Disdire l’abbonamento a internet senza penali è possibile. Vediamo in quali casi e come fare.
Al giorno d’oggi quasi tutti in casa abbiamo un abbonamento a internet attivo. Navigare in rete senza limiti è fondamentale per restare connessi. Esistono tantissimi gestori che offrono il servizio di connessione ad internet illimitato con connessioni velocissime tramite fibra in cambio di un abbonamento mensile.
Quello che si sottoscrive con il gestore è un vero e proprio contratto di fornitura di servizi, un po’ come per la luce o il gas. Recedere dal contratto senza penali a volte non è facile, ma esistono delle circostanze in cui è possibile. Ovvero quando si è nei limiti dei diritto al ripensamento, quando c’è una modifica unilaterale del contratto o per giusta causa.
Cosa significa disdire l’abbonamento
La disdetta di un abbonamento e quindi il recesso dal contratto è quell’azione compiuta dal consumatore che pone fine al contratto stipulato con l’operatore di turno per poter essere libero poi di stipularne un altro con un altro operatore.
Si tratta di un diritto dell’utente che può decidere di recedere dal contratto in qualsiasi momento. Ma non sempre questo evento è gratuito e senza penali. Colpa dei contratti e le conseguenti postille poste al suo interno dagli operatori che, per difendersi proprio dal recesso, inseriscono somme da versare in caso di chiusura anticipata. Gli unici modi per non pagare alcuna penale sono come detto in precedenza o entro i limiti del diritto al ripensamento o in caso di modifica unilaterale del contratto o per giusta.
Il diritto di ripensamento è previsto dall’art. 52 del Codice del Consumo e trova applicazione con riferimento ai contratti a distanza conclusi con un consumatore. L’utente ha 14 giorni di tempo dal momento della sottoscrizione del contratto per ripensarci e disdire senza pagare alcuna penale o costi extra.
Per effettuare il diritto al ripensamento si dovrà inviare al gestore comunicazione tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, pec o fax.
L’altra circostanza è in caso di modifica unilaterale del contratto. Il gestore, nel caso effettui modifiche al contratto, è obbligato a inviarne comunicazione all’utente e questi avrà diritto a recederne senza penali entro un termine stabilito e gratuitamente.
Disdire l’abbonamento a internet per giusta causa
Si parla di giusta causa quando la velocità di connessione è troppo lenta o quando c’è un malfunzionamento che non viene risolto. Gli operatori prevedono una velocità di navigazione minima, che viene segnalata sul sito, ma spesso questa non viene rispettata. Se, con le dovute analisi sulla linea, si dovesse navigare ad una velocità al di sotto di quanto stabilito nel contratto, allora abbiamo i presupposti per recedere dal contratto per giusta causa e senza penali.
Quindi prima cosa dobbiamo effettuare uno speed test che abbia valore legale. Per effettuare un monitoraggio corretto sarebbe opportuno ripetere il test in orari diversi e lasciando collegato alla rete solo un dispositivo alla volta.
Per ottenere un certificato che costituisca una vera prova legale è necessario eseguire l’analisi tramite il software Ne.me.sys. approvato dall’Autorità Garante delle Comunicazioni.
Una volta accertata la velocità di connessione lenta, possiamo inviare un reclamo alla società erogatrice del servizio chiedendo il ripristino degli standard minimi garantiti. Nel caso questo non avvenga, trascorsi 45 giorni dal primo certificato Ne.me.sys., si deve effettuare una seconda misurazione. A quel punto si può richiedere la disdetta dal contratto per giusta causa e quindi senza penali.
Qualora l’operatore emetta fattura di chiusura contenente tali importi, essa non è dovuta e deve essere reclamata in quanto illegittima.
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