Fare volontariato all’estero è una scelta importante, che può portare esperienze indimenticabili. Ecco una guida per partire nel modo giusto.
Scegliere di impegnare alcune settimane, mesi, o anche periodi più lunghi della propria vita per fare volontariato all’estero, non è una decisione da prendere a cuor leggero.
A differenza di quando si fa il volontario in Italia, infatti, bisognerà trasferirsi lontano da casa, spostandosi spesso in luoghi più difficili, di cui non si conosce la lingua e con abitudini differenti, nonché lontani dai propri cari. La possibilità che compaiano delle complicazioni, quindi, c’è sempre, come in ogni tipo di viaggio.
Per evitare il più possibile dei problemi, e partire nel migliore dei modi per la propria esperienza di volontariato internazionale, è fondamentale prepararsi a dovere. Capire a quali organizzazioni rivolgersi, quale tipo di esperienza fare, per quanto tempo e dove andare, sono alcuni dei primi step. Inoltre, nel caso in cui ci volesse muovere da privati, senza appoggiarsi a terzi, gli elementi a cui prestare attenzione saranno maggiori.
Come funziona il volontariato all’estero
Chi desidera fare un’esperienza del genere solitamente ha opzioni differenti, a seconda anche della propria età:
- rivolgersi a un ente privato, un’associazione, o una cooperativa italiana che si occupa di volontariato internazionale. Solitamente in questo caso non sono presenti particolari requisiti. A seconda delle proprie abilità e possibilità, bisognerà rivolgersi all’associazione di volontariato che fa più al caso proprio;
- partecipare ai programmi istituzionali, come il Servizio Civile Universale o gli European Solidarity Corps (aperti a persone tra i 18 e i 30 anni), e gli EU Aid Volunteers (senza limiti di età). Per poter partecipare bisognerà rispondere a una call attraverso i singoli portali, entro i termini previsti, e superare la selezione;
- partecipare ai campi di volontariato. Sono solitamente ideati per persone tra i 14 e 35 anni, ma se ne possono trovare anche per persone sopra i 35 anni. I campi sono un’esperienza condivisa, dove diversi volontari, sia italiani, sia stranieri, partecipano a uno stesso progetto. Per potervi partecipare bisognerà selezionare un’associazione italiana e fare domanda;
- rivolgersi direttamente alle associazioni di volontariato presenti sul posto. In questo caso sarà fondamentale conoscere la lingua locale, per poter gestire tutte le richieste.
Il volontariato internazionale è un’esperienza che viene svolta a titolo gratuito. Solo nel caso in cui si svolga il ruolo di cooperante (come attraverso il Servizio Civile Universale) si riceve un compenso.
Quali sono i requisiti per i volontari internazionali
In generale, non è previsto nessun requisito particolare, se non il desiderio di partecipare attivamente a un progetto di volontariato. Tranne che in alcuni casi specifici, non ci sono limiti di età una volta superati i 18 anni. È anche possibile partecipare da minorenni ad alcuni programmi, previo permesso dei genitori.
Ci sono, comunque, alcune caratteristiche apprezzate, come la conoscenza di almeno una lingua aggiuntiva oltre all’italiano. In più i volontari, generalmente, devono godere di buona salute. Inoltre è necessario essere in possesso di tutti i documenti richiesti (passaporto per primo), e fare le vaccinazioni richieste dal Paese ospitante. Infine, a seconda della situazione, i volontari dovranno utilizzare i propri fondi per coprire parte o tutte le spese.
Cooperanti e volontari internazionali: differenze
Cooperazione e volontariato internazionale hanno molte differenze. Difatti:
- le cooperative possono essere governative e non governative, sono elementi parte della politica estera e svolgono un lavoro in ambito professionale. I cooperanti ricevono un compenso e hanno un contratto, e sono figure specializzate;
- le associazioni di volontariato e i volontari affiancano i cooperanti. Non vengono pagati, e non hanno un contratto. Sono quindi più “liberi”, perché in linea generale possono scegliere di smettere quando vogliono.
Chiaramente, le differenze sono più complesse. Se si sceglie di svolgere il ruolo di cooperante bisognerà rispettare quanto previsto dal contratto. Un volontario, invece, non avrà queste responsabilità.
Volontariato estero e assicurazione
I volontari internazionali hanno bisogno di un’assicurazione sanitaria. Alcuni enti e organizzazioni forniscono assicurazioni apposite, ma è sempre meglio informarsi in modo approfondito prima della partenza.
Infatti, se è vero che spesso sono incluse sia malattie, sia incidenti, non è detto che la copertura sia totale. Chi è già coperto da un’assicurazione, può rivolgersi al proprio fornitore per cercare una soluzione per il periodo di volontariato estero. Tuttavia, anche coloro che utilizzano l’assicurazione provvista dall’ente dovrebbero informarsi al riguardo, modificandola dove e quando possibile, soprattutto in previsione di un eventuale rimborso delle cure effettuate all’estero.
Privato o con organizzazione: cosa scegliere
Il termine “privato” ha un significato ambiguo per quel che riguarda il volontariato internazionale. Per poterlo fare infatti bisogna appoggiarsi a un qualche ente. È comunque possibile muoversi di propria iniziativa e contattare realtà sul luogo del proprio interesse.
In questo caso si sarà responsabili di ogni parte organizzativa. Ci si dovrà quindi informare su vaccinazioni e documenti richiesti, visti richiesti, luoghi in cui stare, assicurazioni di ogni genere, e contatti sul luogo. Questa opzione è chiaramente migliore quando ci si appoggia a enti locali esperti, o si ha molta esperienza e si conosce già qualcuno.
In caso contrario, muoversi in autonomia può essere, non solo controproducente, ma anche rischioso. Per risolvere il problema, ci si può rivolgere agli enti e alle organizzazioni presenti sul territorio. In questo modo si può contare su qualcuno già esperto in questo campo, capace di indirizzare i futuri volontari nella direzione giusta e accompagnarli nello svolgimento delle diverse attività. Non solo, gli enti permettono di avere una base di appoggio e qualcuno a cui rivolgersi in caso di problemi, eventualità non presente quando ci si muove da soli.
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