cinese sembra abbia imposto alle sue compagnie di non acquistare più aerei dalla Boeing. Una mossa che si inserisce nella guerra commerciale in atto tra Usa e Cina e inasprita dopo la decisione di Trump di inserire pesanti dazi sui prodotti in arrivo dall’Asia. Al momento il colosso dell’aviazione non ha commentato la vicenda.
Cina, stop alle importazioni di gas americano
Ma non solo aerei perché da circa 2 mesi e mezzo la Cina avrebbe sospeso anche le importazioni di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dal Financial Times, l’ultima nave cisterna statunitense diretta nella provincia cinese del Fujian è arrivata il 6 febbraio. Da allora, non sono stati registrati nuovi carichi di gas naturale liquefatto (GNL) in arrivo. Una seconda nave, inizialmente destinata al mercato cinese, è stata addirittura deviata verso il Bangladesh.
Questa interruzione degli approvvigionamenti è l’effetto diretto delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Dopo l’introduzione da parte dell’amministrazione Trump di nuove sanzioni con un dazio aggiuntivo del 10% su numerosi prodotti cinesi, Pechino ha risposto imponendo una tariffa del 15% sul GNL proveniente dagli USA. Una misura che, nel tempo, è stata inasprita fino ad arrivare al 49%, rendendo l’importazione del gas americano economicamente non sostenibile.
Nonostante la quota importata dagli Stati Uniti fosse già in calo (nel 2011 era all’11%, oggi è al 6%) questo sta penalizzando diverse aziende cinesi come PetroChina e Sinopec, che hanno firmato contratti a lungo termine per l’acquisto di GNL dagli esportatori Usa, alcuni validi addirittura fino al 2049.
Senza gas americano, la Cina sta rafforzando i legami commerciali con la Russia sia per l’acquisto di GNL che per lo sviluppo del gasdotto Power of Siberia 2. Gli Stati Uniti cercano invece nuovi partner e vedono nell’Europa quello ideale, considerato che gli Stati europei non importano più dalla Russia.
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