Come fare per diventare un arbitro di calcio? Ecco una guida su come muovere i primi passi per ottenere il patentino da arbitro, con alcuni segreti su come riuscire a far carriera.
Come diventare arbitro di calcio? Se il sogno di molti bambini è principalmente quello di fare il calciatore da grandi, qualcuno aspira anche a diventare un arbitro.
Con il tempo, per svariati motivi, la figura dell’arbitro ha iniziato ad assumere un suo fascino, con tanti ragazzi, ma ultimamente anche ragazze, che decidono di avvicinarsi al mondo del fischietto e dei cartellini e di capire come si diventa arbitro di calcio.
Ma come fare allora per diventare un arbitro di calcio? Il percorso per iniziare a dirigere le partite non è così immediato e scontato come potrebbe sembrare, così come il riuscire a far carriera è molto più complesso rispetto ad altre categorie.
Come diventare arbitro di calcio? Il corso dell’AIA
Vediamo quali sono gli step necessari per iniziare ad essere un arbitro di calcio e, per chi avesse ambizioni di far carriera, alcuni suggerimenti per progredire tra le varie categorie.
Per diventare un arbitro di calcio la prima cosa da fare è iscriversi ad uno dei corsi tenuti annualmente dall’AIA, l’Associazione Italiana Arbitri. L’iscrizione è gratuita e le lezioni si svolgono presso le sezioni, presenti in ogni capoluogo di provincia o nelle città dove sono presenti almeno 40 arbitri.
Come diventare arbitro di calcio? Requisiti
Per potersi iscrivere al corso per diventare arbitri occorre avere questi requisiti obbligatori:
- avere la cittadinanza italiana.
- avere compiuto 15 anni e non avere superato i 35 nel momento dell’iscrizione al corso.
- avere conseguito come minimo il titolo di studio della scuola dell’obbligo.
- avere sempre tenuto una irreprensibile condotta civile e sportiva.
- essere in possesso del certificato di idoneità alla pratica sportiva generica e della dichiarazione di attitudine specifica, che viene rilasciata dalla commissione medica arbitrale.
Come diventare arbitro di calcio? Esame e test
Una volta iscritti al corso, ci sono le varie lezioni da frequentare per una durata che solitamente non supera i tre mesi. Al termine del periodo di apprendimento, bisogna sostenere un esame, sia scritto che orale, che verte su temi di carattere disciplinare e tecnico.
Una volta superato l’esame, ci sono da effettuare i test fisici. Le prove atletiche da sostenere sono quelle sullo scatto (40 mt) e sulla resistenza (Yo-Yo Test). Ottenuta anche l’idoneità atletica, avviene l’affiliazione alla sezione presso cui si è sostenuto il corso, iniziando così ad essere designati per andare ad arbitrare.
Come funziona il lavoro di un arbitro di calcio?
Una volta che si è ottenuto il patentino, si iniziano a dirigere le partite. Naturalmente, inizialmente si viene assegnati a partite di campionati giovanili minori.
La gavetta da fare nel mondo degli arbitri è tanta. Per mantenere l’affiliazione alla sezione, ogni direttore di gara deve dirigere un numero minimo di parte all’anno e non mancare in maniera ingiustificata per più di quattro volte alle riunioni di sezione, che solitamente si svolgono ogni quindici giorni.
Dove le partite sono di competenza dell’A.I.A., si inizia ad arbitrare le partite degli Esordienti. Le prestazioni di ogni arbitro sono giudicate dai commissari speciali, che sono ex arbitri che osservano le varie partite e danno al termine dell’incontro una valutazione sull’operato.
A fine anno, in base ai giudizi emessi dai commissari speciali e al comportamento disciplinare, si tirano le somme con gli arbitri che così possono ottenere la promozione alla categoria successiva.
La strada verso il professionismo quindi è molto lunga e complicata. Un arbitro impiega almeno dieci anni prima di poter anche solo ambire alle maggiori categorie del nostro calcio. Solitamente la carriera dei direttori di gara dura fino ai 35 anni, ma si può andare avanti fino ai 45 anni se si ottengono delle speciali deroghe.
In qualsiasi momento poi, un arbitro può decidere di optare per la carriera da guardalinee, iniziando quindi il percorso da assistente di gara. Riuscire ad emergere quindi è molto difficile, ma vediamo quali possono essere alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarvi.
Fare carriera come arbitro: alcuni suggerimenti
Arbitrare una partita di calcio è molto più difficile e complesso di quello che si possa immaginare. Inizialmente è fondamentale apprendere perfettamente il regolamento, cercando di seguire le riunioni di sezione per capire quali sono le indicazioni e i suggerimenti dei designatori.
Oltre all’aspetto della conoscenza delle regole, anche quello atletico è di fondamentale importanza. Mediamente un arbitro corre dai 10 ai 13 chilometri in ogni gara, arrivando anche ai 18 chilometri per gli incontri di massima serie.
Avere una forma fisica sempre ottimale, oltre che richiesto dai test da superare periodicamente, aiuta anche molto nel dirigere una gara, visto che si deve mantenere sempre una certa lucidità per poter prendere le decisioni migliori.
Perfetta conoscenza del regolamento e ottima forma fisica, sono i requisiti base per poter progredire nella carriera arbitrale. Per eccellere invece occorre anche avere altre due caratteristiche.
La prima è quella di comprendere al meglio anche i meccanismi tecnico tattici dei giocatori in campo. Avere buone nozioni e conoscenze a riguardo, aiuta nel capire come si può evolvere un incontro, che può essere così più facilmente gestito.
Il secondo quid che può dare quel qualcosa in più è sviluppare in campo un forte senso di empatia. Questo non vuol dire lasciarsi condizionare nelle scelte, ma il buon senso spesso è quella caratteristica che distingue un arbitro che può far carriera da uno che, invece, difficilmente può andare oltre i campionati dilettanti.
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