Come cambia il test di Medicina nel 2025

Maria Paola Pizzonia

14 Ottobre 2024 - 21:52

Novità importanti in arrivo per l’università: come cambia il test di Medicina nel 2025? Come superarlo al meglio? Ecco i nostri consigli.

Come cambia il test di Medicina nel 2025

A partire dal 2025, il test di ammissione alla facoltà di Medicina subirà importanti modifiche, destinate a rinnovare radicalmente la modalità di selezione degli aspiranti medici. La Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha annunciato un cambiamento nel contenuto e nella struttura del test, che avrà ripercussioni non solo sui futuri studenti di Medicina, ma anche su coloro che desiderano intraprendere altre carriere nel settore sanitario. In questo articolo, esaminiamo le modifiche proposte e cosa significano per i futuri studenti di Medicina e delle altre facoltà sanitarie. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Addio alle domande di cultura generale e permanenza del cartaceo

Attualmente, il test di ingresso per Medicina del 2024, destinato agli studenti che intendono accedere ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia per l’anno accademico 2024/25, rimane organizzato in modalità cartacea e presenta alcune caratteristiche chiave che saranno valide fino alla riforma del 2025.

Nel 2025, una delle novità principali sarà l’eliminazione delle domande di cultura generale, sostituite da quesiti orientati alla cultura medico-scientifica. Questo cambiamento riflette la volontà di selezionare gli studenti in base alle loro capacità scientifiche, eliminando la casualità associata a domande generiche.

Ad oggi, il test di Medicina comprende domande su diverse aree, incluse competenze di lettura, logica e cultura generale. Dal 2025, invece, le domande saranno maggiormente focalizzate su biologia, chimica, fisica e matematica, discipline fondamentali per il percorso di studi in ambito medico. Non si sa ancora con certezza se il test del 2025 resterà in formato cartaceo o potrebbe passare al digitale, se applicabile. Si presume, ad ora, che resterà un test “carta e penna”.

Introduzione del “semestre propedeutico” (aperto a tutti)

Un’altra grande novità è l’introduzione di un semestre propedeutico comune per le facoltà di Medicina, Odontoiatria, Veterinaria e altre discipline biomediche. Seguendo un modello simile a quello adottato in Francia, tutti gli studenti potranno accedere a questo primo semestre e frequentare corsi base in materie come biologia, chimica e fisica. Al termine del semestre, gli studenti saranno sottoposti a una selezione basata sui risultati accademici ottenuti. L’obiettivo è ridurre il rischio di spreco di tempo e risorse, permettendo agli studenti di valutare in modo più approfondito se Medicina è il percorso più adatto a loro, senza dover ricominciare da zero in caso di cambiamento di indirizzo.

Solo coloro che superano questa scrematura potranno continuare nel percorso di Medicina, mentre chi non supererà la selezione potrà comunque conservare i crediti formativi acquisiti e trasferirli verso corsi di laurea affini come Biotecnologie, Scienze farmaceutiche o Biologia. L’approccio offre la possibilità di esplorare più campi di studio senza il rischio di perdere tempo ed energie qualora si scelga di cambiare indirizzo.

Maggiore equità e riduzione della dipendenza dai corsi di preparazione privata

Uno degli obiettivi dichiarati della riforma è ridurre la disparità tra chi può permettersi costosi corsi di preparazione e chi no. La Ministra Bernini ha infatti sottolineato come il sistema attuale (basato su domande generiche e test dal carattere casuale) abbia creato un business di preparazione privata che avvantaggia principalmente gli studenti provenienti da famiglie benestanti.

Il nuovo test, che privilegerà competenze specifiche nelle materie scientifiche, punta invece a rendere la selezione più accessibile a tutti, basandosi sulle capacità e la preparazione degli studenti piuttosto che sulle risorse economiche. Questo cambiamento non solo in un certo senso “democratizza” l’accesso al test di Medicina, ma intende anche valorizzare le reali attitudini dei candidati.

Il nuovo calcolo del punteggio: confronto tra 2024 e 2025

Sebbene non ci siano informazioni definitive sul calcolo del punteggio per il 2025, l’eliminazione delle domande di cultura generale e la maggiore attenzione verso le discipline scientifiche potrebbero portare a ulteriori cambiamenti nella valutazione. Quindi, per comprendere l’impatto dei cambiamenti previsti per il 2025, è utile confrontare l’attuale struttura del test di Medicina. Nel 2024, il test ha mantenuto la modalità cartacea, somministrato in due sessioni: la prima il 28 maggio e la seconda il 30 luglio, ciascuna della durata di 100 minuti. La prova era composta da 60 domande, distribuite tra competenze di lettura, logica, biologia, chimica, fisica e matematica.

Il punteggio minimo per risultare idonei è stato di 20 punti, mentre il massimo è di 90 punti, con 1,5 punti per ogni risposta corretta e una penalità di -0,4 punti per ogni risposta errata. Attualmente, la graduatoria nazionale permette ai candidati di partecipare a entrambe le sessioni e di scegliere il punteggio migliore, che sarà poi utilizzato per determinare il loro posizionamento nella graduatoria finale.

La riforma proposta ha suscitato diverse reazioni. Da un lato, vi è consenso riguardo alla necessità di migliorare il test di Medicina, mentre dall’altro, alcune figure politiche si sono espresse contro l’attuale struttura dei test. Tra i critici più vocali c’è Vincenzo De Luca, governatore della Campania, che ha ironizzato sull’utilità delle domande di cultura generale e ha criticato l’elemento casuale dei test, definendo l’attuale sistema iniquo e penalizzante.

Cosa aspettarsi da questo nuovo test?

Quindi, il nuovo test di Medicina (che sarà introdotto a partire dal 2025) promette un cambiamento significativo nel processo di selezione dei futuri medici, privilegiando una selezione basata su criteri più oggettivi e meritocratici. Con la scomparsa delle domande di cultura generale e l’introduzione del semestre propedeutico comune, il test diventa una prova specificamente orientata a verificare la preparazione scientifica degli studenti, riducendo al minimo l’influenza della preparazione privata.

Questa riforma, che riflette un desiderio di innovazione e di maggiore equità, rappresenta una svolta nell’accesso alle professioni sanitarie e si propone di offrire un percorso formativo più flessibile e inclusivo. I futuri studenti dovranno adattarsi a un sistema che mette alla prova le loro reali attitudini e conoscenze, ma che al tempo stesso consente di esplorare alternative in ambito scientifico senza perdere i progressi compiuti.

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