Anche senza il discarico automatico la cartella esattoriale potrebbe essere cancellata del tutto dopo 5 anni. Vediamo come e perché.
Come cancellare la cartella esattoriale dopo 5 anni? Anche se la notizia del discarico automatico è abbastanza recente ed è una norma entrata i vigore dal 1° gennaio 2025, la cancellazione delle cartelle esattoriali a cui ci riferiamo in questo articolo non è quanto previsto dalla recente riforma della riscossione.
La riforma della riscossione entrata in vigore poco più di un mese fa, infatti, prevede il discarico automatico (che non è affatto la cancellazione automatica del debito, come erroneamente si può credere, dopo che sono trascorsi 5 anni senza che sia stato riscosso) e l’allungamento dei piani di rateizzazione, portandoli progressivamente a 120 rate per tutti entro il 2031 (dal 2025, invece, la dilazione potrebbe raggiungere le 84 rate dalle attuali 72 e 120 rate solo nel caso di oggettivo disagio economico.).
Il discarico di cartelle esattoriali è una norma che è stata, in qualche caso, travisata. Non si parla di cancellazione delle cartelle dopo 5 anni, ma di semplice discarico e la differenza è notevole. Andiamo a vedere cosa accade davvero alle cartelle non riscosse e qual è l’unico modo per cancellarle realmente dopo 5 anni.
Cosa accade alle cartelle esattoriali non riscosse?
Moltissimi hanno interpretato il discarico delle cartelle esattoriali dopo 5 anni come una sorta di cancellazione delle stesse. Non è così e il Viceministro all’Economia Maurizio Leo, lo ha chiarito in maniera molto esplicita quello che si vuol prevedere con la riforma fiscale.
La norma, infatti, prevede che quando l’Agenzia delle Entrate non riesce a riscuotere una cartella esattoriale entro 5 anni la “discarica”, ovvero la restituisce all’ente impositore. Questo non significa che il debito è cancellato, ma semplicemente che non rimane in carico all’agente di riscossione e torna all’ente che vanta il credito.
Quest’ultimo, a questo punto, può decidere se riscuotere il debito in proprio, se affidarlo nuovamente all’Agenzia delle Entrate o se affidarlo ad altro agente di riscossione.
Quello che va compreso di questa norma è che non mira a facilitare la vita ai debitori, ma agli enti che vantano i crediti. Fintanto che il debito è iscritto a ruolo le somme risultano nel Bilancio dell’ente che lo deve riscuotere (ma che non a disposizione realmente queste somme). Il discarico della cartella permette all’ente di eliminare dal proprio Bilancio le somme, anche considerando il fatto che nella maggior parte dei casi i debiti non riscossi sono inesigibili perché gravano su soggetti che sono deceduti o falliti.
Togliendo la cartella dai compiti dell’Agenzia delle Entrate, tra l’altro, si permette al personale dell’agente di riscossione di dedicarsi a cartelle che possono essere riscosse; si tratta, quindi, di una razionalizzazione.
Come cancellare le cartelle esattoriali dopo 5 anni
Anche se l’attenzione, ora, è concentrata sulla nuova norma che non garantisce realmente la cancellazione del debito trascorsi 5 anni senza che sia stato riscosso, esiste davvero la possibilità di cancellare definitivamente la cartella trascorso un quinquennio.
La prescrizione delle cartelle esattoriali segue i termini del debito che l’ha generata. Se la cartella, quindi, va a esigere il pagamento di imposte sui redditi come Irpef, Iva, Ires, la prescrizione è in 10 anni (stesso termine previsto per l’imposta).
Per i tributi locali la prescrizione interviene dopo 5 anni e lo stesso avviene per le cartelle esattoriali che esigono il pagamento di questi balzelli. Imu, Tari, Tasi e Tarsu, se non versate si trasformano in cartelle esattoriali che, a loro volta, si prescrivono in 5 anni.
L’unico modo, quindi, per cancellare una cartella esattoriale dopo 5 anni è attendere che intervenga la prescrizione per superamento dei termini e, poi, provvedere alla cancellazione della stessa tramite istanza in autotutela.
Da notare, inoltre, che se anche la cartella esattoriale dovesse prescriversi in 10 anni perché riferita a imposte e tasse erariali, è sempre possibile chiederne un annullamento parziale. La cartella esattoriale, infatti, richiede il pagamento del debito, delle sanzioni e degli interessi, ma interessi e sanzioni, qualsiasi siano i termini di prescrizione della cartella, si prescrivono in 5 anni. Il contribuente, quindi, può richiedere, trascorsi 5 anni dalla notifica, che dall’importo della cartella esattoriale siano stralciate le somme riferite a sanzioni e interessi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA