Come cambia il settore aerospaziale: l’intervista al generale Landi e all’ad di Digisky

Redazione

04/12/2021

Al termine dell’Aerospace & Defense Meetings 2021 di Torino Money.it ha intervistato il generale Carlo Landi e l’ad di Digisky Paolo Pari per fare il punto della situazione sul settore aerospaziale.

Come cambia il settore aerospaziale: l’intervista al generale Landi e all’ad di Digisky

Chiude i battenti a Torino Aerospace & Defense Meetings 2021, evento biennale sostenuto da Regione Piemonte e Camera di commercio di Torino ed organizzato da ABE-BCI Aerospace, in collaborazione con Ceipiemonte e ICE e che intende favorire le occasioni di collaborazione ed incontro delle aziende mondiali che operano nel comparto aeronautico e spaziale.

Dal 2008 le edizioni di Aerospace & Defense Meetings hanno registrato 46mila incontri b2b, oltre 5.100 partecipanti provenienti da 35 paesi, un programma tecnico scientifico con 135 workshop tematici e 7 conferenze plenarie internazionali su aerospazio e difesa.

L’intervista al generale Carlo Landi

Money.it ha voluto raccogliere alcuni punti di vista sull’evento torinese, unico nel settore aerospaziale in Italia. Abbiamo sentito il gen. Carlo Landi, che è stato comandante del Reparto, poi del Centro Sperimentale di Volo dell’Aeronautica Militare e successivamente ha partecipato a importanti programmi internazionali dal Tornado all’EF2000 per finire al JSF oggi F-35 e continua ad occuparsi di aerospazio.

Generale Landi qual è la sua prima impressione su questa edizione degli Aerospace & Defence Meetings?

Nonostante le difficoltà indotte dalla pandemia, gli Aerospace & Defense Meetings hanno confermato la validità di una formula che consente di mettere in contatto grandi aziende nazionali e straniere con realtà industriali e di ricerca più piccole, ma con capacità di vera eccellenza di cui il Piemonte e l’Italia tutta sono ricche.

Si tratta di occasioni importanti per le aziende nazionali perché i programmi aerospaziali hanno dimensioni e respiro globale a cui proprio la collaborazione internazionale dà forza e impulso. Oggi il comparto aerospaziale italiano fa registrare 17 miliardi di entrate, impiega 230mila persone, investe 1,25 miliardi in ricerca e sviluppo. Si tratta di preziose occasioni di lavoro qualificato per i nostri giovani. È fondamentale che ci siano momenti come questo di Torino e che, magari, se ne organizzino anche nel meridione che pure ha una buona presenza di attività aerospaziali.

A proposito di aziende estere, per la prima volta hanno partecipato agli Aerospace & Defense Meetings anche Boieng e Airbus: che tipo di segnale è?

È un segnale chiaro dell’importanza che, anche per giganti come quelli nominati, la collaborazione industriale e nel settore dello sviluppo sia fondamentale. Gli ambiti aerospaziali stanno vivendo una grande trasformazione sotto la spinta della sempre maggior attenzione ai temi della sostenibilità e di realtà estremamente dinamiche e innovative.

CIRA (Centro Ricerche Aerospaziali di Capua) è un altro chiaro e positivo esempio di quanto gli investimenti nel settore producano ritorni in termini di occupazione qualificata che a sua volta genera altro lavoro. C’è poi il tema della mobilità urbana a cui l’aerospazio cerca di dare risposte affascinanti che prevedono l’impiego di piccoli velivoli a decollo verticale, capaci di volo autonomo, ecosostenibili.

Temi che possono apparire avveniristici, ma che possono maturare rapidamente e le aziende che avranno saputo investire avranno posizioni di vantaggio. Nel settore della mobilità urbana grande rilievo avranno le istituzioni aeronautiche nazionali come ENAC e internazionali come EASA che dovranno stabilire norme e limiti per l’impiego in sicurezza di questi mezzi.

Insomma un quadro pieno di luci, senza ombre? Ci sono aspetti che le prossime edizioni di Aerospace & Defense Meetings dovrebbero cercare di affrontare e in cui trovare ulteriori sviluppi?

Ogni iniziativa è migliorabile e credo che organizzatori e promotori isituzionali di Aerospace & Defense Meetings stiano seguendo, per dirla con termini di navigazione aerea, una “rotta sicura”. Questa edizione ha superato ogni aspettativa e registrato addirittura un maggior numero di imprese, Paesi rappresentati e b2b rispetto a quelli inizialmente attesi. Risultati che invogliano le istituzioni locali a continuare nel loro impegno di sostegno.

Da appassionato dello sviluppo aeronautico mi piacerebbe vedere le prossime edizioni basate su un aeroporto che consenta anche di vedere da vicino velivoli e sistemi per il volo. Il nostro Paese ha un passato glorioso nel settore dei primati aeronautici e si propone anche per le future imprese spaziali. Perché non pensare ad un manifestazione simile magari coordinata con Aerospace & Defense Meetings sull’aeroporto di Grottaglie selezionato per i voli della Spaceship II di Virgin Galactic?

L’intervista a Paolo Pari, ad di Digisky

Money.it ha anche raccolto le considerazioni del dott. Paolo Pari, amministratore delegato di Digisky, che ha pensato a una sfida particolare: facilitare il trasferimento di sistemi e prodotti realizzati per i grandi progetti aeronautici nel settore dell’Aviazione Generale cioè di velivoli in gran parte privati che non esercitano trasporto di linea.

Dott. Pari lei è alla guida di una piccola azienda anche se molto attiva e capace, come si confronta DigiSky con i grandi colossi dell’aerospazio?

Storicamente la complessità dei prodotti aerospaziali ha determinato il consolidamento di un mercato in cui solo le grandi imprese sono in grado di affrontare progetti impegnativi in termini di risorse e tempi. Questo scenario è ricorrente nei due segmenti, trasporto commerciale e militare, che rappresentano oltre il 90% del valore del mercato.

Tuttavia quello dell’aviazione generale è rimasto un segmento del mercato aeronautico poco attrattivo per le grandi aziende e fortemente presidiato da PMI specializzate nella progettazione, produzione e gestione operativa di velivoli ad ala fissa e rotante con peso massimo al decollo di poche tonnellate.

In questo scenario DigiSky è stata fondata nel 2007 con l’obiettivo di facilitare il Technology Transfer da settori industriali maturi verso la General Aviation. Oggi questa visione è risultata particolarmente attuale in un momento in cui l’Advanced Air Mobility sta rivitalizzando il settore con un’offerta di prodotti fortemente innovativi ed abilitati da tecnologie provenienti in gran parte dal settore automotive.

Brevemente, in che cosa consiste il vostro progetto attuale?

Pari DigiSky è impegnata su due fronti: Il progetto Skymetry, sostenuto e condiviso con il nostro socio Altec Spa, che consiste in una piattaforma per l’osservazione della terra (EO) e risponde al paradigma della “lente d’ingrandimento” del satellite. Questo servizio è reso a tutti gli enti che devono gestire grandi infrastrutture (strade, ferrovie, condotte, impianti industriali…) o vaste aree di territorio dove occorre monitorare con elevata risoluzione fenomeni di superficie (idrogeologia, agricoltura, impatto ambientale…).

Questa piattaforma viene alimentata da aeroplani, allestiti con un sistema proprietario per imbarcare sensori dedicati all’osservazione di particolari fenomeni, che possono essere attivati ovunque nel mondo con un innovativo meccanismo di affiliazione.

Il progetto SkyGate, sviluppato con il nostro socio Always Srl, che ha l’obiettivo di offrire sull’aeroporto di Torino Aeritalia, dove la nostra azienda è insediata da oltre dieci anni, una infrastruttura dedicata alle imprese che intendono sperimentare in volo tecnologie destinate al mercato della Advanced Air Mobility, anche se provenienti da altri settori. 

Questo progetto prevede tra l’altro anche l’attrazione di investitori con cui accelerare ogni singolo progetto imprenditoriale meritevole. SkyGate rappresenta una significativa opportunità per sviluppare sul nostro territorio una filiera dedicata a questo settore di mercato. 

Quale supporto ottiene una azienda come DigiSky dalle istituzioni nazionali o regionali?

Pari DigiSky ha beneficiato negli anni di svariati contributi pubblici, ottenuti tramite la partecipazione a misure di sostegno per lo sviluppo di progetti innovativi. Tuttavia, in un mercato dominato dalle grandi aziende le istituzioni nazionali o regionali stentano a interpretare le esigenze delle PMI che necessitano di supporti dinamici ed affidabili per affrontare le sfide del mercato.

In particolare è difficile ottenere supporto per lo sviluppo di progetti fortemente radicati sul territorio con un forte potenziale di crescita. È da segnalare l’efficacia dei supporti comunitari sia a livello Horizon (ora Next Generation) sia a livello ESA/ASI che offrono misure molto ben strutturate ed efficienti sul piano dei pagamenti. 

Qual è il suo parere riguardo a manifestazioni come quella odierna qui a Torino?

I Progetti Integrati di Filiera gestiti dalla Regione Piemonte con il Cento Estero offrono alle PMI la possibilità di partecipare a eventi di grande visibilità senza dover sostenere investimenti rilevanti. Aerospace & Defense ha ormai raggiunto un livello organizzativo eccellente e si pone a un ottimo livello di riconoscimento internazionale. Per noi è un’eccellente opportunità di comunicare progetti innovativi con la giusta cassa di risonanza. 

Quali sono le esperienze che DigiSky ha maturato in ambito internazionale? Quali tipo di difficoltà logistico-organizzativa avete dovuto affrontare e superare?

L’iniziativa imprenditoriale Skymetry ha maturato proprio quest’anno una dimensione internazionale. Infatti dopo avere sperimentato a livello domestico servizi di monitoraggio tecnico di grandi infrastrutture distribuite (impianti di generazione da fotovoltaico), in partnership con un’azienda specializzata nel settore (WeSii) stiamo affiliando i volatori che opereranno in Spagna e Sud America.

Questa capacità di sviluppo internazionale è stata in parte abilitata grazie al legame con Tecnam, importante azienda italiana produttrice di aeroplani di GA alla quale DigiSky si appoggia preferenzialmente per lo sviluppo della flotta. 

Quali sono i vostri più importanti desiderata nei confronti delle istituzioni ovvero quali le azioni importanti che vorrebbe le istituzioni prendessero nei confronti di aziende come la vostra?

Nel nostro Paese si avverte chiaramente il timore da parte delle Istituzioni di sconfinare nel favoritismo, al punto di ignorare le idee progettuali innovative per non rischiare giudizi indesiderati. Questa posizione finisce per penalizzare le aziende innovative italiane rispetto a quelle di altri paesi dove la progettualità viene valutata nel merito e, se meritevole, sostenuta a livello strategico con dotazioni adeguate.

Un modello interessante è quello delle misure, peraltro già sperimentate da Finpiemonte, che incentivano la ricapitalizzazione delle imprese “raddoppiano” l’entità di un determinato versamento in equity effettuato dai soci o dai VC. Questa misura è virtuosa perché punta a risolvere il problema della diffusa sottocapitalizzazione d’impesa e nello stesso tempo fornisce risorse aggiuntive stimolando gli investitori istituzionali a credere nelle imprese innovative.
 
Per finire, quali sono i prossimi obiettivi di DigiSky ai quali non intendete rinunciare?

La nostra vocazione rimane quella di sostenere l’innovazione tecnologica nel settore della GA. Per fare questo, grazie al sodalizio con Aero Club Torino, DigiSky ha sviluppato un progetto di potenziamento dell’infrastruttura aeroportuale di Torino Aeritalia per poter realizzare un vero e proprio “laboratorio a cielo aperto” accessibile a tutte le iniziative imprenditoriali che intendono validare in volo tecnologie o sistemi. Riteniamo che il nostro aeroporto offra opportunità uniche per svolgere queste attività in un contesto aeronautico maturo e stimolante.

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